Di Marta (del 11/12/2007 @ 23:47:21 in generale, linkato 4066 volte)
L'altra sera, mentre si stavano facendo quattro chiacchiere, tra una birra l'altra (ma non certo a causa di queste!) alcune floride giovani menti visionarie hanno avuto un'idea!
Tra i soliti pettegolezzi su quello che piace o meno del nostro piccolo paesello è emerso che tra circa un anno e mezzo ci saranno le elezioni amministrative.
Dato che a lamentarci siam buoni tutti, ma poi non ci sforziamo per proporre qualcosa di costruttivo e migliore, perchè non chiederci in modo costruttivo ciò che desidereremmo fosse fatto nel nostro paese? A tal proposito si potrebbe fare un "sondaggio" in cui chiunque lo voglia può proporre, liberamente, ciò che vorrebbe fosse fatto, costruito, attuato, abolito, cambiato...in quel di Piasco.
E se da questo brainstorming emergessero buone idee, che una volta elaborate potrebbero essere la fonte d'ispirazione per un ipotetico programma elettorale di un futuro sindaco? Sia chiaro che i succitati giovani piaschesi non nutrono alcuna velleità politica, ma piuttosto le loro idee sono i postumi del desiderio adolescenziale di cambiare il mondo, a cui non si sono del tutto arresi. Ciò non sminuisce la serietà di questa proposta di democrazia attiva.
Quindi siano bandite le proposte fantascientificoinsurrezionalespansionistiche, quali conquistare paesi limitrofi, occupare il castello per farne un disco night, bombardare preventivamente i nostri rivali alle sfilate di Carnevale, trasformare i bagni vicino al cimitero in una spiaggia nudista (zona troppo fredda), servire alcolici nei bar ai minorenni...qualsiasi cosa vada contro alla legge e al buon senso insomma.
Detto questo, chiunque abbia idee su come attuare tale sondaggio si faccia avanti. Allo stesso modo chi ritenga sia una folle idea, si faccia sentire con le sue motivazioni.
Di Dulce (del 25/02/2011 @ 23:36:13 in Politica, linkato 2105 volte)
Cuneo ore 15 Piazza del Municipio
Riunione d'urgenza nel pomeriggio di oggi presso il Salone d'Onore del Comune di Cuneo del Comitato per la Difesa della Costituzione nato dalla Resistenza. All'Ordine del giorno, oltre alle ricorrenze previste per i 150 anni dell'Unità d'Italia, l'allarme suscitato in città per l'imminente apertura di un punto di aggregazione di CasaPound. "Ai più un nome che non dice nulla - ha sostenuto il segretario provinciale di Rifondazione Comunsita, Fabio Panero - ma che altro non è che una formazione di estrema destra, al cui interno militano personaggi che hanno come riferimento i temi caldi del ventennio fascista". CasaPound inaugurerà domani la sua sede cuneese in via Alba, 15, nel cuore del centro storico. "Proprio stamattina - ha esordito il sindaco, Alberto Valmaggia - ho incontrato il proprietario dell'immobile dal quale i responsabili di CasaPound hanno affittato i locali. Che è sceso dalle nuvole. Il signore - ha continuato Valmaggia - ha firmato il contratto di locazione con una singola persona, e la destinazione d'uso prevista è quella di magazzino. In effetti, si tratta di un'unica stanza, neppure grande, priva di servizi igienici e qualsiasi altra minima normativa che possa prevederne un altro uso". Il sindaco ha messo al corrente il proprietario dell'alloggio circa le eventuali conseguenze cui andrebbe incontro qualora la destinazione d'uso non venisse rispettata: "L'ho informato che effettueremo dei severi controlli, anche con l'intervento dell'Asl e, qualora emergessero irregolarità, ricorreremo a tutte le azioni legali del caso". Pare che il proprietario, ovviamente allarmato, abbia già cercato di rescindere il contratto ma l'inquilino ha risposto picche: la firma c'è e CasaPound domani aprirà regolarmente i battenti. Valmaggia, infine, ha provato a dare una lettura politica circa la decisione dell'organizzazione di aprire su Cuneo: "La vedo come una provocazione - ha asserito il sindaco - nei confronti di una città Medaglia d'Oro per la Resistenza". Intanto, domani pomeriggio alle 15, in contemporanea con l'apertura della sede "nera", qualche centinaio di metri più avanti, in piazza del Municipio, il comitato antifascista di Cuneo organizzerà un sit in di protesta. fonte targatocn
Oggi, 25 aprile 2011, ho corso il Gp Liberazione classica del ciclismo amatoriale organizzata a Piasco dallo Sc Vigor.
Claudio Mattio ha avuto il coraggio di proporre un tracciato inedito, difficile e suggestivo che andava a toccare molti luoghi simbolo della Resistenza partigiana.
Confesso che, tra una pedalata e l'altra, ho avuto modo di pensare più volte al sacrificio di tanti nostri antenati coraggiosi e di quanto ci sarebbe bisogno anche oggi di una lotta di Liberazione per ripulire l'Italia dalla feccia politica di destra, sinistra e centro che ci sta portando alla deriva.
Questa sera sulla mia bacheca FB ho trovato il testo del discorso di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano. Credo valga la pena condividerlo con i lettori del nostro blog. E' un'occasione per riflettere e per tentare di svegliarci, prima che sia troppo tardi......
Oggi è il 66° anniversario della Liberazione. Il 25 aprile 1945 l’Italia ritrovava la Libertà e si incamminava verso la democrazia. L’anno dopo, il 2 ...giugno 1946, il popolo Italiano sceglieva la Repubblica. Il 1° gennaio 1948 entrava in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana. I padri costituenti, grazie alle loro teste ed ai loro cuori saldamente ancorati al movimento partigiano di liberazione dal nazifascismo, consegnavano all’Italia e alle generazioni future, quindi a noi tutti, un testo che è molto più di una serie di principi e valori. La Costituzione è l’Italia. La Costituzione siamo noi. La Costituzione è la base su cui poggiano le nostre vite. Padri costituenti. Quante volte sono stati evocati negli ultimi 60 anni. Quante volte sono state proiettate le loro foto in convegni, celebrazioni, manifestazioni. Quante volte i loro pensieri sono stati portati a supporto dei ragionamenti dei politici e dei governanti del nostro paese. Quante volte sono state citate loro dichiarazioni o affermazioni. E quante volte abbiamo letto sui monumenti d’Italia le loro frasi, i loro propositi, i principi e i valori che volevano trasmetterci. Oggi è il 66° anniversario della Liberazione. Non è passato molto tempo. Neanche 2/3 di secolo. Eppure, sembrano lontanissime quelle immagini di volti italiani, che con gioia ed entusiasmo, ma anche con serietà, austerità e senso del dovere, si accingevano a ricostruire il nostro paese. Ci sembrano lontanissimi tutti quegli occhi carichi di ritrovata speranza. Speranza liberata. Liberata dalla rabbia provocata dall’arroganza di un piccolo podestà di paese. Liberata dal terrore incusso dal libero arbitrio di un gerarca nazista. Speranza che tornava ad albergare nei cuori di tanti italiani onesti, che magari pur non essendone consapevoli, si stavano riconnettendo al movimento risorgimentale. Per ricominciare a costruire l’Italia, unita. Per costruire uno Stato nuovo. Uno stato un cui riconoscersi. Uno stato in cui credere. Uno stato di cui fidarsi. Uno Stato che mettesse tutti i cittadini sullo stesso piano. Uno Stato e dei rappresentanti che restituissero agli italiani la fiducia nelle Istituzioni. Noi oggi intitoliamo alla Costituzione della Repubblica Italiana questa Pista Ciclabile. I primi dodici articoli, i principi fondamentali che dovrebbero guidare e orientare come una bussola l’agire politico di tutti i governanti e di tutti i cittadini. Ma oggi, invece, da più parti si levano schiamazzi e brusii che, solo per motivi di bassa e misera lotta di potere, vorrebbero mettere in discussione la Costituzione, addirittura il suo primo articolo, laddove recita che “La sovranità appartiene al popolo”. E allora oggi, qui a Cassinetta di Lugagnano, abbiamo deciso di piantarla per Terra la nostra Costituzione. Affinché siano sempre visibili e ben chiare a tutti quali siano le vere fondamenta su cui si basa la nostra libertà, la nostra democrazia e la nostra civile convivenza. Fondamenta che purtroppo non devono essere note, ed è responsabilità di tutti noi, ai vandali che l’altra sera hanno divelto la stele di piazza 25 aprile sui cui sono incise le bellissime parole di Pier Paolo Pasolini: “Venne il giorno della morte e della libertà, il mondo martoriato si riconobbe nuovo nella luce…” Il 25 aprile 1945, l’Italia si riconobbe nuova nella luce. Ma quella luce oggi, ci fa vedere un’Italia molto diversa da quella che i partigiani sognavano mentre cadevano, mitragliati alle spalle. Oggi, l’Italia non è certo quella che sognavano le donne e gli uomini che dopo la resistenza si rimboccarono le maniche per restituire ai loro figli una speranza di futuro. L’Italia che oggi vediamo tutti i giorni bistrattata da una politica senza etica e senza responsabilità è davvero cosa ben diversa da quella che volevano avviare con questa Costituzione che oggi vogliamo ripiantare per terra, nei nostri cuori e nel nostro agire. Eccola qui, sotto i nostri occhi l’Italia. La vediamo l’Italia di oggi? Ci specchiamo nell’Italia di oggi? Ci riconosciamo nelle parole di chi oggi dovrebbe essere lo Stato? Ci riconosciamo nelle parole di chi dice che i magistrati sono brigatisti? Ci riconosciamo nelle parole di chi non perde occasione per gettare discredito sulle altre alte cariche dello stato soltanto per perseguire o salvaguardare il proprio interesse di parte? Ci riconosciamo nelle battute di cattivo gusto a sfondo sessuale, nelle barzellette con bestemmia, nell’atteggiamento deteriore di chi gioca al tanto peggio tanto meglio? Ci riconosciamo, noi popolo di migranti, nelle parole cariche di odio e di retorica di chi vede negli stranieri il capro espiatorio di tutti i mali? La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Così recita l’articolo 1. Ed a proposito di sovranità, tanto evocata da chi ritiene di non essere giudicabile da un magistrato in quanto eletto dal popolo, è davvero gravissimo ed ai limite dell’eversione quanto è accaduto e sta accadendo in queste ore. Sapete che il 12 e 13 giugno si dovrebbero tenere 4 importanti referendum. Per fermare il ritorno al nucleare, per l’Acqua Pubblica, per abrogare la legge sul legittimo impedimento. Referendum richiesti da quasi un milione e mezzo di elettori italiani. Ebbene, il Governo guidato dall’on. Silvio Berlusconi e sostenuto dal PDL, dalla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania e dai Responsabili di tale Scilipoti, probabilmente per paura di una sonora sconfitta su Acqua e Nucleare che trascinerebbe anche l’affermazione del principio dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, il Governo della Repubblica, sta cercando di impedire al popolo di esercitare nelle forme e nei limiti della Costituzione la propria sovranità. Vogliono bloccare i referendum. Ormai non ci si limita alle sole leggi ad personam. Si pensa di poter arrivare all’impedimento dell’esercizio dei diritti democratici. La responsabilità che si stanno assumendo in queste ore è altissima. Perché bloccare l’espressione dei cittadini, facendosi forza di maggioranze parlamentari, non è altro che EVERSIONE. È questo lo Stato? È in questo stato che dovrebbero riconoscersi le giovani generazioni? So che non è molto istituzionale. Me ne rendo conto. Ma voglio prendere a prestito le parole di un urlo di un giovane cantautore, Michele Salvemini, in arte Caparezza. Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari. Non siete Stato voi che trascinate la nazione dentro il buio ma vi divertite a fare i luminari. Non siete Stato voi che siete uomini di polso forse perché circondati da una manica di idioti. Non siete Stato voi che sventolate il tricolore come in curva e tanto basta per sentirvi patrioti. Non siete Stato voi che trattate chi vi critica come un randagio a cui tagliare le corde vocali. Non siete Stato voi, servi, che avete noleggiato costumi da sovrani con soldi immeritati, siete voi confratelli di una loggia che poggia sul valore dei privilegiati come voi che i mafiosi li chiamate eroi e che il corrotto lo chiamate pio e ciascuno di voi, implicato in ogni sorta di reato fissa il magistrato e poi giura su Dio: “Non sono stato io”. Un urlo disperato, rassegnato, sofferente. Al quale dobbiamo dare tutti insieme una risposta. Una risposta che pur nascendo dall’indignazione, deve ritrovare quella gioia e quell’entusiasmo di costruire una nuova Italia. Una risposta che faccia emergere in ciascuno di noi, la voglia di muoverci, in fretta! Voglia spinta dal sentimento di dovere che proviamo nei confronti dei nostri figli, e dei figli di chiunque altro in questo paese, Voglia di non lasciare nulla di intentato. Oggi, cari cittadini, è giunto il momento per tutti coloro che amano profondamente l’Italia, di impegnarsi in prima persona per dare una risposta al degrado politico, morale e ambientale ed ai gravi problemi economici e sociali che segnano il nostro tempo. Non servono sindaci, presidenti o assessori. Non servono eroi. Servono i cittadini. Come 70 anni fa. È giunto il momento, per tutti coloro che non vogliono rassegnarsi e che vogliono restituire la dignità perduta al nostro paese, di uscire allo scoperto e sporcarsi le mani per togliere, il fango politico che ricopre il nostro paese. Oggi è giunto il momento per i cittadini che assistono passivamente e sconsolati sul divano, di alzarsi di scatto, spegnere la TV e cercare di ridestare dal torpore mediatico anche i loro vicini. È ora di mettersi in gioco, tutti, ed assumersi ciascuno di noi il proprio pezzetto di nuova responsabilità. In molti stanno abbandonando o vorrebbero abbandonare il nostro paese. Io, come molti altri, non me ne andrò. Non lascio questo Stato a chi lo Stato non è. Perché il tempo che stiamo vivendo non va lasciato scorrere. Perchè non dobbiamo cambiare paese, ma dobbiamo cambiare il paese. E costruire quell’Italia che durante il ventennio fascista e l’occupazione nazista sognavano quei giovani che a vent’anni, abbandonando le loro famiglie senza neanche un saluto alla cara mamma, senza neanche un ultimo bacio alla cara amata, senza neanche una dolce carezza al proprio figlioletto, salivano in montagna in cerca della libertà e della democrazia. Molti di loro non sono mai tornati. Reclusi, umiliati, mutilati, giustiziati, passati per un camino. Molti di loro non hanno avuto l’opportunità di provare a costruire un bel paese. Molti di loro non hanno potuto guardarla la nuova luce e l’anima dell’Italia liberata. Quell’anima splendente che oggi pare proprio smarrita. È davvero giunto il tempo, oggi, che gli italiani onesti e per bene, aiutino questo paese a ritrovarla quest’anima smarrita. Quest’anima smarrita nel buco nero dell’assenza di valori, di etica pubblica e di principi, addormentata
davanti ad un reality televisivo, drogata dall’avidità del potere fine a se stesso, rubata alle prossime generazioni, ai nostri figli. Figli che tra qualche anno ci chiederanno conto di cotanto degrado! Figli ai quali dobbiamo restituire un paese migliore di quello che stiamo ricevendo in eredità dalla classe politica che oggi governa questo paese. Una classe politica, e mi assumo la responsabilità di quanto dico, che non ha nessuna idea di futuro collettivo, ma si esercita solamente a mantenere il potere. Allora, alziamoci tutti dai nostri divani, e ricominciamo a camminare verso il paese che sognavano i nostri padri costituenti, i nostri nonni mai tornati, le giovani staffette partigiane, quei piccoli bambini italiani che con un pigiama a righe guardavano il mondo attraverso il filo spinato. Viva la Resistenza, Viva la Democrazia, Viva la Costituzione! Viva Cassinetta di Lugagnano, Viva l’Italia libera. Di: Domenico Finiguerra
Di Dulce (del 26/02/2010 @ 22:30:18 in Eventi, linkato 3111 volte)
Cosa succederebbe se i quattro milioni e mezzo di immigrati che vivono in Italia decidessero di incrociare le braccia per un giorno? E se a sostenere la loro azione ci fossero anche i milioni di italiani stanchi del razzismo?
si propone di organizzare una grande manifestazione non violenta per far capire all'opinione pubblica italiana quanto sia determinante l'apporto dei migranti alla tenuta e al funzionamento della nostra società. Questo movimento nasce meticcio ed è orgoglioso di riunire al proprio interno italiani, stranieri, seconde generazioni, e chiunque condivida il rifiuto del razzismo e delle discriminazioni verso i più deboli. Si collega e si ispira La journée sans immigrés: 24h sans nou, il movimento che in Francia sta organizzando uno sciopero degli immigrati per il 1 marzo 2010. Qui potete leggere il nostro manifesto programmatico. Il colore di riferimento di Primo marzo 2010 è il giallo. Lo abbiamo scelto perché è considerato il colore del cambiamento e per la sua neutralità politica: il giallo non rimanda infatti ad alcuno schieramento in particolare. Vi invitiamo, quindi, a usare già da oggi un braccialettino o un nastrino giallo come segno di riconoscimento.
TENDA DEL PRIMO MARZO
Cuneo, dal 26 febbraio all'1 marzo in Corso Dante la Tenda del Tavolo delle associazioni del cuneese
Dalle 16,30 alle 19 di venerdì 26, sabato 27, domenica 28 febbraio e naturalmente lunedì 1 marzo i cittadini di Cuneo che passeranno all'incrocio tra Corso Dante e Corso Nizza non potranno non vedere la Tenda del Primo Marzo. Manifesti. volantini, musica, tè animeranno queste quattro giornate con cui il Tavolo delle associazioni del cuneese, cui partecipa anche il nostro giornale, dà vita in provincia di Cuneo al movimento del Primo Marzo che intende dimostrare alla cittadinanza l'indispensabilità e la positività della presenza dei migranti in Italia. Vi aspettiamo numerosi
E’ possibile immaginare un mondo senza immigrati?
Per 2 miliardi di anni (da quando e sorto il Homo habilis) Fino al XV secolo (quando gli stati nazione sono sorti), la migrazione o il nomadismo è stato un modo di essere ricorrente della specie umana.
Solo negli ultimi 5 secoli, con l'avvento delle frontiere degli Stati-Nazione, il sedentarismo si stabilì come una regola o linea di principio, e il nomadismo e diventata una eccezione discutibile. Dal punto di vista storico, l'immigrazione non è e non è mai stato un problema. Più al contrario, era ed è l'occasione per un arricchimento reciproco e la trasformazione dei popoli.
Nei tempi attuali, gli Stati delle Nazioni Unite ha dichiarato che esistono nel mondo circa 200 milioni di persone vivono al di fuori dei loro paesi d'origine. Ciò rappresenta una media del 3% degli uomini. Naturalmente, in questa figura non contano i migranti privi di documenti. Né le centinaia di migliaia di persone morte nel tentativo di attraversare le frontiere Vera miseria dell'umanità del XXI secolo!
L'immigrazione di persone impoverite è considerato un problema nei paesi ricchi per una semplice logica usata da Rousseu nell’Emilio per spiegare l'origine della proprietà privata, provocando la violenza fratricida:
"alcuni idioti decidono di costruire recinzioni su aree di terre collettive ..., e prendono più di quello che hanno bisogno. Così è nata la violenza per difendere la proprietà, la libertà e il benessere individuale. "
Nella storia degli Stati-Nazione, alcuni paesi sono diventati ricchi sottraendo e accumulando ciò che una volta è stato di tutti,una volta raggiunto lo stato di benessere,e davanti alle legittime rivendicazioni degli impoveriti, i paesi ricchi rafforzano e militarizzano il confine , per motivi di sicurezza internazionale.
L’ONU stima che, tutti insieme, i paesi ricchi spendono, per il controllo delle frontiere, più di 50 miliardi di dollari all'anno.
Immaginate se questi soldi fossero spesi per gli aiuti allo sviluppo dei paesi impoveriti.
A fronte delle frontiere internazionali assassine è urgente riconsiderare il modello dogmatico di Stato-Nazione.
Non e vero che l'umanità è destinata ad essere vincolata dai limiti dello Stato-Nazione e altrettanto falso che l'accumulo
di ricchezza immorale è necessariamente l’unica sorte dell'umanità.
