In Lombardia un protocollo tra il  ministero della Difesa e quello dell’Istruzione riporta nelle scuole  quello che era uscito dalle caserme: la leva
Disciplina, spirito di corpo, sana competizione: valori sportivi e militari. Sembra un filmino dell’Istituto Luce, direttamente dal ventennio, invece è il programma ‘Allenati per la vita’, realtà dal 2007, materia di studio nella scuola superiore lombarda.
Sono tre anni che il Pirellone e il Comando militare regionale siglano un protocollo d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale che “si articola in due progetti”, spiega a PeaceReporter il colonnello Affini, Capo Ufficio Comunicazione del Comando regionale Lombardia dell’esercito Italiano.
 
Il progetto porta le firme del generale Camillo De Milato, comandante militare Esercito della Lombardia, nonché precedente comandante Reclutamento e forze di completamento della stessa regione, e del dott. Giuseppe Colosio, direttore scolastico per la Lombardia.
Tuttavia l’interesse dei due ministeri competenti è palese, dal momento che la circolare diramata dal comando militare per la Lombardia parla di ‘connubio tra i due dicasteri (Difesa e Istruzione) per la formazione ed educazione dei giovani’. 
“I due progetti in cui si articola il protocollo” spiega il colonnello Affini “sono un ‘Concorso civico culturale’ e il programma ‘Allenati per la vita’.  Il concorso civico prevede un bando diffuso tra tutte le scuole della  regione su base provinciale, al quale gli studenti partecipano con un  elaborato scritto, i primi dieci ricevono una borsa di studio. Nell’anno  scolastico 2010 - 2011 il tema sarà il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, mentre lo scorso anno il tema era: ‘Lettera ad un amico impegnato in operazioni di pace’ ”
Ma  il vero pezzo forte del protocollo è il programma ‘Allenati per la vita’ che prevede esercitazioni pratiche di tipo militare e dà anche crediti formativi  agli studenti. “Il progetto comprende attività extracurriculari”  specifica il capo Comunicazione per la Lombardia dell’esercito “da  svolgersi fuori dai normali orari di lezione. Scopo del programma è avvicinare i ragazzi al mondo sportivo militare. Sono previste esercitazioni pratiche, esercizi ginnici  ma anche aspetti teorici come un’educazione alla legalità e al diritto costituzionale, con lezioni in aula. Temi cari al ministro Gelmini”, ci tiene a specificare il colonnello. 
Resta il fatto che tra le varie attività oggetto di studio e di pratica, come si può leggere già nel documento di realizzazione del 2009 emanato dalla regione Lombardia, c’è cultura militare, difesa nucleare, batteriologica e chimica, trasmissioni, armi e tiro, mezzi dell’esercito e sopravvivenza in ambienti ostili.
Il colonnello Affini replica affermando “che la realizzazione pratica del progetto era ed è affidata ad associazioni varie, che forniscono gli istruttori” tra le quali spicca l’Unuci, l’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, che ha fornito alcuni degli istruttori del programma, ex ufficiali dell’esercito.
“Le  principali attività tendono a diffondere quei valori come la  disciplina, lo spirito di corpo e la sana competizione che sono utili  nella vita.
Non a caso alla fine il programma prevede una giornata di gare in cui i ragazzi sono divisi in squadre composte da quattro elementi, e si devono cimentare con una serie di prove pratiche”.
Il colonnello parla di squadre, ma nel documento del 2009 si trova il termine ‘pattuglie’: “pattuglie è un termine militare, ma in questo caso è più corretto dire squadre” precisa comunque Affini. 
Fra questi propositi “encomiabili” spicca addirittura il tiro con armi ad aria compressa, in poligono. 
“L’attività  di tiro non è stata realizzata sempre, dipende dalla disponibilità  economica dei distretti scolastici provinciali coinvolti. C’è una serie  di linee guida che noi diamo, di carattere generale, all’interno delle  quali i distretti scolastici che aderiscono possono scegliere le  attività da realizzare. Il tiro si è svolto sempre in poligoni  autorizzati e questi hanno un costo” continua Affini “non dobbiamo  soffermarci sul tiro ma vedere cha al fianco di queste attività c’è per  esempio l’educazione al primo soccorso. Tutto questo è un potente antidoto al bullismo, in quanto educa al rispetto delle regole e al rispetto degli altri”.
Nel corso dell’anno scolastico il rischio è quello di realizzare un vero e proprio addestramento militare, quasi un mini servizio militare spalmato nell’anno e con tanto di benestare del sistema pubblico di istruzione. 
Il colonnello da parte sua nega il coinvolgimento del ministero della Difesa e del ministro La Russa, a livello di progettazione “il protocollo è esclusivamente regionale”  precisa. “È chiaro che il ministero ne è a conoscenza, non potrebbe  essere altrimenti, ma che io sappia non c’è nessuna intenzione di  renderlo nazionale”. Eppure, negli stampati del 2009 il simbolo dei ministeri c’è.
Ultimo dubbio: è un modo di farsi pubblicità per l’esercito e per spargere un po’ di fertilizzante nelle scuole? Il colonello Affini smentisce: “L’esercito usa altri canali per il reclutamento, ci sono uffici appositi e materiale di propaganda che viene diffuso secondo altri canali, compresa la pubblicità. In realtà non sono militari gli istruttori che realizzano la fase pratica del progetto, ma membri competenti di associazioni varie”.
Associazioni varie che sono sempre, per lo più, di ex militari.
Alessandro Micci
FONTE:  http://it.peacereporter.net/articolo/24331/Libro+e+moschetto,+italiano+perfetto
Scuola,  educazione militare
Non si  spengono le polemiche sul corso che prevede la divisione degli studenti  in "pattuglie", lezioni di tiro con la pistola ad aria compressa e  percorsi "ginnico-militari".
25/09/2010
I ministri Gelmini, La Russa e Tremonti.
 
