Di Polin (del 24/05/2010 @ 20:22:45, in Ambiente, linkato 3109 volte)
Visto che probabilmente stiamo arrivando al dunque in relazione alla Centrale a Biomasse di Rossana, vorrei sottoporre alla Vostra attenzione un esempio di centrale a biomasse sostenibile, che valorizza il territorio locale e che permette di ottenere risultati ottimali dal punto di vista del bilancio ambientale ed economico. La Centrale in esame è quella di Dobbiaco - San Candido, in provincia di Bolzano. L'innovazione dell'impianto, sta nella gestione attraverso una "cooperativa di consumatori". Il principio è che l'utente acquisti l'energia di cui necessita dalla cooperativa di cui diviene socio egli stesso (comprandone le quote). Ciò crea un forte legame tra la centrale e gli utenti che partecipano alle scelte di investimento e alla definizione dei prezzi di vendita dell'energia. Lo stesso Comune di Dobbiaco è un socio della cooperativa. Questa centrale inoltre alimenta, tramite una rete di teleriscaldamento, oltre mille utenze permettendo quindi l'utilizzo del legno in modo davvero efficiente. L'impiego del legno locale produce un valore aggiunto per il territorio, supportando l'economia forestale locale e la manutenzione del bosco. Questo è davvero un esempio di Centrale a Biomasse come si deve, che nasce dalla comunità locale che tramite la cooperativa partecipa attivamente nella gestione dell'impianto e ha interesse a che funzioni in modo efficiente. L'utilizzo del legno locale nell'ottica della filiera forestale locale e il completo sfruttamento del calore, rendono tale impianto davvero sostenibile. Direi che la centrale di Rossana in confronto a questa è davvero un progetto che non ha nessun senso: non è per nulla efficiente, non utilizza legno locale, non utilizza il calore che produce e non coinvolge in nessun modo la gente locale nella gestione dell'impianto se non nelle 5 o 6 persone che Vi lavoreranno. E' un impianto che non nasce dalla volontà della gente, ma dagli interessi economici di un grande commerciante di legname, che per'altro non è nemmeno del posto, che ha bisogno di un impianto per riciclare del legno detanizzato che altrimenti sarebbe rifiuto, triplicando il rendimento elettrico tramite l'effetto drogato dei certificati verdi. Non ho parole......
Eccovi il link all’articolo comparso su Piemonte Parchi:
Anche in Italia i buoni esempi non mancano. Qui sotto trovate un'altra good – news, peccato, però, che arrivino sempre dall'altra parte del Nord Italia. Noi piemontesi, evidentemente, preferiamo farci spennare, avvelenare e, sia pur brontolando, continuiamo a sopportare tutto. Fino a quando?
Ps anche da noi le buone idee ci sono. queste di Prato allo Stelvio e Dobbiaco mi sembrano iniziative molto simili a quella che ci ha illustrato Andrea Dematteis lo scorso 14 aprile con il progetto Gestalp. Dovremo aspettare di diventare provincia autonoma per vederlo realizzato??
la notizia è del 20 maggio 2010 Prato allo Stelvio, il paesino della Val Venosta immerso nell’omonimo parco nazionale, è il vincitore della RES-Champions League 2010 dei Comuni Rinnovabili, la competizione europea tra Comuni basata sulle tecnologie rinnovabili e sulle politiche energetiche locali. Il Comune altoatesino - informa una nota diffusa da Legambiente - è stato premiato oggi a Dunkerque, sulla costa francese, nell’ambito della Conferenza europea delle città sostenibili per la miglior politica locale nella promozione delle fonti rinnovabili. Alla competizione hanno partecipato i Comuni di Germania, Francia, Bulgaria, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Italia. “La vittoria di Prato allo Stelvio è un’ottima notizia, che dimostra come le realtà italiane che hanno investito nelle fonti rinnovabili siano tra i migliori esempi di successo a livello internazionale”, ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente. Mix di fonti rinnovabili A Prato allo Stelvio un mix di fonti rinnovabili formato da 6 tecnologie diverse garantisce tutti i fabbisogni delle famiglie. Due centrali di teleriscaldamento alimentate da “vere” biomasse locali per una potenza totale di 1,4 MW, 4 impianti idroelettrici per complessivi 2.016 kW, centinaia di impianti solari installati sui tetti (1.100 mq di termico e 1,8 MW fotovoltaici), un impianto eolico da 1,2 MW, per produrre più energia di quella necessaria alle famiglie residenti per i propri fabbisogni elettrici e termici (riscaldamento delle case e acqua calda sanitaria). Grazie a queste tecnologie, le bollette risultano del 30-40% meno care. In questo piccolo Comune è anche presente un’antica rete elettrica gestita da una Cooperativa locale, che permette di gestire con efficienza le diverse fonti. Nel 2003 salvò Prato allo Stelvio dal black out che coinvolse il resto d’Italia riuscendo a garantire la fornitura a tutte le utenze.
Di
beppe Olivero
(inviato il 27/05/2010 @ 23:43:48)
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