E 'il momento di provare a sognare stati post-nazione con la cittadinanza universale e opportunità universali.
Con creatività dobbiamo avere il coraggio di diluire i confini mentali, culturali e territoriali che ci viene imposto.
La dottrina ci insegna che la cittadinanza deve essere collegata alla nazionalità. Si è un cittadino nella misura in cui appartiene ad uno Stato-Nazione, la gente non ha diritti o garanzie che la sostengono senza questa appartenenza.
Ecco l'urgenza di ripensare le teorie dogmatiche della cittadinanza dello Stato Nazione.
Si dovrebbe staccare la cittadinanza dalla nazionalità se abbiamo il coraggio di pensare, e diamo credito all'esercizio di una cittadinanza basata sulla residenza.
Senza questa svolta gli immigrati continueranno a sopravvivere in un limbo giuridico. Se non si crea uno stato al di là della Nazione gli immigrati continueranno ad essere trasformati in strumenti monouso nei paesi di destino e come fonti appetibile (macchine) di ricambio nei paesi d'origine.
Ma, senza essere cittadini del nulla. Pertanto, nessun diritto ad avere diritti.
Senza una cittadinanza universale, non è possibile pensare un mondo senza stranieri o immigrati.
Senza una cittadinanza universale non è possibile un mondo di ricchezza e di opportunità distribuite e accessibili a tutti. Senza una cittadinanza universale continueremo a chiamare straniero un nostro fratello.
Senza una cittadinanza universale l’egoismo corroderà l'anima dei popoli trincerati nei i confini delle nazioni.
Così, il Primo Marzo noi dobbiamo chiedere non solo "l’esistenza" per gli immigrati non desiderati .
Dobbiamo chiedere una cittadinanza universale, un ritorno il nostro status di uomo, la vocazione di essere di questa terra e la visione globale di viverci.
Dalla Frontiera
Muro contro Muro
Dove sorgerà la barriera tra Usa e Messico, centinaia di proprietari rifiutano di consegnare le loro terreTerre di confine consegnate di forza alle autorità, cittadini che combattono contro gli espropri, la costruzione sempre più difficoltosa di una barriera lunga centinaia di chilometri che impedisca ai clandestini di passare la frontiera di nascosto. Scene da muro tra Israele e Territori palestinesi occupati, ma che da qualche tempo si ripetono invece in Texas, New Mexico, Arizona e California, in molte aree dove gli Stati Uniti stanno erigendo una rete di recinzione per contrastare l’immigrazione ispanica dal Messico. Centinaia di proprietari terrieri si rifiutano di rinunciare agli appezzamenti dove dovrebbero essere installati reticolati, sensori, lampioni. Ma dopo la causa intentata dal governo, la settimana scorsa un giudice locale ha ordinato i primi sgomberi. Peace Reporter 2008
Spagna-Marocco frontiera mobile
Nello stretto di Gibilterra la collaborazione tra Unione Europea e Marocco articola forme tecnologicamente avanzate di controllo e di internamento dei movimenti migratori.La frontiera viene spostata sempre più a sud dell’area Schengen, ossia in Marocco, dove con i soldi di Spagna ed Europa sono sorte strutture di detenzione per bloccare ed internare i potenziali migranti.In questo spazio si presenta però anche una nuova volontà, quella di un soggetto collettivo post-nazionale e trans-nazionale per una cittadinanza globale che eccede la presenza del confine e la nozione di frontiera. La Red Dos Orillas è una rete di gruppi spagnoli e marocchini che insieme a Madiaq.Indymedia ha elaborato una cartografia della frontiera nell’area dello stretto di Gibilterra. La mappa cartografica individua i luoghi del controllo, della detenzione, dello sfruttamento, ma anche quelli della lotta per i diritti e per la libera circolazione. Intervista a Javier Toret della Casa de las Iniciativas 1.5 di Malaga, Spagna .Associazione Ya Basta! Bologna
La Francia chiede la 'polizia di frontiera la proposta è stata accettata anche dall'Italia
Le dichiarazioni del ministro francese dell’immigrazione non lasciano dubbi. E’ stato eletto per fronteggiare l’immigrazione clandestina sia in Francia, sia proponendo all’Europa nuove soluzioni. E proprio da questo dibattito che Eric Besson ha avanzato la proposta di costituire una “polizia di frontiera” con lo scopo di controllare le frontiere esterne e nello smantellamento delle filiere illegali. Il rischio è che dopo l’ultimo sbarco avvenuto in Corsica dove sono arrivati un centinaio di migranti, ed alcuni di loro hanno richiesto asilo, la Francia di preoccupa che possano nascere “nuove rotte” per paura di diventare un nuovo “portone d’ingresso” per l’Europa. Anche l’Italia è d’accordo con questa proposta, infatti è stato lo stesso Besson che ha parlato con il ministro per le Politiche comunitarie, Andrea Ronchi della questione. Insomma sembra proprio che l’Unione Europa si stia riorganizzando ulteriormente per non far entrare immigrati nel propri spazi.
Sono passati più di 15 giorni oramai da quella fantastica due giorni di musica ed attivismo qual'è stato il Woodstock 5 stelle di Cesena.
Chi vi scrive queste righe era là, in camper con moglie e figli, curioso di partecipare all'evento ma, soprattutto,di incontrare dal vivo la gente del M5Stelle per vedere di che pasta è fatta, quali sono i sentimenti, i valori che la tengono insieme e la spingono ad impegnarsi contro corrente socialmente e politicamente nell'Italia di oggi. Al termine di 48ore intensissime, confrontandomi con Paola ed i bimbi, devo dire in tutta sincerità che lo spettacolo più grande non è stata l'ottima musica e neanche i tanti interventi interessanti ma incontrare un'altra Italia ed un'altra umanità rispetto a quella descritta quotidianamente da giornali e televisioni. Potrei fare diversi esempi e citare decine di casi. L'ha fatto, sicuramente meglio di me, Roberta Covelli una diciottenne che mi restituisce speranza per il futuro dell'Italia, cosi come ognuna delle centomila persone che erano là a Cesena. Alle parole di Roberta aggiungo solo un invito personale. Chi è curioso di saperne di più su questo Movimento che sta crescendo in tutta Italia abbia la pazienza di farsene un'idea dal Web o dalle testimonianze dirette è non dalle cronache “ufficiali” dei mass media imperanti. Quello che propone il M5 stelle (nato il 4 ottobre 2009 giorno di San Francesco perché Lui, ha detto Grillo a Cesena, era il pazzo di Dio e noi vogliamo diventare i pazzi della democrazia) è il contrario esatto dell'antipolitica con cui viene spesso etichettato frettolosamente dai giornali del potere. Il guaio per la casta che ci governa ormai da decenni è che esso propone soluzioni ai problemi del nostro tempo con l'obiettivo di perseguire l'interesse generale di tutti e non quello particolare dei “soliti” noti. Qualche esempio concreto? Guardate qua. http://www.corriereinformazione.it/201009283862/politica/politica/decine-di-migliaia-per-woodstock-5-stelle-cronaca-di-un-evento-tra-un-max-gazze-e-un-fabri-fibra-collegamenti-video-con-esperti-di-economia-ambiente-e-innovazione.html
Io ci credo (Roberta Covelli dal blog del Fatto Quotidiano)
Ognuno è responsabile, ognuno ha diritti, ognuno ha doveri. Ed è questo che si è notato sabato e domenica a Cesena, a Woodstock. Scrivo di questo argomento con qualche giorno di ritardo rispetto a quando avrei voluto, perché, nostro malgrado, siamo abituati a dare la precedenza alle notizie negative e lasciar passare in secondo piano quelle positive. Scrivo, anche se in ritardo, perché le belle notizie possono passare in secondo piano, ma non devono passare inosservate. La due giorni di musica e futuro organizzata dal MoVimento 5 Stelle è stata entusiasmante. Mi sarei aspettata, a dir la verità, di ricordare e raccontare dei gruppi, dei cantanti e degli interventi dal palco. Invece, più di quel che è accaduto sul palco, mi ha piacevolmente colpito quel che succedeva sotto al palco. Più di centomila persone (tante eravamo a dispetto delle previsioni meteo inclementi) su un prato, tra gli stand o tra i camper mi hanno colpito. Non tanto il numero, ma l’atteggiamento di tutte quelle persone dovrebbero far notizia: perché camminando non si calpestavano bottiglie o avanzi di cibo, perché in fila per comprarsi il pranzo nessuno superava furbescamente, perché allo staff sono stati riportati portafogli persi, aperti per il semplice motivo di controllare il documento per cercare i proprietari, perché l’acqua potabile era gratis, perché le stoviglie dei ristorantini erano biodegradabili, perché i cestini per la raccolta differenziata erano dappertutto. Sono piccole cose, semplici attenzioni che evidenziano la differenza sostanziale tra chi sabato e domenica era a Cesena e chi demonizza chi cerca di cambiare concretamente l’Italia. “Ognuno vale uno” ha ribadito ancora una volta Beppe Grillo dal palco. Nessuno è leader, non esiste l’uomo della Provvidenza: certo è difficile; ci vuole responsabilità (già Gaber cantava che l’uomo “nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà”). Non è Grillo il leader: tutti sono responsabili della politica, del futuro, ma anche del presente (e le idee per rendere Woodstock a “rifiuti zero” sono una prova che non si pensa solo al futuro). Quando volete pensare al MoVimento 5 stelle, non pensate a Beppe. Quando dovete definire il MoVimento pensate ai tanti ragazzi che animano i MeetUp, cercatene uno, che conoscete di persona. Chiedetevi se la competenza che dimostra riguardo a economia, energie rinnovabili, ambiente, è paragonabile a quella di tanti dei nostri dipendenti: scoprirete che mentre i nostri politici bisticciano ancora sulle parole (termovalorizzatori, dissociatori…) i ragazzi del MoVimento si informano e propongono innovazioni. Quando penso al MoVimento, io penso a Giulia, ventiquattro anni, che l'altra sera era ad Annozero. Giulia non è brava perché è giovane: Giulia merita perché si interessa, perché agisce, perché non si limita, come molti della mia e della sua generazione, a digitare proclami da una tastiera. Ecco, anche se ad Annozero non le è stato concesso lo spazio che avrebbe meritato, quando penso al MoVimento penso a lei e all’impegno che traspare dalle sue parole e dal suo sguardo e alla competenza che si nota dalle sue idee e dai suoi discorsi. Un impegno che ha contribuito a realizzare quei due giorni memorabili, di speranza e di coraggio. Una competenza che speriamo le farà fare molta strada.
Questi candidati alle prossime elezioni politiche non li troviamo, o li troviamo di rado, in Tv e gran parte dei quotidiani nazionali, se deve parlarne, ne parla male. Del resto non c'è da meravigliarsi in quanto le due “caste” dell'informazione, che vivono (mooolto bene) soltanto grazie ai contributi pubblici, dall'eventuale successo del Movimento 5 stelle avrebbero tutto da perdere.
La loro campagna elettorale si gioca, quindi, tutta sul web e nelle piazze, sulle strade, oppure nei vari incontri sul territorio.
Uno di questi è in programma a Piasco nella sala Polivalente mercoledì 6 febbraio 2013 alle 21.00.
Se vogliamo conoscere da vicino e confrontarci, senza filtri, con Fabiana Dadone, Fabrizio Ghiradi, Mauro Campo, Fabrizio Viglietti, Gianfranco Bussone. Andrea Sessa ed altri candidati cuneesi del MoVimento 5 Stelle, questa è un'occasione ghiotta per tutta la Valle Varaita.
Ricordo ancora che il M5stelle è l'unica forza politica che rinuncia alla truffa dei rimborsi elettorali ( cioè li respinge al mittente, ovvero nelle casse disastrate dello Stato) per cui la campagna è low-cost e totalmente autofinanziata.
L'attività elettorale del Movimento 5stelle cuneese culminerà con l'arrivo di Beppe Grillo a Cuneo giovedì 14 febbraio.
Per chi volesse approfondire ancora alcuni aspetti del programma ecco un link recentissimo ed interessante....
http://www.beppegrillo.it/2013/01/silvana_carcano__candidata_presidente_portavoce_m5s_regione_lombardia.html
Chi ci crede e lo ritiene opportuno ( non so se avremo un'altra occasione per mandare a casa tutti coloro che hanno ridotto così il nostro Paese)può contribuire al passa parola, invitando altri amici alla serata, stampando qualche locandina (anche 4 in un foglio) e distribuendola, in particolare, a chi non si informa sul web.
Grazie a tutti ed arrivederci. Beppe Olivero
Sabato 29 ottobre 2011 sono stato a Cassinetta di Lugagnano (Mi) dove si è svolta la prima assemblea plenaria del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori. Ero là in rappresentanza del Vas Piasco, insieme ad altri centinaia di rappresentanti di associazioni e comitati locali provenienti da 17 regioni italiane.
L'obiettivo del Forum che riunisce in un'unica voce tutti i movimenti italiani per la salvaguardia della terra e del paesaggio, è sensibilizzare l’opinione pubblica su uno dei più grandi scempi che sta subendo il nostro Paese, sotto silenzio e da troppo tempo: il consumo del suolo libero e fertile, principalmente a favore di cemento e asfalto.
Il Forum intende mettere in campo almeno tre azioni concrete per fermare il consumo di suoli fertili e lo scempio del paesaggio italiano: 1) Elaborare una proposta di legge di iniziativa popolare, la cui bozza è stata presentata sabato all’assemblea per la condivisione e discussione. 2) Proporre un censimento in tutti i Comuni degli immobili (abitazioni, capannoni, edifici pubblici, eccetera) vuoti e non utilizzati. 3) Promuovere una campagna di comunicazione e sensibilizzazione a livello nazionale.
L'assemblea si è aperta con l'introduzione di Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo comune italiano a “crescita zero”, Carlo Petrini, presidente Slow Food e Giulia Crespi, presidente onorario Fai. Il congresso è proseguito, nella mattinata, con decine di testimonianze (tra cui Igor Staglianò, giornalista inviato di Tg3 Ambiente Italia; Paolo Carsetti, Forum Movimenti Acqua; Pietro Raitano, direttore di Altreconomia; Roberto Ronco, assessore all’ambiente Provincia di Torino; Luigi De Falco, assessore all’urbanistica Comune di Napoli, prima città d'Italia a prendere l'esempio da Cassinetta di Lugagnano adottando un piano regolatore a zero consumo di nuovo territorio.
A tarda mattinata è arrivato pure l'assessore all'Expo di Milano, arch. Stefano Boeri, che ha preso la parola per dire d'esser venuto ad “imparare” dalle associazioni e dagli amministratori locali presenti (tantissimi) un nuovo modello di sviluppo per le nostre città.
Nel pomeriggio i partecipanti si sono impegnati, invece, nei due gruppi di lavoro previsti: il primo verteva sulla proposta di legge di iniziativa popolare, il secondo si è concentrato sull'organizzazione interna e sulla campagna di comunicazione nazionale.
Io ho aderito a questo secondo gruppo dove ho incontrato tanti connazionali, dal nord e dal sud d'Italia, decisi ad invertire la rotta intrapresa dal nostro paese negli ultimi cinquant'anni. Del resto non c'è più tempo da perdere considerata la velocità con cui, ogni anno, si distruggono per sempre migliaia di ettari (50.000 secondo Lega Ambiente) di terreno fertile.
Noi a Piasco abbiamo già dato abbastanza, in termini di consumo di terreno agricolo. E' sotto gli occhi di tutti, credo, l'espansione incredibile delle aree residenziali ed artigianali.
Dobbiamo dire basta se vogliamo assicurare un futuro alle prossime generazioni piaschesi. L'esempio di Cassinetta di Lugagnano, tra l'altro, dimostra che tutto questo è possibile e non va contro gli interessi legittimi del comparto edile locale che da lavoro a decine di operatori. Si tratta di elaborare proposte e soluzioni che rendano decisamente più conveniente ed opportuno la riqualificazione, conversione e ristrutturazione del patrimonio immobiliare che già c'è. Il Forum Nazionale Salviamo il paesaggio – difendiamo i territori alcune proposte le ha già nel cassetto.
Nei prossimi mesi è previsto il lancio della campagna nazionale che potrà contare sulla stessa organizzazione capillare dal basso sperimentata ed attuata in occasione dei referendum dal Forum per l'Acqua Pubblica. Pubblico qui di seguito un estratto degli interventi introduttivi di Finiguerra, Petrini e Crespi.
Ricordo che il Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio - Difendiamo i Territori, è nato su impulso dell’associazione Slow Food e del Movimento Stop al Consumo di Territorio, a cui si sono presto aggregate numerose organizzazioni nazionali (tra cui Legambiente, LIPU, Pro Natura, Eddyburg, Movimento Decrescita Felice, Altreconomia, Associazione Comuni Virtuosi, Rete del Nuovo Municipio, Borghi Autentici d’Italia, Medici per l’Ambiente, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, organizzazioni agricole), oltre 350 associazioni e comitati locali e migliaia di adesioni individuali, tra cui quelle di urbanisti, docenti universitari, sindaci, architetti, giornalisti, produttori agricoli ecc.
«Siamo partiti da questa stessa cittadina nel 2009 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gestione del territorio, ed eravamo pochissimi» – ha esordito Finiguerra. «Da allora sono nati tanti piccoli germogli in tutta Italia e adesso siamo qui per lanciare una grande campagna nazionale, così che gli amministratori locali possano avere lo strumento legislativo per attuare l’art. 9 della Costituzione che tutela il paesaggio. Con questa proposta di legge chiameremo i partiti politici a prendere una posizione chiara e univoca sull’argomento. Questa zona sente l’Expo 2015 sulla propria pelle e sarebbe stato bello avere una proposta di evento a cemento zero, purtroppo al momento le pressioni sono troppo forti ed è necessario che la spinta contraria sia altrettanto forte e determinata».
«Questa giornata ci dà la grande speranza che da qui possa iniziare la liberazione da un senso di impotenza nel cambiare la situazione attuale, determinata da un concetto di sviluppo giunto alla sua fase terminale, ma che ha radicalmente plasmato la società zittendo ogni voce contraria» – ha proseguito Petrini. «Con pazienza slow possiamo radicarci in tutto il territorio nazionale e verificare che siamo tantissimi a non pensarla come chi, con arroganza, ha distrutto questo Paese. Il referendum sull’acqua è stato la dimostrazione tangibile di come la nuova politica possa diventare incisiva. La proposta di legge che vogliamo lanciare deve essere formulata in maniera giuridicamente chiara e precisa. I contadini sono la parte più debole del Paese, ma sono anche quelli che presidiano il territorio. Dobbiamo intervenire adesso sulla nuova Pac, affermando che siamo anche noi contadini, abbandonando la logica del consumo e scegliendo di diventare coproduttori. La distruzione del paesaggio è la rovina del futuro dei giovani, invece il nuovo paradigma deve essere il ritorno alla terra. In Italia i prezzi dei terreni agricoli salgono ma i prodotti della terra vengono pagati pochissimi centesimi, anche se li ritroviamo nei templi del consumismo a prezzi insostenibili, per poi finire sprecati. Questo paradigma dell’assurdo deve essere invertito, solo così i prodotti dell’agricoltura non saranno più considerati una commodity soggetta alle regole di mercato, e sarà restituito valore al cibo.»
Secondo Giulia Crespi la forza della società civile sta crescendo enormemente, e questa può essere la grande speranza per cambiare il futuro di questo Paese. In tutta Italia ci sono tante persone che semplicemente non sono consapevoli, non hanno la percezione del degrado cui è soggetto il nostro bene più prezioso. È necessario unire tutte le forze in campo e superare le differenze che in un movimento così articolato come quello che si presenta oggi inevitabilmente possono esserci. Sempre secondo la Crespi l’obiettivo comune è difendere il territorio e non dare la spalla a chi invece lo sta distruggendo.
Di cagio (del 10/03/2008 @ 20:51:32 in Notizie, linkato 3251 volte)
Se i lettori del blog seguono anche un minimo i giornali locali si saranno accorti della quasi nascita a Piasco di un nuovo gruppo, affiliato alla onlus Verdi ambiente e società.
Per quasi nato intendo che il gruppo è in fase di costituzione ed i pionieri dell'idea sperano che molta gente li affianchi per rendere più attiva quest'associazione che lavorerà nel campo della sensibilizzazione ai problemi ambientali ma che si propone di fare alcuni interventi più diretti che per i singoli cittadini risultano di difficile attuazione.