                          
Si  chiama “allenati per la vita”. E’ il corso teorico e pratico, valido  come credito formativo scolastico (alla sua quarta edizione), rivolto  agli studenti delle scuole superiori, frutto di un protocollo tra  Ufficio scolastico lombardo, Comando  regionale dell'esercito, ministero dell’Istruzione e della Difesa (per  la prima volta c'è l'investitura ufficiale dei due ministeri). E che  cosa serve a un ragazzo per allenarsi per la vita? Esperienze di  condivisione sociale, culturale e sportive , informa la circolare del  comando militare lombardo rivolta ai professori della regione. Dopo le  lezioni teoriche “che possono essere inserite nell’attività scolastica  di “Diritto e Costituzione” seguiranno infatti corsi di primo soccorso,  arrampicata, nuoto e salvataggio e “orienteering”, vale a dire  sopravvivenza in ambienti ostili e senso di orientamento, (ma l’autore  della circolare scrive orientiring, coniando un neologismo). Non solo,  ma agli studenti si insegnerà a tirare con l’arco e a sparare con la  pistola (naturalmente ad aria compressa). E in più “percorsi  ginnico-militari”. 
 
 Gli istruttori sono militari  in congedo (un centinaio). Gli allievi, tutti volontari, l'anno scorso  sono stati 900.Il perché bisogna insegnare la vita e la Costituzione a  uno studente liceale facendolo sparare con una pistola ad aria compressa  viene spiegato nella stessa circolare: “Le attività in  argomento permettono di avvicinare, in modo innovativo e coinvolgente,  il mondo della scuola alla forze armate, alla protezione civile, alla  croce rossa e ai gruppi volontari del soccorso”. Secondo il progetto  Gelmini-La Russa, che ha già sollevato perplessità tra i professori che  hanno ricevuto la circolare, “la pratica del mondo sportivo militare,  veicolata all’interno delle scuole, oltre ad innescare e ad instaurare  negli studenti la “conoscenza e l’apprendimento” della legalità, della  Costituzione, delle istituzioni e dei principi del diritto  internazionale, permette di evidenziare, nel percorso educativo,  l’importanza del benessere personale e della collettività attraverso il  contrasto al “bullismo” grazie al lavoro di squadra che determina  l’aumento dell’autostima individuale ed il senso di appartenenza ad un  gruppo”. Seguirà, a fine  corso, “una gara pratica tra pattuglie di studenti (il termine è proprio  pattuglie, recita la circolare, termine che ha fatto storcere il naso a  molti docenti, ndr)”. Intanto si è aperto il dibattito: è  giusto inserire all'interno della scuola pubblica iniziative da collegio  militare? O è solo un'opportunità in più per i ragazzi  di conoscere meglio il mondo della cooperazione e delle missioni  internazionali di pace e di avvicinarsi a organismi e istituzioni come  protezione civile, esercito e croce rossa? La circolare ha suscitato un  vivacissimo dibattito in Rete avviando numerosi blog e forum di  discussione, arrivando fino in Parlamento, attraverso interpellanze del  Pd e dei radicali. Anche la Tavola della pace è intervenuta. "E' giusto  che l'esercito entri in questo modo nelle scuole superiori?", si è  chiesto Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola.
 