Gli ideatori dell'iniziativa sono Eraldo Anghilante, Mauro Dalmasso, Giampiero Mattio, Paolo Mattio e Robero Salvatico. Qualcuno storcerà il naso a leggere i nomi, ma i 5 hanno assicurato che non c'è l'intenzione di fare politica o di usare l'associazione per qualche fine del genere. Se poi qualcuno ha dei dubbi vede che nei 5 c'è Roby Salvi, per cui ci si può fidare.
L'auspicio dei fondatori, che poi è anche il mio, è che dal blog arrivino oltre a suggerimenti e critiche anche volontari per l'attività del gruppo. Sarebbe logico succedesse visto la sensibilità dimostrata in più di un'occasione sul blog da diversi autori e commentatori verso i temi ambientali
Chi ha dei dubbi può chiedere senza esitare ad Eraldo Anghialnte (017579180) o Paolo Mattio (0175 797842)
Scusate se sono piuttosto vago ma mi sa che mi sto ammalando e non riesco a tenere gli occhi sul computer per più di mezzo minuto
Di cris (del 29/05/2009 @ 20:46:57 in Politica, linkato 2109 volte)
Faccio semplicemente da tramite, pubblicando queste poche righe di Giorgio!
ciao
Cris
Ciao a tutti, sono Giorgio Barbero e ho deciso di “sottopormi” al blog di Piasco dove scrivono molte persone che conosco e molti amici. Come ormai quasi tutti sanno sono candidato come consigliere alla provincia di Cuneo per una lista civica che si chiama “Cuneo provincia Grande” la quale sostiene la candidatura alla presidenza di Mino Taricco.
Qualche settimana fa ho ricevuto una telefonata da un segretario di Taricco che mi proponeva la candidatura dicendo che aveva avuto il mio nominativo da alcune persone di Piasco che erano state contattate. Subito ho pensato di rifiutare per via dei miei già molti impegni e perché proprio nei giorni delle elezioni diventero papà per la terza volta. Mentre stavo per rifiutare mi sono però venute alla mente le parole di papa Paolo VI il quale dice che la politica è la più alta forma di carità e il risultato del sondaggio della Boulè che mi vedeva al secondo posto (seppur con pochi voti) dietro all’attuale Sindaco. Ho così deciso di prendere tempo e di incontrare queste persone per saperne di più. Nel primo contatto che ho avuto ho chiarito che avrei potuto dedicare pochissimo tempo alla campagna elettorale, non avevo soldi da investire e volevo vedere i contenuti. Avute queste rassicurazioni, visto il programma che mi è parso semplice e concreto come anche il candidato presidente che sarei andato a sostenere ho deciso di buttarmi e accettare dopo essermi ovviamente confrontato con mia moglie. Fino ad oggi la mia campagna elettorale si è ridotta a due serate: una a Fossano per la presentazione della lista e una a Verzuolo dove Mino ha presentato i candidati del collegio Verzuolo e Valle Varaita. Sabato 30 Maggio dovrebbe esserci un ultimo incontro in vallata al quale non so se potrò partecipare. Spero di poter approfittare dello spazio del Blog di Piasco per poter ricevere domande, critiche, suggerimenti alle quali cercherò di rispondere soprattutto la sera sul tardi. Se qualcuno volesse sostenermi (per esempio distribuendo volantini) ne sarei molto felice. Il mio indirizzo mail è giori.ba@tiscali.it il cell. 3498906171.
Grazie per il tempo che mi avete dedicato.
Ciao
giorgio
Di Geo (del 22/09/2008 @ 20:38:08 in Notizie, linkato 2766 volte)
Nel mese di settembre un gruppo di baldi giovani piaschesi ha istituito il Comitato “Boulé” il quale, in attesa dell'autorizzazione da parte dell' Amministrazione Comunale, sta organizzando un sondaggio popolare “Sindaco come ti vorrei”.
Il Comitato nato è nato dalla presa di coscienza che vivendo in una democrazia occorre che ogni singolo individuo prenda parte della vita pubblica esprimendo le proprie idee ed esigenze. Per di più come giovani non possiamo limitarci ad osservare la società ma dobbiamo esserne parte viva ed attiva.
Il nome del Comitato non è stato preso a caso sfogliando distrattamente un libro di funghi ma deriva dall'antica Grecia... la Boulé infatti era l’organo fondamentale della vita della polis ateniese, l’assemblea nella quale venivano prese le decisioni più importanti per la vita sia dei singoli cittadini sia per l’intera comunità. È nella Boulé che si rendeva reale il vero senso della democrazia come governo del popolo e per il popolo. Nella polis attica, i cittadini hanno voluto sostituire l’utilizzo della forza e di altri mezzi più rapidi per la ricerca del consenso, con la parola e la discussione.
A questo punto vi sarete chiesti cosa vogliono fare questi ragazzuoli... eccovi la risposta: gli obiettivi della nostra iniziativa sono essenzialmente tre:
raccogliere nuove proposte, far emergere le esigenze del paese e individuare chi potrebbe impegnarsi per realizzarle;
far riflettere su cosa vuol dire amministrazione comunale;
dare la possibilità alla gente di esprimersi, in modo tale da creare spunti di riflessione comune nell’ambito amministrativo e della vita socio-politica di Piasco
Probabilmente chiaccherando tra le vie del paese qualcuno potrebbe sentir volare la fatidica frase: << Sti qua vogliono solo entrare in politic...etc. etc..>> La risposta è semplice e chiara:
NESSUNO DEI MEMBRI DEL COMITATO HA INTENZIONE DI ENTRARE IN politica, dobbiamo tutti ancora crescere come cittadini coscienti e consapevoli.
Per concludere, il sondaggio sarà un modo per individuare chi vorrebbero i piaschesi in Comune, con la speranza che chi raccoglierà più preferenze si decida a candidarsi per amministrare il Paese.
L'autoscatto dei membri del Comitato “Boulé”
I nomi:
Marta Garnero, Sara Garnero, Gabriella Mattio, Elisabetta Giraudo, Giorgia Mattio, Luigi Cagioni, Diego Botta, Gabriele Marchetti Mariapaola Bonamico (non in foto)
Di cagio (del 30/08/2010 @ 20:28:48 in generale, linkato 2510 volte)
A settembre è tempo di guardarsi attorno e valutare un po' come andrà la ripresa delle attività, di tutte le attività. Negli ultimi mesi a Piasco si è parlato molto della GrandeStufa di Molino Varaita e non si è ancora ben capito come andrà a finire, ma di certo non è l'unica cosa in un paese a ridosso della pianura, delle industrie e che ha sempre dimostrato una certa vitalità. A meno che Piasco non stia diventando il dormitorio dei paesi vicini! A distanza di 16 mesi si può già dire qualcosa sull'amministrazione comunale, adesso un po' di tempo l'ha avuto, giusto? Quali sono i primi giudizi? Come valutano i lettori del blog quanto è stato fatto? Ci sono delle idee in cantiere? Siccome conosco la poca propensione ad esporsi dei piaschesi inizio io: Federalismo fiscale a la buna. Quanti piaschesi hanno fatto la conoscenza dell'autovelox in questi mesi? E dove? Alcuni di noi hanno lasciato punti e soldi sulla circonvallazione in pieno giorno a velocità attorno ai 70 km/h, altri? Personalmente non trovo sia servito a molto, almeno io non ho notato delle differenze significative, chi vive nelle zone dove le strade sono più pericolose ha visto dei miglioramenti? Feste popolari. C'è stata la festa della Lega Nord ad agosto, cosa ne pensate della partecipazione? Io non riesco a quantificare se i presenti fosseto tanti o pochi, non sono un frequentatore dei politici. Però ho molto apprezzato la musica, e mi ha anche divertito, soprattutto le ultime due canzoni, una di Luciano Ligabue, (che fece per qualche tempo politica nel suo comune, con Rif Com o PDCI) e dei Nomadi. Alle feste non è richiesta coerenza musicale, per fortuna, e la musica bella è di tutti e di nessun colore, però mi ha fatto sorridere. E delle altre feste cosa si dice? Piaciute le feste estive? Suggerimenti agli organizzatori (solo suggerimenti che le critiche arrivano da sole) Scuole. Novità dal cantiere, chi abita in zona cosa dice? C'è movimento? Scatenatevi, voglio vedere il grafico delle visite ai livelli di 18 mesi fa, come minimo!
Di Marta (del 08/04/2009 @ 20:13:20 in Politica, linkato 1856 volte)
Per:
- Un maggior coinvolgimento e interessamento della popolazione nella vita amministrativa
- Stimolare una partecipazione attiva alla vita politica
- Dare una possibilità pratica di partecipazione con espressione di idee e proposte
- Offrire aiuto e collaborazione agli amministratori locali per conoscere le esigenze e le proposte dei cittadini (ribadiamo che il Comitato non sostiene alcuna lista alle elezioni comunali)
…………….c’è il COMITATO BOULè.
Se vuoi entrare a farne parte o semplicemente saperne di più contattaci , inviando una mail a: comitatoBoule@gmail.com
Di Dulce (del 13/06/2009 @ 20:07:55 in Eventi, linkato 2548 volte)
Quest'estate, salvo imprevisti, i volontari della Guardia Nazionale Italiana (Gni) dovrebbero iniziare a pattugliare le strade delle città italiane in applicazione del disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio, ora all'esame del Senato) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde). Sono ex appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine e normali cittadini "patrioti e nazionalisti" pronti a "servire la nostra terra e il popolo italiano" svolgendo attività di vigilanza "per potenziare la sicurezza nei centri urbani" ma anche di "protezione civile" e di "promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane con particolare riferimento all'Impero Romano". Hanno un Comandante Generale, il colonnello dei carabinieri in congedo Augusto Calzetta, di Massa Carrara, e un Presidente Nazionale, il giovane ex alpino Maurizio Correnti, di Torino (città in cui si trova anche la loro sede nazionale: le sedi operative sono, per ora, a Sarzana, Reggio Calabria e Siracusa). Indossano una divisa: camicia grigia (inizialmente era prevista kaki) con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale nera, basco o kepì grigio con il simbolo della Gni: l'aquila imperiale romana. Il loro equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. Al braccio portano una fascia nera con la "ruota solare", simbolo del Partito Nazionalista Italiano (Pni): la nascente formazione politica che sta dietro alla Gni. Anche i membri del Pni avranno un'uniforme: la stessa della Guardia Nazionale Italiana. Il programma politico del Pni, di stampo statalista e collettivista, prevede tra l'altro la pena di morte per "gli usurai, i profittatori e i politicanti", la lotta "contro il parlamentarismo corruttore" e la creazione di "un forte potere centrale dello Stato" e di "camere sindacali e professionali", il diritto di cittadinanza e l'accesso alle cariche pubbliche "solo per chi sia di sangue italiano", lo stop a "ogni nuova immigrazione di non-italiani" e l'immediata espulsione forzata di "tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977", il divieto di pubblicazione di "giornali che contrastano con l'interesse della comunità" e l'abolizione di tutte le organizzazioni e istituzioni "che esercitano un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale". I paramilitari del colonnello Calzetta e le camicie grigie del Pni debutteranno ufficialmente il 13 giugno mattina (ore 11) a Milano, al numero 5 di via Chiaravalle, angolo via Larga, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale di Gaetano Saya, che nella sua pagina internet personale si dichiara "l'ispiratore politico" della Guardia Nazionale Italiana". Estimatore di Berlusconi e acerrimo nemico di Fini, Saya, che dopo il recente scioglimento di Alleanza Nazionale è rimasto l'unico depositario del simbolo dell'Msi di Almirante, è l'ex agente segreto della Nato ed ex 'gladiatore' legato al Sismi, che già nel 2003 provò a creare un gruppo paramilitare di 'camice grigie' (i Reparti di Protezione Nazionale) e che nel 2005 venne arrestato per l'oscura vicenda dei ‘servizi paralleli' (il Dssa, Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo, diretto da Gaetano Saya e Riccardo Sindoca): una "banda di pataccari" secondo l'allora ministro degli Interni Pisanu, che però risultò avere rapporti con i vertici degli apparati di sicurezza dello Stato, in particolare con i servizi segreti militari. PeaceReporter ha intervistato Gaetano Saya per capire qualcosa di più sulla Guardia Nazionale Italiana e sul Partito Nazionalista Italiano. Ecco cosa ci ha detto.
Saya, una breve digressione prima di cominciare: com'è finita la storia del Dssa?
L'inchiesta contro di me fu avviata per gettare fumo negli occhi, per sviare l'attenzione dai veri servizi deviati, quelli che facevano e fanno tuttora capo a Marco Mancini, l'allora dirigente del controspionaggio del Sismi. Proprio nei giorni del mio arresto, nel luglio 2005, Mancini e soci stavano rischiando grosso per la vicenda del rapimento di Abu Omar: erano i giorni in cui il capocentro della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, lasciava precipitosamente il territorio nazionale per sfuggire alla giustizia italiana. Io e la Dssa siamo stati usati come capro espiatorio, sono stato vittima di una trappola, una cospirazione orchestrata dagli agenti deviati di Mancini, come il giornalista Renato Farina, l'agente ‘Betulla', che su Libero scrisse che io e la Dssa eravamo coinvolti nel rapimento di Omar. Dopo che, nel 2006, Mancini, Pollari, Pio Pompa, Tavaroli e Cirpiani sono finiti nei guai per il caso Abu Omar e per lo scandalo Telecom-Sismi, la persecuzione contro di me non serviva più e quindi è finita nel nulla. Salvo scoprire, proprio pochi giorni fa, che la Procura di Genova ha chiesto la riapertura del caso. Stavolta questi magistrati e poliziotti eversori, legati ai servizi deviati di cui sopra e appoggiati dalla sinistra, ma anche da Gianfranco Fini, vogliono colpire me per colpire il governo Berlusconi. Ci ha già provato, senza riuscirci, la Procura di Torino, cercando di criminalizzare la Guardia Nazionale Italiana per far naufragare il decreto sicurezza del governo: pochi giorni prima della sua approvazione alla Camera, la Digos di Cuneo è andata a casa mio figlio Dario accusandolo di far parte della Gni e di detenere illegalmente armi. Speravano di scatenare un putiferio. Ma le armi erano tutte regolarmente detenute, inoltre mio figlio non ha nulla a che fare con la Guardia Nazionale Italiana. Adesso, dopo questo buco nell'acqua della Procura di Torino, torna alla carica quella di Genova con la Dssa...
Saya, veniamo alla Guardia Nazionale Italiana. Sembra tanto un gruppo paramilitare fascista: le divise, i riferimenti al patriottismo, l'aquila imperiale romana...
Queste sono tutte stupidaggini! La Guardia Nazionale Italiana non c'entra niente con il fascismo. Io stesso non sono fascista. Sono di destra, sono un conservatore, un nazionalista: chiamatemi come volete, ma non sono fascista. Se fossi vissuto nel 1943 e avessi visto i fascisti che rastrellavano e fucilavano dei cittadini italiani mi sarei ribellato. Ho appena visto al cinema il film ‘Vincere', che dà una visione molto negativa di Mussolini e del fascismo, e le posso dire che mi è piaciuto molto. Io mi considero un cittadino fedele, un difensore della Costituzione del 1948, sulla quale ogni membro della Guardia Nazionale Italiana dovrà giurare. Io ho sempre avuto ottimi rapporti con il governo d'Israele e i suoi servizi segreti: pensa che se fossi fascista gli israeliani lavorerebbero con me? Sulle divise, sa che le dico? Se devono suscitare tutto ‘sto clamore, vorrà dire che magari le cambieremo (dopo quest'intervista, la camicia kaki ha lasciato il posto alla camicia grigia, n.d.r.). L'aquila imperiale romana? Bisogna essere ignoranti per non sapere che è un simbolo storico della nostra patria, visibile su tanti monumenti di Roma, e che non c'entra nulla con il fascismo. La Guardia Nazionale Italiana è un'associazione apolitica nella quale può entrare chiunque si riconosca in questa iniziativa: si figuri che hanno aderito perfino dei comunisti, persone di Massa Carrara.
Stento a crederlo. La nostra Costituzione repubblicana si fonda sull'antifascismo, ma sul gruppo Facebook della Guardia Nazionale Italiana, il Presidente Nazionale, Maurizio Correnti, scrive ai sostenitori: "Si prega di astenersi con lo scrivere ‘camerati' ecc ecc, comunque frasi e slogan tipici di altri tempi. Con questo - precisa Correnti - non vogliamo assolutamente dichiararci antifascisti, sia ben chiaro". C'è qualcosa che non torna...
Questo lo ha scritto lui, ognuno è libero di scrivere ciò che pensa. Nella Guardia Nazionale Italiana ci sono fascisti e non fascisti.
Questo, però, lo ha scritto lei, sulla sua pagina Internet personale, lo scorso febbraio, alla vigilia della creazione della Guardia Nazionale Italiana. Cito testualmente: "Migliaia di prostitute straniere schedate e non espulse. Migliaia di zingari che commettono furti nella totale impunità. Milioni di clandestini che si aggirano impunemente nelle città. Migliaia di stranieri che spacciano, rubano, stuprano, uccidono. Un aumento dell'80 percento di scioperi e di occupazione di uffici pubblici e privati. Centinaia di assalti armati contro la proprietà privata commessi da stranieri. Attentati contro la proprietà dello Stato. Gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari. Deputati e Senatori della Repubblica che istigano all'insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un ministro dell'Interno dichiaratamente secessionista. Un numero indescrivibile di riviste e programmi televisivi politici che invitano alla rivolta. Giullari e saltimbanchi che oltraggiano e vilipendono i Ministri e il Governo. L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri e le autorità costituite. (...) Il popolo è minorenne, la Nazione malata; ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo. Repressione e Civiltà". E ancora: "Noi vogliamo ripulire l'Italia dal marcio che vi si annida, vogliamo riportare una ferrea disciplina in tutta la Nazione". "La Destra snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio, che irretiscono e intristiscono la vita Italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo Spirito immortale delle migliaia di morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, un solo pensiero ci infiamma: contribuire alla grandezza e alla salvezza della Patria. Uomini della Destra di tutta Italia, tendete gli spiriti e le forze, bisogna vincere e con l'aiuto di Dio vinceremo!!!".
Ma questi sono solo degli slogan, che faccio un po' qua e un po' là! Allora, chiariamo una cosa: gli immigrati sono l'ultimo dei problemi. Non sono loro il nostro obiettivo. Se proprio vuole saperla tutta, per noi il vero pericolo per l'Italia è rappresentato dai secessionisti della Lega Nord. Loro sì che sono contro la Costituzione! Loro che vogliono distruggere la nostra unità nazionale, che offendono continuamente i simboli della nostra patria, che creano impunemente governi provvisori secessionisti e arruolano gente nella formazione anticostituzionale della Guardia Nazionale Padana. E' questa gente che dovrà fare i conti con la nostra Guardia Nazionale Italiana: se vedremo un leghista che brucia un tricolore lo faremo arrestare! Che la Lega stia attenta a dove va. E' per contrastare la Lega Nord che alle prossime elezioni ci presenteremo al nord con il Partito Nazionalista Italiano.
Quello che per simbolo ha lo schwarze sonne, il sole nero utilizzato da tanti gruppi neo-nazisti? Quella specie di svastica a dodici braccia, antico simbolo pagano germanico, che adorna il pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, il quartier generale delle Ss?
Non diciamo sciocchezze! La ruota solare non ha nessun legame provato con il nazismo, tant'è vero che in Germania essa non è vietata, come lo è invece la svastica, e viene liberamente utilizzata come logo commerciale. Questo simbolo, di cui io detengo la proprietà in Italia, è in realtà un simbolo magico dei Maya che evoca il potere...
Scusi se la interrompo, ma come appassionato di cultura Maya e mesoamericana le posso garantire che nel simbolismo di quel popolo non c'è traccia di qualcosa di simile.
Ma come no! Faccia una ricerca su Google con le parole ‘terra cava'!
Torniamo al Partito Nazionalista Italiano: ce ne può parlare? Abbiamo capito, dal simbolo e dalle divise comuni, che è legato alla Guardia Nazionale Italiana. Ma in che relazione sta con lei e con il suo Msi?