 Sulla vicenda è intervenuto  per gettare acqua sul fuoco il ministero della Pubblica istruzione. «Le  polemiche nate dopo la firmadel protocollo Allenati per la vita sono  assolutamente infondate efinalizzate solo alla distorsione del  progetto», recita il ministero di viale Trastevere in  una nota. "Il progetto non è stato firmato dai ministriGelmini e La  Russa, come erroneamente riportato da alcuni giornali. Iministri sono  stati semplicemente invitati a partecipare ma non eranopresenti‚ né alla  firma né alla cerimonia. L'attività, nata in maniera sperimentale  cinque anni fa, è stata ufficializzata con il primo protocollo nel  settembre 2007, sotto il governo di Centrosinistra». 
 
 Per il ministero si tratta  di «un' attivià sportiva complessa e articolata che ha come  primoobiettivo la conoscenza di se stessi, la capacità di lavorare in  gruppo edi cooperare e l'acquisizione di competenze nei settori della  protezione civile e del soccorso. Non è affatto  finalizzata all'esaltazione della culturamilitare, come riportano alcuni  organi della stampa. Alla firma delprotocollo infatti, erano presenti  enti come la Croce Rossa e Associazionidi volontariato a vario livello,  che poi parteciperanno alla realizzazionedelle attività», prosegue la  nota.  «Uno degli aspetti del progetto, e non il più importante, sono le  prove di tiro con l'arco e con la carabina ad aria compressa. Non sono  attivitàparagonabili a tecniche militari, bensì sono le stesse che si  svolgono alivello olimpionico. Sono dunque da respingere tutte le  interpretazioni finora avanzate, dettate solo dalla volontà di infangare  un'iniziativa a cui aderiscono esclusivamente ragazzi e ragazze  volontari, nell'ambito dell'insegnamento di Cittadinanza e  Costituzione», conclude il comunicato del ministro.
  
 Le perplessità, però, per moltissimi docenti e studenti  rimangono, come testimoniano le centinaia di blog, forum e articoli di  giornale che hanno dedicato spazio alla vicenda, per non  parlare dei siti pacifisti. Perché, ad esempio, tra le tante discipline  olimpioniche esistenti, dalla canoa alla corsa a ostacoli, nell'ambito  dell'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione si è scelto proprio il  tiro con la pistola? E perché mescolare salvataggio, nuoto, roccia,  assistenza, orientamento con attività militaresche tipo i "corsi di  sopravvivenza in ambienti ostili", le "pattuglie di studenti", vestiti  in mimetica, e via dicendo? Il ministro La Russa ha precisato che,  pur avendo condiviso e quindi rinnovato l'iniziativa, probabilmente la  sopprimerà il prossimo anno per concentrare le risorse sulla  "mini-naja". Che però è rivolta a studenti maggiorenni.
Francesco Anfossi
Fonte: http://www.famigliacristiana.it/Informazione/News/articolo/scuola--educazione-militare.aspx