Il Partito Nazionalista Italiano, Pni, nascerà ufficialmente a Milano il prossimo 13 giugno, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. Quel giorno, io lascerò la presidenza dell'Msi-Destra Nazionale a mia moglie, Maria Antonietta Cannizzaro, che è in ottimi rapporti con il capo del governo. Il sottoscritto diventerà quindi presidente del nuovo Partito Nazionalista Italiano, che alle prossime elezioni politiche nazionali si presenterà nelle regioni settentrionali, dove la fiamma tricolore non tira molto, per contrapporre al nazionalismo padano il nazionalismo italiano. Nelle regioni centrali e meridionali, invece, si presenterà l'Msi-Destra Nazionale con il suo simbolo storico. Entrambi, spero, come alleati del Pdl di Berlusconi: se poi qualcuno ce lo impedirà, correremo da soli.
Saya, è vero che già duemila persone si sono iscritte alla Guardia Nazionale Italiana?
Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine. La invito al congresso del 13 giugno, al quale abbiamo invitato anche il presidente Berlusconi, così si renderà conto con i suoi occhi: noi non abbiamo nulla da nascondere.
Di didacum (del 20/11/2007 @ 19:55:52 in Notizie, linkato 3206 volte)
Il mio unico scopo è quello di spiegare il significato delle parole che ho scritto e che, forse a causa di un semplice fraintendimento, sono alla base dello scandalo che si è venuto a creare (detto in modo poetico: la goccia che ha fatto traboccare il vaso).
Ciao a tutti!
Con la presente ho intenzione di cercare di chiare una spiacevole situazione venutasi a creare a mia insaputa e di cui (malgrado tutto) mi sento e sono l’unico colpevole.
In data 09/09/2007 è comparso su questo blog (per intenderci quello presente su www.piasco.net portale che ospita anche il sito della pro loco e dell’oratorio di piasco) un mio commento all’articolo “consigliabile” di Cagio nel quale facevo giustamente (a mio avviso) riferimento alla necessità di rendere di dominio pubblico attraverso commenti e post, le decisioni assunte dal Consiglio Comunale nelle sue sedute.
Premesso tutto ciò e partendo dal fatto che mi prendo tutte le responsabilità di ciò che ho fatto, scritto, detto e pensato, ritengo che sia doveroso da parte mia dare alcune spiegazioni su ciò che intendevo esternare attraverso le mie espressioni.
Per iniziare vorrei ripetere per intero la frase a mio modesto avviso travisata:
[Dato che le decisioni che prendono i nostri “rappresentanti” sono di importanza pubblica cerchiamo anche di renderle di DOMINIO PUBBLICO ed è importante che ognuno di noi scriva in seguito i suoi commenti in modo che chi ci rappresenta sappia veramente quello che vogliamo ed inizi a lavorare un po’ meno per i propri interesse ed un po’ di più per quelli della collettività…]
(scritta tra l’altro con un lessico mostruoso dovuto alla fretta!)
Con queste parole non avevo alcuna intenzione di accusare nessuno in modo informale ne tanto meno di colpevolizzare qualcuno in particolare, la mia UNICA e vi garantisco UNICA intenzione era quella di spronare tutti i cittadini a partecipare maggiormente alla vita amministrativa della nostra comunità ed alla vita politica in generale.
Attraverso la frase che ho riportato non volevo sentenziare accuse di peculato, falso in atto pubblico o qualsiasi altro reato nei confronti di nessuno, intendevo solamente colpire il lettore (sperando che ce ne fossero tanti) e trasmettergli un messaggio chiaro, ovvero che se non si prende parte con interesse attivo a certe cose (in questo caso alle decisioni di chi abbiamo ritenuto valido per rappresentarci) poi non si ha nessun diritto di lamentarsi di ciò che è stato realizzato.
Il mio polemico “…un pò meno per gli interessi personali…” non voleva colpevolizzare (ripeto) nessuna amministrazione od amministratore in particolare!!
Si tratta di parole sorte da una semplice riflessione su ciò che succede ogni giorno nel mondo e che mi ha portato a pensare al “politico” che si occupa di politica per auto-acclamazione, per sentirsi importante, o che semplicemente quando viene chiamato ad esprimere un proprio parere non sempre pensa a ciò che può pensare tutta la comunità e si limita ad esprimere un parere proprio.
Non vogliatemene per questo mio pensiero però, partendo dal fatto che io personalmente mi rivolgevo alla politica in senso lato e non all’amministrazione comunale piaschese in particolare, non si può negare che i mezzi d’informazione quotidianamente ci portano a conoscenza di fatti di questo tipo.
Per concludere (dato che penso anche di avervi già stufato) voglio quindi chiedere scusa a chiunque si sia sentito parte offesa dal mio commento e voglio dire che le poche volte che ho pubblicato qualcosa (articoli, commenti, ecc..) su questo blog, ho sempre cercato di farlo nel massimo rispetto (valore in cui credo profondamente) delle persone, cose ed argomenti trattati.
Perdonatemi se in questo non sono riuscito, ma errare si sa è umano…
Spero infine che questa mia risposta alla delibera 110/07 sia servita a far comprendere meglio, anche senza essere davanti ad un giudice di pace o qualsiasi altra figura giudiziaria, quella parte di frase che, sicuramente, estrapolata dal proprio contesto potrebbe risultare offensiva ed ingiuriosa ma che presa con il giusto senso ed interpretazione ( e perché no: spirito ) non ha nulla di così speciale da meritarsi un’azione “penale” il cui costo anche se insignificante per le casse comunali vada a gravare sulle spalle di tutti gli altri piaschesi onesti.
Riassumendo il tutto con una frase (non mia che però riassume tutto quanto da me finora detto) non mi resta che dire che:
“NON TUTTO CIO CHE PUO’ ESSERE CONTATO CONTA E NON TUTTO CIO’ CHE CONTA PUO’ ESSERE CONTATO” Albert Enistein
Di cagio (del 16/11/2007 @ 19:44:23 in generale, linkato 2319 volte)
Che i blog sono qualcosa in più di una moda fastidiosa e passeggera come il Tamagochi se ne sonno accorti anche i vecchietti che stanno al senato e si è fatto, per qualche giorno un gran parlare di nuovi media, partecipazione alla vita dello Stato, antipolitica (ma cos'è?). Però non mi sarei mai aspettato che il termine “blog” finisse in un atto pubblico del COmune* di Piasco, non ci avrei scommesso 100 lire. Ed avrei già perso 10 cent. Ma il punto è che non si parla di un blog qualunque
ma, udite udite, di questo superfansticissimoblog!
A fare i precisi si parla di “blog dalla Proloco” mentre dovrebbe essere “il blog ospitato dal sito della Pro Loco” che per me sono cose un po' diverse, ma pazienza, citèsse.
Dove se ne parla? Nella Delibera di GIunta 110. Che non è ancora all'Albo Pretorio, pazientate.
E come faccio io a saperlo? Perché all'Albo c'è la determina 159SF del 13/11/2007
E tutto questo per dire cosa?
Per dire che la determina, vista la delibera di GIunta 110, paga 2k€ ad uno Studio di avvocati di Saluzzo per “affidare, a seguito di commento apparso sul blog della Pro Loco un'azione legale a tutela dell'onorabilità dell'Amministrazione Comunale”
Ed io che credevo che con un blog si potesse stimolare il dialogo e la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa adesso cosa dirò quando qualcuno mi accuserà di aver fatto buttare nel cesso due stipendi di un italiano medio?
Se qualcuno sa qualcosa di più preciso si faccia sentire, possibilmente qua sul blog, potrebbe diventare famoso un giorno
* Visto che ci tengo all'onorabilità del COmune in cui vivo non voglio essere avaro di maiuscole
Di Marta (del 11/06/2009 @ 19:32:07 in Politica, linkato 2318 volte)
C'è un po di confusione solo nella mia testa o anche nella vostra?
sperando di fare un po' di chiarezza:
I referendum sulla legge elettorale Di Giovanni Guzzetta
1° Quesito Modulo colore Verde
Premio di maggioranza alla lista più votata CAMERA DEI DEPUTATI
2° Quesito Modulo colore Bianco
Premio di maggioranza alla lista più votata SENATO
3° Quesito Modulo colore Rosso
Abrogazione delle candidature multiple
Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.
Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioè, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata, purché superino lo sbarramento.
All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.
Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito
Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.
Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.
Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.
L’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.
Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica
Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.
Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.
Lunedì 16 novembre ho assistito da spettatore al Consiglio Comunale di Scarnafigi, nel quale la maggioranza del sindaco Mario Lovera rispondeva ad una interrogazione della minoranza in merito alla centrale a biogas che la Siram ha in progetto di costruire nel comune dei fratelli Damilano.
L'ho fatto perché mi interessava approfondire direttamente un caso di cui avevo sentito parlare in modo sommario e per capire fino a che punto le logiche del business a tutti i costi avessero contagiato anche questo progetto.
Devo dire che ne sono uscito ancor più sconfortato e deluso (ed incavolato) di quanto lo sia già dopo aver seguito fin dall'inizio la vicenda della centrale a biomasse di Rossana.
Non c'è niente da fare, il miraggio di un nuovo e succulento business (i certificati verdi pagati, tra l'altro, con le nostre tasse) ci ha privato anche di quel po' di buon senso contadino che era rimasto, per non parlare del rispetto verso il prossimo e per l'ambiente in cui viviamo che qualcuno è sempre pronto a calpestare in ossequio al dio denaro.
Provo a descrivervi quello che ho capito sperando che, altri più preparati di me, possano chiarire i punti più oscuri
A Scarnafigi, dove l'allevamento del bestiame è una componente socio -economica importante del paese, hanno il problema dello smaltimento dei reflui zootecnici. L'amministrazione comunale con un atto di indirizzo programmatico, alla fine dell'anno scorso, si era attivata per favorire l'insediamento di una centrale a biogas nel proprio territorio. In pratica si era dichiarata disponibile ad accogliere l'investimento di qualche società privata che risolvesse l'annoso problema dei reflui zootecnici delle aziende agricole locali.
Fin qui niente di male, anzi, se si può trasformare in risorsa un vecchio problema siamo tutti contenti. Le grane, però, iniziano quando si deve passare dalle buone intenzioni ai fatti.
Pochissimi giorni dopo il pronunciamento dell'amministrazione comunale di Scarnafigi, sul tavolo del Sindaco è già bello che pronto un progetto ad hoc della Siram S.p.a di Milano, una società italiana leader nel settore dell'energia.
Un cittadino normale di un paese normale, cosa si aspetta dai propri amministratori in un caso come questo? Si aspetta che siano almeno in grado di valutare cosa serve veramente al paese.
Invece non è così. Il primo progetto della Siram è per una centrale di quasi 9 MWe. Qualcuno ha fatto i conti evidenziando che i reflui zootecnici necessari si sarebbero dovuti reperire in tutta la Provincia. Successivamente la Siram ridimensiona il progetto dell'impianto a circa 5MWe, una potenza che, secondo chi contesta l'impianto, è almeno 5 volte maggiore all'effettiva necessità del paese e del suo circondario.
E' evidente il tentativo della ditta proponente di “ottimizzare” al meglio l'investimento trasformando Scarnafigi nel paese dove si brucia il “sughet” di tutta la pianura.
E chissenefrega di chi in quei paraggi vive e abita tutto l'anno, che sarà costretto a subire camion carichi di merda che vanno e vengono, operazioni di scarico e stoccaggio consistenti tali da “profumare” l'area per diversi km, emissioni in atmosfera decuplicate rispetto all'effettiva esigenza del paese. Per non parlare, in tema ambientale più generale, dello scarsissimo recupero dell'ingente produzione di energia termica. La cosa che sconcerta più di tutto, però, è la totale sottomissione dell'amministrazione comunale di Scarnafigi alle volontà della Siram. E' il Sindaco il padrone di casa ed è il Sindaco che dovrebbe mettere dei paletti ai privati che vengono ad investire nel suo Comune. Invece Lovera se ne lava le mani come Ponzio Pilato, lasciando la patata bollente al Servizio di Valutazione Impatto Ambientale della Provincia.
Io mi sarei aspettato da Lovera almeno qualche giustificazione politica o economica, invece niente.
Il Servizio di Valutazione Impatto Ambientale è un organo tecnico, non politico. Potrà valutare se l'impianto è conforme alla Legge oppure no, ma non potrà mai dire, a meno che non sia espressamente previsto dalle normative, se è sovradimensionato rispetto al contesto locale.
Così anche un principio giusto come la valorizzazione e lo smaltimento dei liquami zootecnici rischia di trasformarsi in un boomerang a livello ambientale e non solo per chi abita nei paraggi. I Comuni vicini si sono espressi contro la decisione dell'amministrazione di Scarnafigi, soprattutto per l'aggravio del traffico pesante. Il neonato Vas di Scarnafigi sta tentando in tutti i modi di sensibilizzare l'opinione pubblica informando correttamente i cittadini.
Il rischio in questi casi è che si accettino le condizioni del primo che arriva perché non si conoscono ( o si fa finta di non conoscere) i termini della questione. In Germania le centrali a biogas sono una realtà consolidata. Ne esistono a migliaia con una potenza che va da 100 KWe a 2,5MWe, la media si aggira attorno al mezzo MWe perché i crucchi non sono scemi e gli impianti li fanno piccoli là dove ce n'è bisogno e non trasportano il liquame per decine di km solo perché fa comodo a qualcuno.
Di Pitta (del 06/12/2011 @ 18:41:46 in Natale, linkato 1799 volte)
Come ben sapete, da qualche anno a questa parte, oltre alle classiche luminarie per il centro del paese vi erano qua e là alcuni alberi illuminati.
Da quest'anno si è deciso di incentivare notevolmente questo tipo di "addobbo" natalizio a scapito della più costosa e classica illuminazione stradale. Questa decisione è stata presa per alcuni motivi:
1- risparmio, visti i tempi bui che ci attendono.
2- politica ambientale, acquistare degli alberi che poi in futuro potranno esser piantati e darci "ossigeno" credo sia più ecologico e salutare..
3- estetico, perchè sono convinto che esprimano molto meglio lo spirito natalizio.
Tutto questo è stato possibile grazie a Michela Olivero e un gruppo di volontari che hanno portato avanti l'operazione. Si spera sia di gradimento e, in base all'esperienza di quest'anno, sicuramente il prossimo natale potremo fare ancora meglio!
Di cagio (del 25/11/2009 @ 18:31:43 in Politica, linkato 3188 volte)
Ricevo e molto volentieri pubblico questa lettera di Maurilio Paseri, in riferimento al mio post del 20 ottobre "quattro euro e mezzo"
Mi scuso con l'autore per i tempi, non proprio tempestivi, della pubblicazione; in ogni caso quanto scrive non ha scadenza e rimarrà attuale ancora per un bel po'.
Sono felice che il blog sia seguito e partecipato anche fuori Piasco.
Leggo con molto ritardo l’intervento di Cagio sulla vicenda Dovetta – Centro di Isasca.
Devo dire che apprezzo molto il lavoro che fate sul blog, che è diventato un grande contenitore di discussione democratica e veramente partecipata.
Non è vero che non esiste più, a mio modo di vedere, partecipazione civica e il dibattito, solo che non funzionano più le formule classiche come convegni, riunioni politiche ma strumenti come il vostro.
Venendo all’articolo in questione devo però dire, in tutta franchezza, che con condivido la parte finale, dove si indicano tutti i Consiglieri della Comunità Montana (ormai ex) come “corresponsabili nella vicenda o quanto meno “silenti”.
Così non è stato perché:
* ho personalmente firmato un documento, con il gruppo di minoranza, che chiedeva al Consiglio di riunirsi per decidere di costituirsi “parte civile” nel processo; la cosa sarebbe stata fondamentale proprio per recuperare, nel caso di sentenza definitiva, l’eventuale danno subito dall’Ente; * la maggioranza non ha aderito alla richiesta e l’argomento non è stato nemmeno messo all’ordine del giorno; * ancora ad aprile Dovetta è andato in Consiglio a richiedere di nuovo la fiducia, che è stata concessa dai Consiglieri di maggioranza; il nostro gruppo non solo ha votato contro ma ha fatto mettere a verbale che, non essendo più all’epoca Dovetta Consigliere, la cosa non era per noi legittima; * in questi ultimi anni più volte con interpellanze abbiamo sollevato il caso di Isasca (ed anche tante altre questioni), che non dobbiamo dimenticarci, non si limita alla sola vicenda penale ma riguarda la costruzione di un complesso costato 2 milioni di Euro, più le attrezzature, e che adesso è un contenitore vuoto di cui nessuno sa cosa fare; di questo grande flop qualcuno dovrà rispondere politicamente o no ? ricordiamoci che Matteodo ha condiviso in pieno tutto il percorso politico di Dovetta (lo avete chiamato “eminenza grigia” e mi pare perfetto, adesso sarà il nuovo Vice-Presidente della Comunità Montana del Viso, buona fortuna); * due anni fa il nostro gruppo di minoranza aveva convocato una riunione pubblica a Brossasco, con la presenza di Bruna Sibille( allora Assessore Regionale) per porre il problema di come gestire (in positivo) la situazione e venire incontro alle giuste istanze degli artigiani della Valle; venimmo, di fatto, indicati da Matteodo e C. come distruttori dell’immagine della Val Varaita.... * tutte queste, ed altre cose, non sono state quasi riportate dalla stampa locale ed in particolare dal Corriere di Saluzzo che, quasi tutte le settimane, ci propinava la foto di Dovetta con relative “odi”.
Ho voluto riportare questi fatti perché qualcuno in questi anni ha provato a portare avanti un opposizione, molte volte costruttiva, in Comunità Montana; il tutto forse con non grandi risultati, ma vi assicuro che non è stata cosa facile.
Per onore di cronaca i Consiglieri di Piasco (tutti, maggioranza e minoranza) dell’ultima quinquennio sono sempre stati schierati con il duo Dovetta/Matteodo; liberi ognuno di prendere le proprie decisioni ma, anche, di condividere le responsabilità politiche della gestione.
Il principale teorico e sostenitore della strategia rifiuti zero è il professor Paul Connett , che negli ultimi mesi ha partecipato a moltissimi convegni e seminari in tutta la penisola per diffondere le sue idee e sensibilizzare le amministrazioni sull’opportunità di un cambiamento.
Il professore statunitense ha illustrato i passaggi salienti della sua teoria, che si basa sulla concreta differenziazione (porta a porta) dei rifiuti mediante un’azione sinergica di cittadini ed istituzioni. Connett ha parlato, infatti, di non sostenibilità delle tecniche di incenerimento e di problemi connessi all’incenerimento dei rifiuti: emissioni tossiche, smaltimento delle ceneri, costi finanziari, spreco di energia, opposizione dell’opinione pubblica. “Viviamo – ha detto - come se avessimo a disposizione un altro pianeta su cui trasferirci. Non si può continuare a vivere secondo la filosofia usa e getta, secondo la filosofia del fast food su un pianeta che ha delle risorse finite”. L’obiettivo, dunque, è quello di risolvere le questioni legate agli inceneritori e alle discariche, smettendo di produrre rifiuti gradualmente entro il 2020 anche attraverso una migliore strategia industriale.
Dopo San Francisco, Los Angeles, San Jose-Silicon Valley, San Diego, Oakland, Seattle, Toronto, Canberra e tante altre città negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda anche l’Italia si affaccia alle nuove Politiche Sostenibili a RIFIUTI ZERO.
In Toscana, più precisamente a Capannori (Lucca), il primo comune italiano a rifiuti zero. Entro il 2020 Capannori riciclerà praticamente il 100% dei suoi rifiuti.
Alessio Ciacci, Assessore all’Ambiente di Capannori spiega come funziona il progetto. RIFIUTI ZERO sebbene sembri un progetto utopico è una realtà della provincia lucchese. Una realtà fortemente proiettata verso il futuro al fine di evitare una grave emergenza e, ovviamente, migliorare la vita di se stessi e del pianeta.
RIFIUTI ZERO significa molteplici cose. E’ prima di tutto raccolta differenziata spinta -porta a porta- (65% in estensione) che riesce ad arrivare a 26000 dei 45000 abitanti del comune.
RIFIUTI ZERO è anche, e soprattutto, riduzione dei rifiuti. “Una filosofia di vita che tende al compostaggio domestico della frazione organica; alla distribuzione del latte alla spina per ridurre imballaggi e avere una filiera corta del latte fresco locale; all’eliminazione dell’acqua minerale e degli imballaggi dalle mense scolastiche con accordi con grandi distributori ed istallazione di distributori alla spina di acqua (e anche di detersivi nel caso dei supermercati); agli accordi con i grandi gestori delle sagre estive al fine di limitare i prodotti usa e getta; a costruire politiche legate alla riduzione dei rifiuti. RIFIUTI ZERO tende fortemente a ridurre la filiera e punta ad una partecipazione attiva e piena dei cittadini.
Obiettivo: eliminare inceneritori e discariche. Entro il 2020 il comune di Capannori si propone di superare l’80 % della raccolta differenziata e di ridurre i rifiuti anche nella parte indifferenziata (il 20% dei prodotti indifferenziati è composto da pannolini. RIFIUTI ZERO promuoverà una politica di sensibilizzazione dedicata alle famiglie al fine di incentivare l’utilizzo di pannolini ecologici).
Alessio Ciacci racconta così l’esperienza del piccolo comune toscano:innanzitutto deve funzionare in maniera capillare la raccolta porta a porta abbinata ad una politica di informazione rivolta a tutte le famiglie e incentivi economici per cui chi produce meno rifiuti meno paga. E i cittadini di Capannori oltre a differenziare rifiuti, autoproducono compost (è il 96% a farlo e a cui viene riconosciuto un ulteriore 10% di sconto sulla TARSU) che viene poi immesso in tre filiere: in agricoltura, per la produzione di terriccio o come fertilizzante e anche la plastica viene a sua volta suddivisa in trasparente, azzurrata, blu, verde e ad alta densità per riciclarla meglio, e gli scarti invece sono usati per la produzione di pancali in materiale riciclato. E se già i cittadini sono stati abituati a differenziare anche quelle bombe ecologiche che sono i pannollini per bambini (a livello nazionale ogni giorno vanno in discarica 6 milioni di pannolini usa e getta al giorno e 2 miliardi in un anno), dal 10 settembre è partita una sperimentazione che coinvolge 50 famiglie a cui è stato fornito un kit di pannolini riciclabili. Il Comune invece si è impegnato nell’e-Procurement aderendo alla procedura GPP (Green Public Procurement) dando una preferenza a quelli prodotti con materiale riciclato come ad esempio le cartucce dei toner che sono raccolte assieme ad altri rifiuti speciali e avviati alla rigenerazione. Altro fiore all’occhiello di Capannori è l’uso massiccio di acqua pubblica grazie ad una campagna mirata che ha informato i cittadini.
A chiare lettere elenca qualche dato sulle conseguenze di questa drastica riduzione dei rifiuti conferiti in discarica a Capannori:
Grazie alla sola raccolta differenziata della carta nel 2007 si è risparmiato l’abbattimento di 100.000 alberi, il consumo di 2.85 milioni di litri di acqua, l’emissione di 9.100 tonnellate di CO2. Per un termine di paragone 2,85 milioni di litri di acqua risparmiati equivalgono al risparmio idrico del consumo annuo di ben 31.647 cittadini. Grazie al riciclo del vetro e della plastica, la mancata emissione in atmosfera di CO2 è stata pari a ben 821.200 kg. Grazie all’utilizzo di sfalci e potature si è ottenuto un risparmio di 1.074.500 kg di CO2. Sommando questi dati si ottiene la mancata emissione di 1.904.800 tonnellate di CO2 in atmosfera, dato che coincide con il mancato consumo di 676.204 barili di petrolio. Nel 2007 sono state raccolte 15.723 tonnellate di materiale differenziato. In Provincia di Lucca il costo medio di conferimento dell’indifferenziato è di 160 euro alla tonnellata. Se queste 15.723 tonnellate fossero finite nel circuito dei rifiuti indifferenziati sarebbero stati necessari ben 2.515.680,00 euro per il loro smaltimento. La spesa di conferimento agli impianti di riciclaggio di queste 15.723 tonnellate è stata invece di 507.688 euro. Inoltre, occorre considerare che la carta è una risorsa. Infatti, dalla vendita delle 6.439 tonnellate di carta raccolta nel 2007, sono stati ricavati ben 340.010 euro. Andando dunque a sottrarre il costo di smaltimento dei materiali differenziati, al ricavo ottenuto con la vendita della carta, si ottiene un costo complessivo per le 15.723 tonnellate di rifiuti differenziati di 167.678 euro. Se confrontiamo questo dato con il costo che sarebbe derivato dallo smaltimento nel ciclo dell’indifferenziato, il risparmio nel conferimento agli impianti è dunque pari a 2.348.000 nel solo 2007. Speriamo che il futuro veda molti altri esempi di comuni come Capannori e Piane Crati, pronti a mettere in pratica le idee del professor Connett, in un paese come l Italia dove i fondi per le energie rinnovabili vengono spesi per costruire inceneritori pardon,termovalorizzatori.
Vivere in un mondo più pulito non è poi un’impresa impossibile. L’importante è iniziare e Capannori mi sembra un ottimo esempio.
Immaginate una città che non produce RIFIUTI Sembra un sogno: anche i più appassionati fautori della raccolta differenziata si trovano ad avere a che fare con materiali di natura dubbia che dopo lunghe elucubrazioni finiscono per trovare inevitabilmente il proprio posto nell’indifferenziato. Invece non è un’utopia, è la strada su cui si stanno piano piano avviando in molti. Qualcuno c’è anche già riuscito.
Il primo paese a RIFIUTI ZERO del mondo si chiama Kamikatzu , si trova in Giappone e conta circa duemila abitanti. Racconta Domu:
Dal 2003 dividono i loro rifiuti, dopo averli lavati e asciugati,in 34 contenitori diversi e in cambio del loro lavoro ricevono biglietti della lotteria.
Per i rifiuti organici invece, ogni cittadino fa da sé, provvedendo al compostaggio in casa. Il lavoro necessario a riciclare tutti i rifiuti è notevole, ma la cittadinanza sembra accettarlo bene. Secondo un sondaggio fatto tra la popolazione locale, il 60% degli intervistati si dichiara d’accordo con l’iniziativa.
Un’esperienza simile non nasce a caso in Giappone. E non dipende solo dal fatto che qui ci sono già leggi molto severe sul tema dell’inquinamento e del rispetto ambientale ma anche da fattori culturali e sociali.
Certo, paragonare un caso simile alla situazione italiana può risultare sconfortante, ma sorprendentemente ci sono punte di eccellenza in questo settore anche nel nostro paese. Uno di queste è Piane Crati, un comune in Calabria in cui si riciclano il 93% deirifiuti.
Scrive Blogeko : niente più cassonetti in strada, rifiuti ritirati solo ed esclusivamente a casa e tanti vantaggi per tutti.
Innanzitutto perché pochissimo materiale di scarto finisce in discarica - quindi meno problemi logistici e ambientali - ma soprattutto tanti vantaggi economici per tutti, dal Comune ai cittadini.
Fino a qualche anno fa l’amministrazione portava in discarica oltre 40 tonnellate di monnezza ogni mese, per un costo complessivo intorno ai duemila euro.
Negli ultimi tempi invece è cambiato tutto, i volumi si sono ridotti a meno di due tonnellate, con benefici economici facilmente quantificabili.
Il motore dell’iniziativa? I bambini. Gia, proprio loro, attraverso una campagna di informazione rivolta alle scuole, hanno permesso di far decollare l’iniziativa trasmettendo concetti come riduzione, riuso, riciclaggio.
Non mi aspetto che l’attuale governo coltivi la stessa idea di Obama ma i cittadini e le amministrazioni dei comuni italiani potrebbero fare la differenza seguendo l’esempio di Capannoni e Piane Crati.
1° gennaio 2010 l’Italia recepirà la normativa europea EN13432 che vieta la produzione e commercializzazione dei sacchetti di plastica per la spesa.
Si fa presente come ogni cittadino italiano faccia uso ogni anno di circa 30 kg di buste di plastica, con l’aggravante che molto spesso vengono buttate e non riutilizzate, contribuendo a far bruciare tonnellate e tonnellate di petrolio per produrne di nuove.
Non si potrebbe a Piasco avviare in anticipo l’applicazione di questa normativa distribuendo a ciascun cittadino una o più borse di stoffa e sensibilizzarne l’utilizzo iniziando dai commercianti?
Per Finire ,sono orgogliosa che il mio Comune sia arrivato 3° nella classifica del Consorzio Sea
Di cagio (del 03/10/2009 @ 17:50:44 in Politica, linkato 2893 volte)
Ricevo e pubblico due testi che Iveta Kadlecova, consigliere comunale, mi ha inviato. Le sue dichiarazioni sono state anche pubblicate dai giornali e sono agli atti del Comune, quindi, dopo aver concordato con Dottore il contrario, le pubblico integralmente. E' complicato il ruolo di Dottore come webmaster di piasco.net, infatti è il solo responsabile di quanto viene pubblicato, anche non da lui, e se qualche buontempone irascibile decide di denunciare il primo ad avere problemi e lui. Non se lo merita perché ha lavorato molto perchè ognuno possa esprimersi liberamente. Anyway quello che pubblico è depositato in comune, quindi Doc, “stai in 'na bote de fero” Mi scuso anche con chi voleva leggere prima queste cose, ma non lavoriamo per il blog, ne Dottore, ne io, ne altri. Non lavoriamo nemmeno per la Sagra, anche se ore che in queste settimane spendiamo per preparare un evento che sta diventando sempre più complicato da gestire, e con sempre meno gente disposta a prendersi delle responsabilità, stanno ormai superando sia quelle che dedichiamo ai nostri mestieri che ovviamente quelle che andrebbero dedicate al riposo. Se qualcuno invece ha pensato, anche solo per un nanosecondo che il pezzo non sia stato pubblicato prima perché potremo aver subito qualche pressione dovrebbe, in ordine:
vergognarsi;
pensare un attimo al fatto che c'è gente non ricattabile, e siamo tra quelli;
pensare che chi ha il sospetto ha il difetto;
rispettare chi ha sempre avuto il coraggio di scrivere e firmare quello che molti borbottano sottovoce, ricevendo complimenti da molti ma anche non vedendosi più salutare da alcuni, e peggio sentendosi, se pur vagamente, minacciato, non certo nella sua incolumità, ma di ricevere in qualche caso un trattamento, un po' meno uguale degli altri.
Oggi c'è una manifestazione sulla libertà di stampa, figuratevi se mi perdo l'occasione di pubblicare qualcosa di fastidioso ;) Ecco i due pezzi inviatimi da Iveta:
Buona sera a tutti Piasco 29/09/09
1) Concedetemi solo due parole, non voglio annoiarvi.Tutto quello che ho da dire,nel dettaglio lo troverete scritto nel documento che consegnerò al termine del consiglio da allegare al verbale della serata. Chiedo innanzi tutto scusa a tutti i piaschesi ,che in campagna elettorale mi avevano avvertita: non ti fidare, quella non è una lista civica ma una lista politica ben mascherata. Prima o poi la sua vera "NATURA" verrà fuori, ma ero in buona fede.
2) Ora mi rivolgo ai componenti della maggioranza:so che in questi giorni avete cercato di rimettere insieme i cocci, voi pensate di averlo fatto per il bene del paese. Secondo me vi sbagliate. Sapete benissimo che in questi pochi mesi il sindaco ha agito da solo, informando solamente chi voleva lui. Esempio : sulla nomina di alcuni componenti della casa di riposo, sia io che alcuni di voi non ne sapevano nulla,non so gli altri, è vero o non è vero?...Oppure: la gaffe con il marito della dottoressa Manfredi ,quando era alla disperata ricerca del nuovo segretario comunale. Se voi lo sostenete senza ragionare con la vostra testa, alzando solamente la mano in consiglio comunale,come succedeva prima, la prossima volta che andremo a votare, i piaschesi se lo ricorderanno.(Ricordiamoci che la gente voleva il cambiamento anche per quello).
3) Faccio solo un cenno ai fatti più importanti che hanno portato al mio esonero. Casa di riposo: il sindaco mi da il mandato per convincere la sig,Bruna Ballatore a rimanere al suo posto.Dopo che sono riuscita in questo incarico mi dice , bene un problema in meno. Poi improvvisamente di testa sua cambia tutto senza dire niente a nessuno. Voi dite che avete preso le mie difese e vi ringrazio, ma il sindaco ha fatto comunque come ha voluto, e da quel momento non mi ha più rivolto la parola quasi per una settimana ed il nostro rapporto rimasto compromesso.
4) Seconda questione: le scuole medie appaiono degradate e non hanno l'agibilità. Ho chiesto all'ufficio tecnico di fare le verifiche per poter mandare i bambini a scuola in sicurezza. Il sindaco non era per niente entusiasta di questa mia richiesta. Quando si tratta della sicurezza dei nostri ragazzi non possiamo fare finta di niente. Forse lui non lo sa, ma se succede qualcosa il sindaco ne risponde. Invece di ringraziarmi, mi toglie le deleghe. BRAVO! COMPLIMENTI!! Vorrei ricordare che quello che sono riuscita a fare in questi mesi è sotto gli occhi di tutti, e mi dispiace di non poter portare avanti i miei progetti, specialmente quello per il doposcuola e tutti gli altri in ambito sociale, che comunque lascio in buone mani all' assessore Luca Giraudo.
5) Voglio precisare che in seguito a questi fatti, io intendo di assumere in questa sala un ruolo di consigliere indipendente. Mi sembra la cosa più corretta nei confronti dei cittadini che mi hanno votata e non voglio schierarmi con la minoranza.Dico subito che il mio impegno sarà quello di informare la gente su tutto quello che combina o non combina l'amministrazione. Vi posso garantire che in questo compito mi impegnerò al massimo,anche se da quando mi sono state tolte le deleghe, per me è diventato più difficile accedere ai documenti.Molto probabilmente cè lo zampino di qualcuno ! Ma io non mi scoraggio per questo, chi mi conosce sa che sono decisa. Riconosco che a volte non sono stata diplomatica,ma era molto difficile esserlo nelle situazioni in cui mi sono trovata. Non credo alla stima che il sindaco dice di avere nei miei confronti,perchè ,da parte sua,non c'è stato nessun tentativo di dialogo. Io invece la stima che avevo l'ho persa e penso che non sia assolutamente all'altezza del compito che gli è stato affidato, NON E' CAPACE DI FARE IL SINDACO Grazie e buona sera a tutti. Iveta Kadlecova
CRONISTORIA
Questione cellulari
Appena assunte le cariche di assessore e di vicesindaco, mi veniva dato in dotazione un telefonino tipo Motorola RAZR, che nella passata amministrazione veniva usato dal sig. Barberis. Dopo pochi giorni, in Comune, mi chiedevano l'apparecchio per sostituirlo con un modello di ultima generazione HTC DIAMOND. A me sembrava uno spreco e l'ho rifiutato. A questo punto volevo vederci chiaro. Venivo pertanto a conoscenza, che nel comune di Piasco, tutti i dipendenti hanno in dotazione dal 2001 i telefoni cellulari. Ho preso informazioni presso altri comuni della zona, e anche della provincia di Torino e questo non succede praticamente da nessuna altra parte.Visto che tra i punti del nosto programma c'erano la trasparenza e la lotta agli sprechi,ne ho parlato in una riunione del gruppo.I pareri, sulla questione erano diversi, e si decideva di attendere il nuovo segretario prima di prendere una decisione.A questo punto c'è stata una fuga di notizie e alcuni commenti apparsi sul blog, (articolo :Tutto rinnovato 29-07). Io mi sono sentita in dovere di far chiarezza, e ho risposto, sempre sul blog, in data 19-08. Forse questa mia iniziativa non è piaciuta, ma fa lo stesso. Faccio presente che oggi esistono, a costi contenuti, tecnologie che permettono alle aziende e quindi anche ai comuni di non addebitare i costi delle chiamate personali dei dipendenti sul conto del comune, al fine di evitare abusi e privilegi.
Questione Casa di Riposo
Martedì 30 giugno veniva illustato alla maggioranza, dal geom.Dalmasso, il progetto della nuova scuola media. Al termine della serata, il sindaco ribadiva alla sottoscritta la necessità di convincere la signora Bruna Ballatore,(presidente della casa di riposo), a rimanere al suo posto. Mercoledì 01/07/09 mi recavo presso la casa di riposo accompagnata dallo stesso sig. Dalmasso. Riuscivamo ad ottenere dalla presidente la disponibilità a proseguire nell’incarico per un anno ancora. Questo allo scopo di terminare le attività di ampliamento della struttura. L’accordo prevedeva di affiancarle una persona di fiducia dell'amministrazione comunale, come richiesto dal sindaco che, al termine dell'anno indicato, le sarebbe subentrata nella carica insieme a tre nuovi membri. In quella sede la sig.Ballatore chiedeva anche di poter ultimare il lavoro iniziato, con la collaborazione dei signori Bruno Margaria e Remo Monge Roffarello.Pochi minuti dopo il sindaco, nel proprio negozio, commentava: bene un problema in meno per il paese. Quindi parlavamo qualche minuto sulla persona da affiancare alla presidente. Il giorno dopo veniva proposto al sindaco dal consigliere Luca Giraudo il nome di Natale Monge come candidato, ottenendone il consenso . Giovedì 02/07/09 insieme al sig. Luca Giraudo, e il sig.Mauro Dalmasso incontravo il sig. Natale Monge che ci garantiva la propria disponibilità alle condizioni concordate con la Presidente Ballatore Bruna. Lo stesso sindaco, avuta la notizia lo invitava personalmente nell’incontro del gruppo di maggioranza, che si sarebbe tenuto il successivo 10 luglio. Venerdì 10/07/09 avveniva l'incontro previsto e il sindaco, a sorpresa, dichiarava di aver cambiato idea in merito, sostenendo di aver trovato lui tutti i membri per la nuova gestione, e chiedeva al sig. Monge di accettare da subito l'incarico. Lui rifiutava, dichiarando che accordi presi con la sottoscritta e con Luca Giraudo non erano quelli. In guella sede tra il sindaco e me avveniva una discusione molto accesa, dove io, minacciando le dimissioni, dichiaravo di non accettare di essere presa in giro, e che si sarebbe assunto tutta la responsabilità di questo ripensamento. Con il senno di poi credo che, già da quel momento, il sindaco avesse deciso di esautorarmi. Sabato 11/07/09 si teneva, presso la mia abitazione, un'incontro richiesto dal sig. Luca Corrado, nell'intento di trovare un accordo. Era presente anche il sig. Dalmasso In quella sede ribadivo con forza di aver semplicemente agito dietro mandato del sindaco e non di mia spontanea iniziativa, come si voleva far credere.Veniva quindi ipotizzata la soluzione che portasse a sette i consiglieri della casa di riposo, in modo che potessero essere compresi i due membri proposti dalla sig.Ballatore, e i quattro membri proposti dal sindaco. Per poter fare questo bisognava accertarsi che lo statuto dell'ente lo prevedesse. Al termine dell'incontro il consigliere Luca Corrado assicurava che ogni decisione in merito si sarebbe presa collegialmente, durante la riunione prevista per il 17/07/09. Lunedì 13/07/09 Accompagnata dal sig. Mauro Dalmasso,verso le ore 9,30, mi recavo presso la casa di riposo per ritirare copia dello statuto da dare a Luca Corrado. Li venivo informata dalla sig.ra Ballatore che il sindaco in persona, un'ora prima, le aveva comunicato la sua decisione di rinnovare totalmente il direttivo dell'ente. E la riunione prevista per il 17/07/ allora? A questo punto ero intenzionata a dimettermi, ma il sostegno manifestato da tutto il gruppo, ad eccezione del sindaco che non mi parlava più, mi ha convinta a desistere.
Questione scuole
Venerdì 07/08/09 alle nove del mattino veniva da me in comune il presidente della scuola materna sig. Davide Monge, che mi chiedeva un aiuto per ottenere i certificati di agibilità dell'immobile, che lui domandava da anni. Mi recavo presso l'ufficio tecnico dove venivo informata che nessun edificio scolastico a Piasco era provvisto dei certificati di agibilità. Durante la riunione della giunta, nel pomeriggio, chiedevo spiegazioni a riguardo al tecnico comunale geom.Ponza, che mi rispondeva in modo vago, dicendo, che in passato non serviva. A questo punto presentavo richiesta scritta e protocollata , (allegato n°2 ) verifiche di tutti gli edifici scolastici comunali. In quella sede sia il sindaco che l'assessore Barbero non mi hanno appoggiata.Sostenevano la tesi che la mia reazione era esagerata, che non c'era da preoccuparsi troppo, che le scuole strutturalmente erano sicure.Comunque, alla fine, si decideva di contattare un professionista per le verifiche necessarie per ottenere l'agibilità. Purtroppo eravamo ad agosto e l'ingegnere era in ferie, (professionista di fiducia del geom.Ponza ) Primo settembre riunione in comune, presenti il sindaco, l'assessore Barbero, il geom.Ponza, l'ing. di Centallo ed io. Tutti minimizzavano il problema dicendo che c'erano comunque scuole anche più malmesse. Io ribadivo il concetto che noi dovevamo preoccuparci delle nostre e non di quelle degli altri. Ma ero sola contro tutti. In quella sede è stata letta la lettera dei genitori preoccupati dello stato di degrado delle scuole medie. Siamo rimasti d'accordo che questo studio di Centallo avrebbe fornito un preventivo di spesa sui lavori da fare ed il loro onorario.In seguito non sono stata più informata di nulla. Il 03/09/09 si è tenuto un incontro in comune con la nuova preside delle scuole medie. Presenti: il sindaco, la sig.Chiara Monge Rofarello, il geom.Ponza ed io. In quella sede ho parlato della mia richiesta di verifiche del fabbricato in funzione della sicurezza, viste le preoccupazioni mie e dei genitori. Ci siamo recati con la preside a fare un sopralluogo e, appena visionato l'edificio, la prof.Basso ha immediatamente deciso di chiedere le verifiche necessarie. A seguito di questa visita alla scuola, ho presentato richiesta scritta e protocollata ( allegato n°3), al sindaco ed al tecnico comunale, per sollecitare il rilascio di un documento di agibilità provvisorio,che permettesse il regolare inizio dell'anno scolastico. Su questa mia iniziativa il sindaco non era d'accordo, ma ripeto, nel ruolo di assessore ai servizi scolastici, mi sentivo in dovere di intervenire. Segue la risposta dell'uff. tecnico,(allegato 4). 08/09/09 ispezione da parte della ASL in presenza della Preside, del sindaco, dell'ass.Barbero, del tecnico comunale,dei professori Rivoira e Bertone, e della sottoscritta. 10/09/09 ispezione da parte dei vigili del fuoco con la presenza delle stesse persone indicate sopra. Dopo l'ispezione c'è stata una discussione tra il sindaco e la sottoscritta, dove venivo accusata di remare contro, e per questo motivo mi avrebbe tolto tutti gli incarichi. Concludendo: io penso , di aver agito sempre per il bene della comunità e ho la coscienza a posto.
Di Anna76 (del 20/12/2007 @ 17:47:12 in generale, linkato 1964 volte)
Nel forum precedente (Piasco, che luce hai?) si accennava in un commento alle strade strette che non si possono più allargare perché i lati sono occupati da case (regolarmente costruite e approvate dai piani regolatori).
Vorrei chiedere la vostra opinione in merito: Secondo voi, ha senso un piano regolatore che consenta di costruire in un paese (Piasco, Verzuolo, Manta, … Frassino, …) le case ovunque, senza un minimo di ordine e criterio?
Mi spiego meglio: Io ho sempre inteso che un paese si debba espandere possibilmente dal concentrico verso l’esterno, lasciando ampi spazi di verde pubblico (giardinetti, parchi giochi, …), eventuali parcheggi e perché no piste ciclabili. Il nostro paese di Piasco mi sembra che sia cresciuto bene (c’è un bellissimo viale, ci sono molti spazi di respiro tra le varie costruzioni, …), ma se devo essere sincera (ed è un mio commento personale) mi dispiace che si continui a costruire alla sinistra della provinciale (salendo da Verzuolo a Venasca), perché secondo me converrebbe prima fare due cose:
1) costruire il nuovo nelle parti ancora edificabili (soprattutto zona S. Antonio) alla destra della provinciale
2) in mancanza di posti o di cifre troppo onerose da sostenere (w il caro mutui ), ristrutturare le tante case vuote che ci sono a Piasco.
Non è una presa politica la mia, ma un ragionamento che faccio molto liberamente, perché a forza di costruire a ridosso delle strade, non ci sarà più spazio per eventuali marciapiedi, piste ciclabili, …. Insomma, non vorrei che Piasco tra qualche anno avesse lo stesso problema di Frassino, ossia:
1) il problema dei cittadini che devono attraversare la strada da sinistra a destra per entrare in paese, con conseguente pericolo di incidente
2) traffico rallentato nei week end e non solo.
Mi piacerebbe sapere il vostro parere al riguardo.
La condivisione è una delle forme di cultura più bella che ci sia, perché ci da il modo di scambiarci idee e opinioni, accrescendo il nostro bagaglio culturale.
Di Marta (del 07/06/2008 @ 16:57:03 in Notizie, linkato 2433 volte)
Oggi su Repubblica è comparsa questa intervista a Jeremy Rifkin, attivista del movimento pacifista ed ambientalista spesso impegnato negli Stati Uniti, anche politicamente, a sostegno dell'adozione di politiche governative "responsabili" in diversi ambiti sia relativi all'ambiente ma anche alla scienza ed alla tecnologia. Ho copiato e incollato spudoratamente l’articolo, ma penso sia per una buona causa. Per non credere ciecamente a tutto ciò che ci viene propinato dai nostri politici, o per lo meno farlo dopo esserci opportunamente informati e aver formulato criticamente una nostra opinione personale. Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema Dopo l'incidente di Krsko il guru dell'economia all'idrogeno spiega perché l'Italia sbaglia Rifkin, l'energia fai-da-te così ci salveremo dal nucleare di RICCARDO STAGLIAN UNA fatica inutile. Perché se anche rimpiazzassimo nei prossimi anni tutte le centrali nucleari esistenti nel mondo, il risparmio di emissioni sarebbe comunque un'inezia. Un quarto di quel che serve per cominciare a rimettere le briglie a un clima impazzito. Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. Come curare malattie nuovissime con la penicillina. E non c'è neppure bisogno dei campanelli di allarme tipo Krsko per capirlo. Basta guardare i numeri senza le lenti dell'ideologia. Proprio l'attitudine che, in Italia, scarseggia di più per il guru dell'economia all'idrogeno. Si vedrebbe così che l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. E che il problema dello smaltimento delle scorie è drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale". L'incidente all'impianto sloveno arroventa il dibattito italiano, a pochi giorni dall'annuncio del ritorno al nucleare. Cosa ne pensa? "Ho parlato con persone che hanno conoscenza di prima mano dell'incidente, e mi hanno tranquillizzato. Non ci sono state fughe radioattive e il governo ha gestito bene tutta la vicenda. Ho lavorato con l'amministrazione Jan%u0161a e posso dire che hanno sempre dimostrato una leadership illuminata nel traghettare la Slovenia verso le energie rinnovabili. Non posso dire lo stesso di tutti i paesi europei, ma posso lodare le politiche energetiche di Ljubljana. Superata questa crisi, in generale possiamo sentirci sicuri? "Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl". Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo? "Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui". Un finto argomento quindi quello del nucleare "verde"? "Non in assoluto, ma relativamente alla realtà, sì. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...". Ci sono altri ostacoli lungo questa strada? "Io ne conto cinque, e adesso vi dico il secondo. Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili". Ecoballe all'uranio, un pensiero da brividi. E il terzo ostacolo? "Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio sta per raggiungere il suo peak. I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Aggiungo il quarto punto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe. La Casa Bianca e molti altri governi fanno un gran parlare dei rischi dell'atomica in mani nemiche. Ma i governi buoni di oggi diventano le canaglie di domani". Siamo arrivati così all'ultima considerazione. Qual è? "Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata". Se questi sono i dati che uso ne fa la politica? "Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche". In che senso? C'è un'energia di destra e una di sinistra? "Direi modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo". E il modello democratico, invece? "È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet". Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia? "Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili". Ci dica come si affronta questa transizione. "Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla". Oltre che motivi etici, sembrano essercene anche di economici molto convincenti. È così? "In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia". A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché? "Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".
Ora che li abbiamo incontrati e sappiamo chi sono quelli del Movimento a 5 Stelle la prima impressione,almeno per i candidati della lista provinciale, è che ci troviamo di fronte a persone normali che in politica possono sembrare “dilettanti allo sbaraglio”, tanto sono lontani dallo stereotipo dell'uomo politico italiano stile “So tutto Io” degli ultimi decenni.
La percezione, all'inizio, disorienta un po' tanto siamo abituati alla (finta) democrazia delegativa che in Italia ci ha portato alla situazione di oggi. I “professionisti” della politica è vero, in campagna elettorale, sanno fare ben di più. Tutti slogan e certezze rassicurano le “pecorelle smarrite” con i loro programmi fatti sempre di più: più lavoro, più salute, più educazione, ecc.ecc. In campagna elettorale, sembra quasi una parola d'ordine tra i politici di mestiere, guai ad essere pessimisti oppure semplicemente realisti. Peccato che, appena superato lo scoglio dell'urna, tutti o quasi tutti si dimenticano delle promesse fatte. I contatti con gli elettori diventano sporadici o superflui. La “delega” a governare li fa chiudere nei palazzi, sordi alle istanze della gente specie quando queste si vanno a scontrare con gli interessi delle “famiglie potenti” che si sono impossessate di tutti (o quasi) i partiti.
L'alternativa di Davide Bono e di Piemonte 5 stelle richiede innanzitutto uno sforzo culturale. Occorre passare da un modello di democrazia delegativa ad uno di democrazia partecipativa dove ognuno, nella propria sfera di competenze ed interessi, si occupa o meglio si preoccupa di migliorare il mondo intorno a se.
Non esistono alternative se vogliamo costruire un futuro migliore. Il modello lo abbiamo già sperimentato a Piasco, negli ultimi anni, in campo ambientale o in quello sportivo-ricreativo. Associazioni e gruppi di cittadini, collaborando con l'assessore o l'amministratore di riferimento, hanno fatto fare dei passi avanti alla nostra comunità. La filosofia politica alla base del Movimento a 5 stelle ora la conosciamo. In due parole l'ha riassunta Fabrizio Ghirardi di Alba quando ha fatto cenno all'ideologia della Decrescita Felice di Maurizio Pallante.
Il sito dedicato la riassume così: La decrescita è la consapevolezza che non c’è progresso senza conservazione; indifferenza alle mode e all’effimero; attingere al sapere della tradizione; non identificare il nuovo col meglio, il vecchio col sorpassato, il progresso con una sequenza di cesure, la conservazione con la chiusura mentale; non chiamare consumatori gli acquirenti, perché lo scopo dell’acquistare non è il consumo ma l’uso; distinguere la qualità dalla quantità; desiderare la gioia e non il divertimento; valorizzare la dimensione spirituale e affettiva; collaborare invece di competere; sostituire il fare finalizzato a fare sempre di più con un fare bene finalizzato alla contemplazione. La decrescita è la possibilità di realizzare un nuovo Rinascimento, che liberi le persone dal ruolo di strumenti della crescita economica e ri-collochi l’economia nel suo ruolo di gestione della casa comune a tutte le specie viventi in modo che tutti i suoi inquilini possano viverci al meglio. In quest'ottica, capite bene, che la contrapposizione politica con gli schieramenti dominanti (ma anche, purtroppo, con la cultura) è fortissima.
Un esempio? Il problema energia. La ricetta degli schieramenti politici dominanti è pressoché uguale. Puntare sulle biomasse (Bresso) oppure sul nucleare (Cota) per produrre più energia in modo alternativo alle fonti fossili. Gli effetti collaterali, naturalmente, sono minimizzati o nascosti in ossequio al grande business che si va a creare. Bono ed il Movimento di Beppe Grillo propongono invece il risparmio energetico, la riqualificazione energetica degli edifici, l'autoproduzione di energia con il sole, l'acqua , il vento sicuramente anche con le biomasse a patto che sia fatto in modo sensato e sostenibile.
Utopie? Forse, peccato che sia già un modello sperimentato con successo da anni in Germania ed Austria. Gli effetti collaterali: una ricaduta in termini di occupazione onesta e dignitosa incredibile in questi tempi di crisi ed un grosso passo avanti nella battaglia per un ambiente più pulito e sano in cui vivere Mi fermo qui augurandomi che altri proseguano ed integrino il discorso sul nostro blog.
Concludo, invece, riportando una lettera pubblicata sul Corriere di Saluzzo che riassume in modo esemplare il dubbio riscontrato in tanti cittadini sull'opportunità di dare il proprio voto ad uno schieramento che, se va bene, arriverà a percentuali ad una cifra eleggendo pochi candidati, virus della democrazia partecipativa, nel Consiglio Regionale.
I furbetti del "voto utile" La correttezza dell’informazione non è propriamente uno dei punti di forza della democrazia italiana. Ma sotto le elezioni, da qualche tempo a questa parte, tutti diventano dei signori, nella premura di garantire a TUTTI i candidati lo stesso spazio a disposizione. A TUTTI? Beh, no, forse non proprio a tutti... diciamo ai rappresentanti dei due più grandi partiti, dei due osannati Monoliti della politica italiana, e alle rispettive coalizioni. La cosiddetta “par condicio” è dovuta a loro, che, grazie agli enormi poteri economici che rappresentano e li sponsorizzano (notoriamente legati anche giornali e televisioni), monopolizzano il mercato e detengono il primato delle preferenze. Poi, ci sono anche altre liste, certo, ma... lasciate perdere, ci dicono neanche troppo tra le righe i mezzi d’informazione: votate i Monoliti, tanto vincerà uno di loro. E i Monoliti godono. Da anni, da decenni (anche se sono nati dopo, hanno ereditato solide ceneri dai loro predecessori) fondano il loro consenso proprio sul “voto utile”, sulla finta democraticità delle campagne elettorali, dove di fatto può vincere solo chi detiene già un’ampia fetta di potere, perché degli altri non si parlerà praticamente nulla. E i due Colossi, pur cantandosele sonoramente in campagna elettorale per mettere in mostra le differenze, diventano di fatto sempre più simili, in modo che sia sempre garantita una continuità al sistema italiano, con tutti i suoi annessi e connessi che tutti ormai dovremmo conoscere. Insomma, alle elezioni, di fatto, “possiamo cambiar tutto, a patto che si lasci tutto come era”. A meno che... a meno che i cittadini Italiani non comincino, uno dopo l’altro, a guardarsi intorno, valutando TUTTI i programmi, visionando TUTTI i candidati, e non solo quelli che si riferiscono ai Monoliti. E inizino, sempre in maggior numero, ad assumersi la fatica e la responsabilità di informarsi personalmente, e non solo tramite i Grandi Giornali e le Grandi Televisioni. Perché quella del “voto utile” è una grandissima stupidaggine, che può esistere solo in grazia di un sistema d’informazione malato e dell’assuefazione degli elettori. Che devono rivendicare, proprio attraverso il voto, la loro vera libertà, che è quella non di scegliere quello che si ritiene “il male minore”, ma la lista che veramente, fra tutte, li rappresenta meglio. Una libertà che, se si vogliono veramente cambiare le cose, deve avere il coraggio di rischiare.
Di Dulce (del 09/07/2009 @ 16:50:40 in Eventi, linkato 2357 volte)
Dopo il grande successo dello scorso anno a Sant’Anna di Roccabruna, i ragazzi del presidio provinciale di Libera (“Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", associazione nata il 25 marzo 1995 su iniziativa di don Ciotti) hanno deciso di continuare l’iniziativa anche quest’estate. Si svolgerà dal 22 al 26 luglio, a Madonna del Colletto (Valdieri), luogo simbolo della Resistenza al nazi-fascismo e sarà dedicato alla libertà d’informazione, perché “si deve far capire alla gente quanto sia importante avere un’informazione seria e indipendente che racconti i fatti così come stanno e badi soltanto al bene dei cittadini” dicono alcuni ragazzi del presidio. Senza contare che quella italiana è una vera e propria tragedia, “con 9 giornalisti ammazzati negli ultimi anni e oltre una decina tuttora sotto scorta”. Dopo lunghi mesi passati a organizzare l’evento, grazie anche alla collaborazione dell’A.N.P.I. (associazione nazionale partigiani italiani), del Comune di Cuneo e quello di Valdieri e dei ragazzi dell' Associazione Culturale 33Giri.
IL PROGRAMMA DEFINITIVO
Mercoledì 22
Primo pomeriggio: “Chiamala, se vuoi, coscienza civile”, con:
Don Ciotti: sacerdote che si batte da anni per la giustizia e l’impegno civile. Fondatore di Libera e del Gruppo Abele.
Andrea Scanzi: giovane e brillante firma di MicroMega e La stampa. Autore del best-seller “Elogio dell’invecchiamento”. Il suo ultimo libro è “Ve lo do io Beppe Grillo”.
Giovedì 23
Mattina: “Per non morire di mafia”
Marco Nebiolo: giornaliste della rivista di approfondimento politico-sociale Narcomafie.
Stefano Fantino: giornalista di Liberainformazione (Osservatorio nazionale sull’informazione per la legalità e contro le mafie).
Pomeriggio: “Cittadini, non sudditi. Giornalisti, non servi”, con:
Carlo Vulpio: Giornalista. Inviato del Corrire della Sera. E’ autore di Roba Nostra e La città delle nuvole. Viaggio nel territorio più inquinato d’Europa. Gli è stato tolto, perché i suoi articoli erano troppo scomodi, l’incarico di seguire come cronista le inchieste del pm De Magistris.
Piero Ricca: Giornalista e famoso blogger (www.pieroricca. org). Dicono di lui: “Che io sia un mafioso è incerto, mentre è certissimo che lei sia uno stronzo!” Marcello Dell’Utri “Se la gente facesse come lui, molti ipocriti dovrebbero espatriare” Beppe Grillo
Pino Maniaci: ovvero l’informazione senza bavaglio come strumento di lotta alla mafia. Davanti alle telecamere della sua Telejato, piccola e indomita emittente siciliana di Partitico, da anni Pino Maniaci ci dà lezioni di buon giornalismo.
Sera: “Gaza, Palestina: strage continua”, videocollegamento con: Vittorio Arrigoni, giornalista inviato di guerra del Manifesto.
Venerdì 24
Mattina: “Diventare giornalisti” con:
Paolo Gerbaudo: giornalista de Il Manifesto. Scrive di politica, ambiente e società.
Pomeriggio: “Noi giochiamo pulito. Presentazione de Il fatto Quotidiano”, con:
Antonio Padellaro: Giornalista. E’ stato direttore de l’Unità. Tra i fondatori, con Marco Travaglio, e futuro direttore de Il fatto Quotidiano. Il suo ultimo libro è “Io gioco Pulito”.
Oliviero Beha: giornalista radiotelevisivo e della carta stampata in prima linea anche nella difesa della libertà dell’informazione. Cura una rubrica di sport e società su Tg3. I suoi ultimi libri sono “I Nuovi Mostri” e “Italiopoli”.
Sera: “Prove tecniche di trasmissione: le radio resistenti”
Giulio Cavalli: è un attore, drammaturgo e regista italiano. L’ultima sua produzione è il recente Do ut Des, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi. A causa delle minacce ricevute gli è stata assegnata una scorta.
Sabato 25 Mattina: “Se il giornalista resta solo…”
Alberto Spampanato: Quirinalista dell’Ansa, fratello di Giovanni, il corrispondente del quotidiano L’Ora ucciso a Ragusa nel 1972 mentre pubblicava inchieste sui gruppi eversivi neofascisti e su un oscuro omicidio. Autore del saggio Se il giornalista resta solo.
Carla Rostagno: sorella di Mauro Rostagno, sociologo e giornalista italiano. È stato uno dei fondatori del movimento politico Lotta Continua. Ucciso dalla mafia.
Pomeriggio: “La libera informazione italiana, questa sconosciuta”
Luca Telese: giornalista parlamentare. Scrive su Il Giornale. Autore di numerose trasmissioni televisive. I suoi ultimi libri sono “Qualcuno era comunista” e il best-seller “Cuori Neri”.
Fabio Bovi: tra i fondatori, insieme a Giulietto Chiesa, di PandoraTv (la web-tv completamente libera dai poteri forti). www.pandoratv. it
Domenica 26
Mattina: Camminata sui sentieri partigiani Pomeriggio: “1943-2009. La Resistenza continua”, incontro finale con
Livio Berardo: membro dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo.
Attilio Martino: presidente provinciale A.N.P.I. (associazione nazionale italiana partigiani)
Andrea Olivero: presidente nazionale A.C.L.I.
Don Aldo Benevelli: prete partigiano, tra i fondatori di Lvia (Associazione Internazionale di Volontariato Laico).
LE SERATE RESISTENTI
Eccovi il programma delle serate del campeggio..ricordo che si puo venire anche solo la sera e che la birra costerà 2.50€:
GIOVEDI 23: TEATRO STORIE DI PIRATI a cura de “L’interezza non è il mio forte” www.interezza.it Prima ci sarà un videocollegamento con Gaza con VITTORIO ARRIGONI
SABATO 25: CONCERTO OCCITANO SIR MESSER a cura dell’associazione Geghebaba
DOMENICA 26: MAXIMEGACONCERTO FINALE TLO Traffic Light Orchstra ARTURO PIAZZA from Colorado Cafè www.arturopiazza.it
“Gli incontri” ci tengono a precisare i ragazzi di Libera “saranno alternati a concerti, balli occitani, dibattiti, spettacoli teatrali e di giocoleria per ricordare che si può essere impegnati nel sociale anche divertendosi”. Il costo è di 50 € per tutto il campeggio, compresi i pasti. Chiunque voglia partecipare (anche solo per alcune giornate) non deve far altro che compilarel’apposito modulo presente nel sito del campeggio
e portarsi la tenda……… se intendete dormire sul posto.
L’anno scorso io e Dulce abbiamo partecipato a 3 giorni di incontri senza fermarci a dormire ciò è possibile anzi vorrei consigliarvelo se non potete fare altrimenti.
Telefonate a Gianluca Serale (3473300525) per avvisare del vostro arrivo e se intendete condividere pranzo o cena che con un contributo finanziano il campeggio.
ULTIMA NOVITA'
Prima del campeggio ci sarà anche una cena di autofinanziamento in concomitanza con l’anniversario della strage di Via D’Amelio sabato 18 luglio aperta a tutti, presso il Parco della Resistenza a Cuneo. Per prenotarsi e pe avere ulteriori informazioni a riguardo si può scrivere a campeggio.resistente@libero.it o parlare col referente del presidio Gianluca Serale (3473300525).
Di Dulce (del 22/03/2010 @ 16:26:51 in Eventi, linkato 2082 volte)
Oggi è la Giornata Mondiale dell’acqua e la situazione per quanto riguarda il diritto di accesso al prezioso liquido è complessa. Se in molte parti del Pianeta l’acqua non è per tutti, in altre lo è ma a costi esorbitanti; in altre ancora i Governi si organizzano per rendere l’acqua un business simile ad un altro. E’ il caso dell’Italia che ha visto recentemente l’approvazione di una legge che ne privatizza la gestione. Ieri, dunque si è tenuta ieri a Roma una manifestazione enorme: in 200mila sono scesi in piazza per chiedere che sia abolito il decreto Ronchi che di fatto ha travisato quelle che erano le disposizioni europee in materia.
Questo è l’anno dell’acqua, l’anno in cui noi italiani dobbiamo decidere se l’acqua sarà merce o diritto fondamentale umano. Il 19 novembre 2009, il governo Berlusconi ha votato la legge Ronchi, che privatizza i rubinetti d’Italia. E’ la sconfitta della politica, è la vittoria dei potentati economico-finanziari. E’ la vittoria del mercato, la mercificazione della ‘creatura’ più sacra che abbiamo: ’sorella acqua’. Questo decreto sarà pagato a caro prezzo dalle classi deboli di questo Paese, che, per l’aumento delle tariffe, troveranno sempre più difficile pagare le bollette dell’acqua (avremo così cittadini di serie A e di serie B!). Ma soprattutto, la privatizzazione dell’acqua, sarà pagata dai poveri del Sud del mondo con milioni di morti di sete. Per me è criminale affidare alle multinazionali il bene più prezioso dell’umanità (‘l’oro blu’), bene che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici (scioglimento dei ghiacciai e dei nevai) sia per l’incremento demografico. L’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestito dai Comuni a totale capitale pubblico, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile. Purtroppo, il nostro governo, con la legge Ronchi, ha scelto un’altra strada, quella della mercificazione dell’acqua. Ma sono convinto che la vittoria dei potentati economico-finanziari si trasformerà in un boomerang. E’ già oggi notevole la reazione popolare contro questa decisione immorale. Questi anni di impegno e di sensibilizzazione sull’acqua, mi inducono ad affermare che abbiamo ottenuto in Italia una vittoria culturale ,che ora deve diventare politica. Ecco perché il Forum italiano dei Movimenti per l’acqua pubblica, lancia ora il Referendum abrogativo della Legge Ronchi, che dovrà raccogliere, fra aprile e luglio 2010, circa seicentomila firme. Non sarà un referendum solo abrogativo, ma una vera e propria consultazione popolare su un tema molto chiaro :o la privatizzazione dell’acqua o il suo affidamento ad un soggetto di diritto pubblico. Le date del referendum verranno annunciate in una grande manifestazione nazionale a Roma il 20 marzo, alla vigilia della Giornata Mondiale dell’acqua (22marzo). Nel frattempo chiediamo a tutti di costituirsi in gruppi e comitati in difesa dell’acqua, che siano poi capaci di coordinarsi a livello provinciale e regionale. E’ la difesa del bene più prezioso che abbiamo (aria e acqua sono i due elementi essenziali per la vita!). Chiediamo a tutti i gruppi e comitati di fare pressione prima di tutto sui propri Comuni affinché convochino consigli monotematici per dichiarare che l’acqua è un bene di non rilevanza economica. Questo apre la possibilità di affidare la gestione dell’acqua ad un soggetto di diritto pubblico. Abbiamo bisogno che migliaia di Comuni si esprimano. Potrebbe essere questo un altro referendum popolare propositivo. Solo un grande movimento popolare trasversale potrà regalarci una grande vittoria per il bene comune. Sull’acqua ci giochiamo tutto, anche la nostra democrazia. Dobbiamo e possiamo vincere. Ce l’ha fatta Parigi (la patria delle grandi multinazionali dell’acqua ,Veolia, Ondeo ,Saur che stanno mettendo le mani sull’acqua italiana) a ritornare alla gestione pubblica. Ce la possiamo fare anche noi. Alex Zanotelli
Nell'attesa vi consiglio vivamente di visitare il sito
Di Dulce (del 15/01/2009 @ 16:23:53 in Notizie, linkato 2534 volte)
*Firma anche tu. Click sulla scritta che scorre*
NON SI PUO' RIMANERE A GUARDARE
C'è un modo per evitare il massacro di civili. C'è un modo per salvare il popolo palestinese. C'è un modo per garantire la sicurezza di Israele e del suo popolo. C'è un modo per dare una possibilità alla pace in Medio Oriente. C'è un modo per non arrendersi alla legge del più forte e affermare il diritto internazionale:
> CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L'AREA > RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE > FINE DELL'ASSEDIO DI GAZA > PROTEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE
Le nostre organizzazioni si impegnano, insieme a chi lo vorrà , per raccogliere e dare voce alla coscienza civile del nostro paese:
ACLI, ARCI, LEGAMBIENTE, CGIL, AUSER, LIBERA, RETE LILLIPUT, Associazione ONG Italiane - Piattaforma Medio Oriente, Fondazione Angelo Frammartino, Beati i Costruttori di Pace, FIOM, CGIL Funzione Pubblica, Un ponte per, AIAB, CIES, GRUPPO ABELE, CIPAX - Centro Interconfessionale per la pace, Donne in Nero, A Sud, FAIR, Fairtrade Italia, Forum Ambientalista, UCODEP, Terres des Hommes International, Armadilla Onlus, SDL Intercategoriale, Tavola Sarda per la pace, Famiglia di Angelo Frammartino, Luigi Ciotti, Flavio Lotti, Luciana Castellina, Giuliana Sgrena, Enzo Mazzi - Isolotto Firenze, Luisa Morgantini, Vittorio Agnoletto, Giovanni Berlinguer, Sergio Staino, tanti gruppi locali, docenti, amministratori locali, pacifisti e pacifiste, cittadini e cittadine (un primo elenco è consultabile anche su www.arci.it)
Non si può rimanere a guardare! Campagna di raccolta fondi a sostegno della società civile palestinese impegnata nell'assistenza dei civili
In contemporanea con le varie iniziative sostenute dalla nostra associazione a favore della pace nella Striscia di Gaza, Arci ha lanciato una campagna di raccolta fondi per sostenere il partner locale REC (Remedial Education Center) nell'affrontare le conseguenze degli attacchi israeliani in particolare a favore dei minori.
NON SI PUò RIMANERE A GUARDARE!!
ARCI, e tutta l'Italia civile, si sta attivando per fermare il massacro di Gaza con appelli, raccolta firme, iniziative ecc. Per dire: CESSATE IL FUOCO IN TUTTA L'AREA RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ISRAELIANE FINE DELL'ASSEDIO DI GAZA PRETEZIONE UMANITARIA INTERNAZIONALE
Per far fronte all'emergenza socio-sanitaria che questi giorni di guerra hanno molto aggravato, Arci lancia una campagna di raccolta fondi a sostegno della società civile palestinese impegnata nel sostegno ai civili.
In particolare, con i fondi raccolti, Arci sosterrà lo sforzo del REC (Remedial Education Center), con cui collabora da diversi anni nella fornitura di servizi e strumenti ai minori palestinesi della Striscia di Gaza con l'obiettivo di combattere l'isolamente in cui sono costretti e cercare di garantire un livello minimo di normalità per le giovani generazioni, nell'assistenza ai minori principali vittime del conflitto israelo-palestinese e di questa nuova ondata di violenza. Ad oggi il nuovo attacco ha provocato più di 1.000 morti tra cui più di 300 minori, che come in ogni altra guerra, sono le prime vittime dirette e indirette della violenza.
Anche tu puoi aiutarci a sostenerli con contributi da versarea:
ARCI CULTURA E SVILUPPO CAMPAGNA ATTIVARCI CAUSALE - EMERGENZA GAZA
Il Remedial Education Center (REC) è una ONG palestinese nata nel 1993 che rivolge il suo operato a bambini con situazioni problematiche ed attualmente conta circa 500 iscritti. I minori provengono da famiglie che, oltre a dover fronteggiare ogni giorno le criticità della situazione contingente, si trovano in condizioni di particolare povertà e disagio, hanno problemi di socializzazione, chiusura, esagerata timidezza, difficoltà di concentrazione e apprendimento con conseguente caduta della rendita scolastica, fobie, incubi ed enuresi notturne.
Gli operatori del REC sono uomini e donne palestinesi supportati, in maniera occasionale da Volontari provenienti soprattutto dai paesi Europei, legati a progetti i cooperazione internazionale. Le attività vengo portate avanti grazie a contributi finanziari provenienti per lo più dai paesi occidentali e tramite gli affidi a distanza.
Il REC opera in una struttura a tre piani in cui ci sono aule didattiche, laboratori vari, un teatrino, aule per il recupero dei disabili.
I REC persegue da sempre una politica innovativa e controcorrente se si considera il luogo in cui viene attuata e che gli operatori che ci lavorano sono anch'essi palestinesi. I bambini e le bambine infatti, svolgono collettivamente ogni attività e le classi formate da non più di 20 bambini comprendono alcuni portatori di handicap. Il recupero psichico e fisico dei disabili è infatti un'altra tipicità del REC che li segue grazie ad un gruppo di psicologi ed operatori qualificati in un paese in cui sarebbero lasciati a loro stessi senza supporto.
Tra le attività del Centro possiamo inoltre evidenziare quelle didattico-educative di sostegno alla scolarità , quelle ricreazionali, i programmi di guida e supporto alle famiglie, quelli di ricerca e sviluppo, i laboratori musicali, i programmi di sostegno alle madri. In particolare si realizzano programmi di educazione personale vera e propria, attraverso la cura all'igiene individuale, dell'alimentazione, di educazione al linguaggio ed alla non violenza nelle relazioni interpersonali.
Attraverso programmi annuali inoltre, avvalendosi della collaborazione di Associazioni estere, il REC organizza campi estivi in paesi Europei (Summer Camp). Alcuni bambini che versano in situazioni di particolare disagio psichico e comportamentale, vengono quindi inseriti in un programma semestrale che serve a prepararli psicologicamente ad affrontare l'impatto con una realtà , quella occidentale, molto diversa dalla loro.
In Europa quindi i bambini acquisiscono la consapevolezza dell'esistenza di una realtà differente che li porta a confrontarsi con i coetanei occidentali e ad aumentare la propria autostima e conoscenza delle proprie potenzialità .
Collaborazione ARCI-REC
Attraverso programmi annuali e avvalendosi della collaborazione di Associazioni estere, il REC organizza campi estivi in paesi Europei (Summer Camp). Alcuni bambini che versano in situazioni di particolare disagio psichico e comportamentale, vengono inseriti in un programma che serve a prepararli psicologicamente ad affrontare l'impatto con una realtà , quella occidentale, molto diversa dalla loro. In Europa quindi i bambini acquisiscono la consapevolezza dell'esistenza di una realtà differente che li porta a confrontarsi con i coetanei occidentali e ad aumentare la propria autostima e conoscenza delle proprie potenzialità . Negli ultimi anni, l'ARCI ha gestito i Summer Camp del REC nella Città di Grottaglie stringendo così i rapporti di collaborazione con il REC e facendosi promotore di campagne di finanziamento insieme ad alcune Associazioni Laziali e Lombarde e con il coinvolgimento degli Enti locali.
Prima della chiusura della striscia di Gaza, che ha di fatto bloccato la possibilità di continuare a sviluppare le attività , la sede del REC è stata visitata dalla delegazione nazionale dell'ARCI giunta in Palestina con l'obiettivo di espandere la conoscenza riguardo alla situazione politico-sociale della Palestina e dei suoi rapporti con lo stato Israeliano.
La metodologia prescelta per il lavoro comune sino ad oggi svolto è quella di laboratori tematici, che utilizzino varie forme di espressione, e che abbiano come filo conduttore la convenzione sui diritti dell'infanzia dell'Onu del 1989. Tale scelta è stata suggerita dal partner sulla base della propria esperienza pluriennale in questo tipo di lavoro.
La chiusura della Striscia di Gaza da parte di Israele e il riacuirsi del conflitto hanno costretto, nell'ultimo anno, a sospendere le attività progettuali programmate, mentre in questa fase vi è urgenza di affrontare la tragica situazione creata dalla nuova situazione di emergenza causata dal conflitto.
Quello che non sapete su Gaza
Il NYTimes di oggi pubblica un articolo interessante di Rashid Khalidi, professore di studi arabi alla Columbia, autore di 'Sowing Crisis: The Cold War and American Dominance in the Middle East'.
* * *
Quello che non sapete su Gaza
di Rashid Khalidi (NYTimes, 7-1-09)
Quasi tutto quello che siete stati portati a credere su Gaza è sbagliato. Alcuni punti essenziali sembrano mancare dal discorso, svoltosi per lo più sulla stampa, circa l'attacco di Israele alla striscia di Gaza.
Il popolo di Gaza La maggioranza di chi vive a Gaza non è lì per scelta. Un milione e cinquecentomila persone stipate nelle 140 miglia quadrate della striscia di Gaza fanno parte per lo più di famiglie provenienti dai paesi e dai villaggi attorno a Gaza come Ashkelon e Beersheba. Vi furono condotte a Gaza dall'esercito israeliano nel 1948.
L'occupazione Gli abitanti di Gaza vivono sotto l'occupazione israeliana dall'epoca della Guerra dei sei giorni (1967). Israele è tuttora considerata una forza di occupazione, anche se ha tolto le sue truppe e i suoi coloni dalla striscia nel 2005. Israele controlla ancora l'accesso all'area, l'import e l'export, e i movimenti di persone in ingresso e in uscita. Israele controlla lo spazio aereo e le coste di Gaza, e i suoi militari entrano nell'area a piacere. Come forza di occupazione, Israele ha la responsabilità di garantire il benessere della popolazione civile della striscia di Gaza (Quarta Convenzione di Ginevra).
Il blocco Il blocco della striscia da parte di Israele, con l'appoggio degli Stati Uniti e dell'Unione Europea, si è fatto sempre più serrato da quando Hamas ha vinto le elezioni per il Consiglio Legislativo Palestinese nel gennaio 2006. Carburante, elettricità , importazioni, esportazioni e movimento di persone in ingresso e in uscita dalla striscia sono stati lentamente strozzati, causando problemi che minacciano la sopravvivenza (igiene, assistenza medica, approvvigionamento d'acqua e trasporti).
Il blocco ha costretto molti alla disoccupazione, alla povertà e alla malnutrizione. Questo equivale alla punizione collettiva -col tacito appoggio degli Stati Uniti- di una popolazione civile che esercita i suoi diritti democratici.
Il cessate-il-fuoco Togliere il blocco, insieme con la cessazione del lancio dei razzi, era uno dei punti chiave del cessate-il-fuoco fra Israele e Hamas nel giugno scorso. L'accordo portò a una riduzione dei razzi lanciati dalla striscia: dalle centinaia di maggio e giugno a meno di venti nei quattro mesi successivi (secondo stime del governo israeliano). Il cessate-il-fuoco venne interrotto quando le forze israeliane lanciarono un imponente attacco aereo e terrestre ai primi di novembre; sei soldati di Hamas vennero uccisi.
Crimini di guerra Colpire civili, sia da parte di Hamas che di Israele, è potenzialmente un crimine di guerra. Ogni vita umana è preziosa. Ma i numeri parlano da soli: circa 700 palestinesi, per la maggior parte civili, sono stati uccisi da quando è esploso il conflitto alla fine dello scorso anno. Per contro, sono stati uccisi 12 israeliani, per la maggior parte soldati. Il negoziato è un modo molto più efficace per affrontare razzi e altre forme di violenza. Questo sarebbe successo se Israele avesse rispettato i termini del cessate-il-fuoco di giugno e tolto il suo blocco dalla striscia di Gaza.
In un momento in cui Israele sta bombardando Gaza cercando di schiacciare Hamas, vale la pena di ricordare che Israele stesso aiutò ad allevare Hamas.
Quando Hamas fu fondata nel 1987, Israele era per lo più preoccupata del movimento Fatah di Yasser Arafat e pensò che una organizzazione religiosa palestinese avrebbe aiutato a indebolire Fatah. Israele calcolò che tutti quei fondamentalisti musulmani avrebbero passato il loro tempo a pregare nelle moschee, così diede un giro di vite a Fatah e permise a Hamas di crescere come forza alternativa.
In Medio Oriente stiamo assistendo alla sindrome del boomerang. Il terrorismo arabo ha creato un appoggio ai politici israeliani di estrema destra, che hanno reagito duramente contro i palestinesi, che hanno risposto con altro terrorismo, ecc. Gli estremisti di entrambe le parti si sostengono a vicenda e l'assalto terrestre eccessivo di Israele a Gaza creerà verosimilmente altri terroristi nel lungo periodo. (...)
Da inguaribile ottimista e da cittadino italiano che non vuole rassegnarsi al degrado politico e sociale di questi ultimi vent'anni da tempo mi guardavo attorno per vedere se da qualche parte spuntava qualche progetto concreto per cambiare le cose, pronto naturalmente a fare la mia parte.
Il blog di Beppe Grillo con i suoi meetup qualcosa avevano già smosso. Mi chiedevo, però, dov'era finita la parte dell'Italia migliore, quella che ogni giorno si alza al mattino per contribuire ad un mondo più giusto ed umano. Le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, i gruppi e movimenti cattolici, i comitati che sorgono spesso qua e là per rimediare ai disastri della politica.
Realtà diverse e frastagliate che, però, se si unissero diventerebbero una forza importante.
Oggi ho trovato sulla rete una risposta esemplare di Jacopo Fo e Roberta Lombardi che stanno cercando di mettere assieme tutte queste realtà con il Movimento Etico Popolare.
Lo pubblico sul nostro blog per alimentare il dibattito convinto che stiamo vivendo un momento storico importante e delicatissimo dal quale possiamo uscirne solo se sappiamo mettere in campo le energie migliori.
Invito tutti a farlo girare in rete, attraverso i propri contatti.
Nello scenario agonizzante di questo inizio millennio italiano sta succedendo qualche cosa di grosso?
Anche noi avremo a breve un effetto Obama?
Sta per cominciare una rivoluzione politica che ridara' alla gente la gioia di lottare e vincere?
Impossibile?
Se si guardano i telegiornali certamente, ma se si vive nel Movimento dei piccoli gruppi che praticano l’alternativa si assiste a una continua crescita di iniziative e successi. Ovunque fioriscono circoli della Decrescita Felice, del Movimento della Transizione, gruppi d’acquisto, botteghe del commercio equo, feste, concerti, cooperative sociali, imprese ecologiche, filiali di Banca Etica.
Un fenomeno enorme che ha poca visibilita' nel suo complesso ma che a furia di piccoli passi sta modificando casa per casa il panorama politico culturale e sociale. Una realta' che crea lavoro, risparmio energetico, imprese solidali in tutto il mondo.
Migliaia di pasti cucinati ogni giorno per i disperati del pianeta, migliaia di alberi piantati, pannelli fotovoltaici finanziati e costruiti, cibi biologici prodotti, milioni di litri d’acqua e kilowatt risparmiati.
E una cultura diversa che cresce non sui discorsi di chi e' bravo a parlare in pubblico ma grazie all’abilita' delle mani, alla fantasia e al sudore (quello della fronte non quello della lingua). In Italia, nonostante i Veltroni, i D’Alema, i Rutelli, il Presidente e tutte le sue vallette ucraine vestite da babbo natale in bikini, migliaia di persone si alzano ogni mattina e si chiedono: “Come posso far avanzare di un centimetro il mondo migliore?” e si mettono giu' a spremersi il cervello per creare un nuovo conto corrente ribelle, isolare un tetto, vendere un chilo di caffe' che ha dentro la speranza di un contadino peruviano, far arrivare un piccolo mulino a vento nel Kalahari.
E ci riescono!
Questa gente meravigliosa, questi che non sono crollati psicologicamente neanche di fronte all’ultimo disastro elettorale, se si mettono assieme cosa potrebbero combinare?
Pensa per un attimo se questo Movimento del fare si saldasse con i circoli degli amici di Beppe Grillo, con i comitati di lotta contro gli inceneritori e le industrie inquinanti, con componenti di base dei verdi e della sinistra. Pensa se fosse capace di parlare anche alla gente di buon senso che oggi vota a destra perche' non vede alternative.
Siamo tanti, anche se siamo divisi e incapaci di far nascere una strategia comune.
Ma in questi anni abbiamo imparato a usare mezzi nuovi come il web, a organizzarci a rete, a fare impresa e costruire concretamente nuovi mestieri, attivita' commerciali, installare pannelli solari, lampioni ad alta efficienza e caldaie ecologiche, andando oltre la denuncia del marcio nel sistema.
Bello ma impossibile?
E se ti dicessi che qualcuno ci sta pensando?
Sono stato cinque ore con Fabio Salviato, presidente di Banca Etica, Alfredo Giacon che ha fatto il giro del mondo in barca a vela come ambasciatore del movimento solidale italiano e Piera Marsilio, scrittrice e musicista. Abbiamo parlato del neonato Movimento Etico Solidale. Parlare oggi di un nuovo movimento politico puo' sembrare una follia. Ma la cosa non spaventa i fondatori di questo gruppo che credono che sia proprio questo il momento per chiamare all’unita' su obiettivi concreti il popolo che sta opponendosi con i fatti allo sfascio nazionale.
Salviato mi racconta che in Francia le associazioni delle signore che amano i cani, gli ecologisti della prima ora, gli amanti dell’ambiente bucolico, i terrorizzati dalla catastrofe ambientale, i gruppi etici e solidali e i comitati spontanei di difesa del territorio sono riusciti a fare un patto che e' partito dal basso e che ha permesso al movimento ecologista-etico di ottenere un risultato formidabile: oggi sono il terzo “partito” con il 16% dei voti, solo un pelo al di sotto del Partito socialista.
Perche' non facciamo lo stesso?
Uniamo il Movimento del fare, dei piccoli passi, dei piccoli circoli locali, la gente concreta che non ama le chiacchiere e ha a cuore i risultati!
Mentre scrivo stanno arrivando i dati sulle elezioni regionali in Germania. Anche li' una nuova sinistra ha ottenuto risultati notevoli, un segnale che qualche cosa si sta muovendo a livello internazionale.
Quello che mi affascina del Movimento Etico Solidale e' il rifiuto per le divisioni ideologiche, la partenza cercando di portare idee semplici, proposte concrete. Salviato inizia dicendo che sogna un movimento che misuri l’impegno dei propri militanti con il numero di pannelli solari installati, con la quantita' di combustibile fossile risparmiato.
Oggi sarebbe possibile trasformare in fatti le nostre proposte.
Abbiamo decenni di esperienza e le tecnologie sono mature.
Possiamo immaginare di proporre finalmente nuovi strumenti di risparmio, permettendo alle famiglie italiane di investire in modo sicuro e vantaggioso nelle fonti di energia rinnovabile, estendere la logica dei gruppi di acquisto a servizi complessi come la telefonia o le assicurazioni, far risparmiare le famiglie e valorizzare le imprese etiche.
E possiamo perfino dimostrare che un comune che ha bisogno di 3 milioni di euro per costruire una scuola puo' ottenerli dando vita a un progetto globale di razionalizzazione delle risorse energetiche.
Cambi le lampadine e i regolatori di flusso della corrente e tagli l’80% dei costi dell’illuminazione stradale, produci biogas dai rifiuti urbani organici, tagli del 50% i costi del riscaldamento isolando gli immobili, copri i tetti e i parcheggi con pannelli fotovoltaici, dove puoi installi generatori di elettricita' eolici, idrici, a scarti di legno. Con una semplice operazione di prefinanziamento e grazie ai finanziamenti dello Stato puoi realizzare gli investimenti senza sborsare un euro e ottenere contemporaneamente i 3 milioni di euro per la scuola, facendoti anticipare i risparmi ottenuti e gli utili provenienti dalla produzione diretta di elettricita'.
Oggi possiamo non limitarci a dirlo, il Movimento contiene le professionalita' e l’esperienza per trasformare questa possibilita' in un’azione politica diretta. In campagne di riconversione dell’economia dei Comuni. Far vivere la nostra propaganda politica sulle esperienze.
Quando avremo realizzato simili interventi in 10 Comuni avremo dimostrato di avere un progetto vero per la rinascita economica, ecologica e culturale dell’Italia. Non chiacchiere.
Il fatto di trovarmi per la prima volta di fronte a un’organizzazione politica che si muove su questa linea di pensiero mi ha entusiasmato.
E credo che sia importante in questo momento aprire una discussione su questi temi.
Ben sapendo che non sara' facile, non sara' comodo ma potrebbe essere un’esperienza straordinaria di cambiamento.
Vogliamo farlo?
Possiamo farlo?
Come?
abbiamo molto parlato in questi giorni ed il sogno europe ecologique da costruire qui in italia è una sfida che ci piacerebbe vincere.
un primo incontro c'è stato ad alcatraz da jacopo a metà ottobre ed hanno iniziato ad aderire tutta una serie di associazione e realtà che lavorano quotidianamente nella solidarietà, nella filiera corta, nelle energie rinnovabili.
per ora hanno aderito al progetto
Lifegate Planet
Associazione Alcatraz
El Tamiso
Brio
Ecor NaturaSì
Cooperativa Immigrazionisti
Associazione Mairi e Soliles
Unaretedamore
Coscienza in Rete
Associazione Impronta Leggera
e noi che facciamo?
sì lo so, c'è il movimento a 5 stelle e le regionali, ma una cosa non esclude l'altra... ANZI l'amplifica enormemente!
beppe e jacopo hanno parlato di questa cosa più volte e jacopo si è messo in contatto con i ragazzi di campania ed emilia che stanno lavorando al progetto liste civiche regionali. penso sia in contatto anche con voi.
noi nel lazio stiamo anche lavorando con i ragazzi di PBC...
ma voi non li sentite i passi di una MOLTITUDINE INARRESTABILE che inizia a camminare insieme verso la stessa direzione????? vogliamo fare rete con chi abbiamo vicino ogni giorno: chi fa la raccolta differenziata perchè vuole rifiuti zero, chi compra dalla filiera corta ed in modo critico, chi ha un conto in banca etica, chi si fa da solo la sua energia rinnovabile, chi vuole che l'acqua rimanga pubblica, chi coltiva l'orto di quartiere...?
perchè dall'incontro di cue persone che quotidiamente tentano di migliorare il mondo si crea un legame saldo ed insieme siamo una moltitudine inarrestabile!
Il filo conduttore del Campeggio Resistente di quest’anno sarà legato alla ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia. L’iniziativa si terrà nel Comune di Valloriate dal 26 al 31 luglio e il percorso dei dibattiti seguirà differenti tematiche: lavoro, immigrazione, mafie, economie alternative, satira...
Il programma ideato e organizzato dai ragazzi del presidio cuneese di Libera “Daniele Polimeni”, delle associazioni 33Giri e LiberaVoce ripercorrerà in buona parte quanto fatto negli anni scorsi, introducendo alcune novità.
IL PROGRAMMA
MARTEDI' 26 Luglio
Dalle ore 10.00 alle 14.30. Sistemazione e accoglienza campeggianti. (pranzo al sacco da casa)
Ore 15. Presentazione del Campeggio Resistente 2011 con Autorità, Organizzatori e promotori.
Ore 17. Inizio “Gioco delle bande partigiane e della Resistenza” nei boschi e delle frazioni limitrofe a Valloriate.
Dalle 9 alle 11.30. Laboratori a gruppi: attività teatrali, giornalismo e video-making, sistemazione sentiero partigiano e lavori sociali con la popolazione.
Ore 11.30. Incontro/dialogo: “La politica e la religione. Tra eretici, Chiesa e vicende italiane”
Relatori: Paolo Giaccone (storico, autore di "C'è una croce sullo scudo – Le basi cattoliche della DC Cuneese"), Pier Paolo Simonini (studioso di teologia e storia, professore di religione al Liceo Scientifico di Cuneo G. Peano), Alberto Romussi (studioso di diritto, Pastore del Circolo Evangelico cuneese).
Ore 13. Pranzo presso il salone Polivalente.
Ore 15. Conferenza-dialogo. “L'ancella d'Italia. 150 anni di mafia, da fenomeno criminale di territorio a impresa mafiosa ”
Relatore: Isaia Sales (docente di Storia della Criminalità Organizzata dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ex parlamentare e consigliere regionale della Regione Campania)
Ore 18. Conferenza-discussione. “Non c'è più il futuro di una volta. Un dialogo sulle passioni che muovono (ancora?) la politica”
Relatori: Emilio Carnevali (giornalista di MicroMega) e Luca Telese (giornalista de Il Fatto Quotidiano, scrittore e conduttore su La7).
Ore 20. Cena presso il salone Polivalente.
Ore 21. Incontro. “Langhe Doc - Storie di eretici nell'Italia dei capannoni: tra sviluppo economico e tutela del territorio”.
Relatori: Paolo Casalis (regista di Langhe DOC), Federico Ferrero (autore del libro Langhe DOC), Fabio Gianotti e Silvia Bongiovanni (registi di “Nani di pietra, giganti di carta”)
Ore 22.30. Spettacolo teatrale: “Che bella gente” (tributo al grande Giorgio Gaber) Compagnia teatrale “L'Interezza non è il mio forte” (Torino).
Dalle 9 alle 11.30. Laboratori a gruppi: attività teatrali, giornalismo e video-making, sistemazione sentiero partigiano e lavori sociali con la popolazione.
Ore 11.30. Incontro/dialogo: “La vita e il lavoro nell'era del turbo capitalismo. Lentezza e soddisfazione: si può conciliare lavoro e salute ai nostri tempi?”.
Relatori: Federico Baccomo (ex-avvocato d'affari, ora scrittore di successo. Autore di “Studio Illegale” e “La gente che sta bene”, sulla sua esperienza nell'olimpo della finanza), Alessandra Re (docente di psicologia del lavoro all'Università di Torino).
Ore 13. Pranzo presso il salone Polivalente.
Ore 15. Tavola rotonda. “Orientarsi sulle strade della cooperazione. Storia, Filosofia, Progetti “
Relatori: Roberto Schellino (Coordinamento Contadino Piemontese – piccoli produttori del territorio), Enrico Zaninetti (Banca Etica), Peppe Pagano (Libera Terra Campania), Marco Mariano (coop. Retenergie – Solare Collettivo – energie rinnovabili), Luca Gioelli (coop. Libero Mondo – equo solidale e sociale).
Ore 18. Conferenza-dialogo. “Il lavoro. Si scrive posto fisso, si legge utopia”
Relatori: Giorgio Airaudo (segreteria nazionale sindacato FIOM), Filippo Taddei (docente universitario di macroeconomia al Collegio Carlo Alberto di Torino).
Ore 20. Cena presso il salone Polivalente e concerto de “Succulents”
Ore 21. Presentazione progetto “I Granai della Memoria” (interviste alla popolazione locale).
Ore 21.30. Spettacolo e letture poetiche: “Chi è senza peccato non ha un cazzo da raccontare” di e con Vincenzo Costantino, detto Chinaski (poeta narratore e interprete milanese)
Dalle 9 alle 11.30. Laboratori a gruppi: attività teatrali, giornalismo e video-making, sistemazione sentiero partigiano e lavori sociali con la popolazione.
Ore 11.30. Incontro/dialogo. “Le migrazioni, tra sofferenza e desideri. Una prospettiva glocale”
Relatori. Lele Viola (editorialista del La Guida), Valentina Ferrai (associazione MondoQui), ragazze palestinesi del Campo profughi di Jenin (testimoni diretti della questione israelo-palestinese).
Incontro/dialogo. “Uno sguardo sull'Italia e sul Risorgimento” con Daniela Bernagozzi (docente di storia e filosofia presso il Liceo Scientifico G. Peano di Cuneo)
Ore 13. Pranzo presso il salone Polivalente.
Ore 15. Grande assemblea e dibattito collettivo tra i Campeggianti: “E ora che si fa? Alla ricerca di una prospettiva d’azione e di nuovi desideri”.
Ore 17.30. Conferenza. “La vergogna e la fortuna. Storie di migranti e di mafie”.
Relatore: Bianca Stancanelli (giornalista e scrittrice. Inviato speciale del settimanale Panorama. Autrice di “La vergogna e la fortuna. Storie di rom” e “A testa alta. Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario”).
Ore 18.30. Spettacolo teatrale: “La spremuta” (sulla rivolta degli immigrati africani di Rosarno) di e Con Beppe Casales.
Ore 9.00 – Ore 12,30: mattinata sportiva (arrampicata, canoa, equitazione con pony, camminata in montagna)
Ore 13. Pranzo presso il salone Polivalente.
Ore 15. Conferenza-discussione. “La satira (e l'Italia) ai tempi del Bunga Bunga”
Relatori: Francesca Fornario (giornalista satirica dell'Unità), Alessandro Bonino e Stefano Andreoli (ideatori e curatori del celebre sito di satira Spinoza.it), redazione del Misfatto (inserto satirico de Il Fatto Quotidiano).
Ore 18. Conferenza-dialogo. “Le mafie nel nord Italia: nomi, numeri e fatti di una realtà”.
Relatori. Giampiero Rossi (caporedattore della Rizzoli, autore di “Mafia a Milano”, “I boss di Chinatown. La mafia cinese in Italia”),Marco Nebiolo (giornalista di Narcomafie), Giuseppe Catozzella (giornalista collabora con L'Espresso, autore di “L'alveare” sulle mafie al nord), Enzo Ciconte (docente di storia della criminalità organizzata a Firenze, autore di “'Ndrangheta padana”). Modera: Stefano Caselli (giornalista de Il Fatto Quotidiano)
Ore 9. Ore 10. Partenze per camminata sui sentieri partigiani con guida storica: Valloriate – Paraloup
Ore 12. Inaugurazione mostra artistica di Marco Cordero, a Paraloup (in collaborazione con la Fondazione Nuto Revelli)
Ore 13. Pranzo al sacco a Paraloup.
Ore 15. Incontro/dialogo a Paraloup. “L'Italia e il disagio dell'inciviltà: tra delusioni, passioni e desideri”.
Relatori. Marco Revelli (sociologo e professore presso l'Università del Piemonte Orientale, autore di “Poveri, Noi”, “Controcanto”), Laurana Lajolo (scrittrice, sociologa e docente presso l’Università del Piemonte Orientale), Franco Chittolina (Presidente di APICE: Associazione per l'incontro delle culture in Europa), On. Attilio Martino (partigiano, presidente provinciale ANPI).
Ore. 17. Conferenza conclusiva Campeggio Resistente 2011, a Paraloup.
Intervengono: gli organizzatori del Campeggio Resistente 2011, Maria José Fava (referente regione Piemonte di Libera), Valentina Sandroni (coordinatrice provincia Cuneo di Libera), Autorità cittadine.
Ore 18.30. Ritorno a Valloriate sui sentieri partigiani.
Ore 20. “Ultima Cena” presso il salone Polivalente.
Di Dulce (del 11/03/2009 @ 15:13:30 in Eventi, linkato 3029 volte)
LUNEDì 6 APRILE ORE 21 CINEMA MONVISO CUNEO
Per la prima volta in un film, la voce diretta dei migranti africani sulle brutali modalità con cui la Libia controlla i flussi migratori, su richiesta e grazie ai finanziamenti di Italia ed Europa.
Dag studiava Giurisprudenza ad Addis Abeba, in Etiopia. A causa della forte repressione politica nel suo paese ha deciso di emigrare. Nell’inverno 2005 ha attraversato via terra il deserto tra Sudan e Libia. In Libia, però, si è imbattuto in una serie di disavventure legate non solo alle violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio verso il Mediterraneo, ma anche e soprattutto alle sopraffazioni e alle violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Sopravvissuto alla trappola Libica, Dag è riuscito ad arrivare via mare in Italia, a Roma, dove ha iniziato a frequentare la scuola di italiano Asinitas Onlus punto di incontro di molti immigrati africani coordinato da Marco Carsetti e da altri operatori e volontari. Qui ha imparato non solo l’italiano ma anche il linguaggio del video-documentario. Così ha deciso di raccogliere le memorie di suoi coetanei sul terribile viaggio attraverso la Libia, e di provare a rompere l’incomprensibile silenzio su quanto sta succedendo nel paese del Colonnello Gheddafi.
“Come un uomo sulla terra” è un viaggio di dolore e dignità, attraverso il quale Dagmawi Yimer riesce a dare voce alla memoria quasi impossibile di sofferenze umane, rispetto alle quali l’Italia e l’Europa hanno responsabilità che non possono rimanere ancora a lungo nascoste. Il documentario si inserisce in un progetto di Archivio delle Memorie Migranti che dal 2006 l’associazione Asinitas Onlus, centri di educazione e cura con i migranti (www.asinitas.net) sta sviluppando a Roma in collaborazione con ZaLab (www.zalab.org), gruppo di autori video specializzati in video partecipativo e documentario sociale e con AAMOD – Archivio Audioviso Movimento Operaio e Democratico. Le attività della “scuola di italiano” Asinitas Onlus sono portate avanti con il sostegno della fondazione Lettera 27 e della Tavola Valdese. Il film è stato prodotto da Marco Carsetti e Alessandro Triulzi per Asinitas Onlus e da Andrea Segre per ZaLab. Si ringrazia per la collaborazione al progetto Mauro Morbidelli.
A: Presidenti Camera dei Deputati della Repubblica Italiana - On. Gianfranco Fini
Presidente Senato della Repubblica Italiana - On. Renato Schifani
Presidente Parlameno Europeo – Mr. Hans G. Poettering
Presidente della Commissione Europea – Josè M. Barroso
Commissario per Giustizia, Libertà e Sicurezza e Vice-Presidente Commissione Europea – Mr. Jacques Barrot
Alto Commissario UNHCR – Mr. António Guterres
Dopo aver ascoltato o letto (anche grazie al documentario COME UN UOMO SULLA TERRA) le storie di rifugiati africani residenti in Italia sui viaggi attraverso la Libia,
noi sottoscritti
Riteniamo sia necessario fermare le violenze inflitte a migliaia di esseri umani arrestati e deportati dalla polizia libica, al fine di fermarne l’emigrazione verso l’Europa.
Riteniamo sia anche necessario chiarire le responsabilità italiane rispetto a questa situazione. Visti i noti e successivi accordi bilaterali con cui il Governo italiano sin dal 2004 sostiene finanziariamente e tecnicamente la Libia nel “controllo dei flussi di immigrazione clandestina”.
Pertanto con questa petizione chiediamo a
PARLAMENTO ITALIANO e PARLAMENTO EUROPEO
COMMISSIONE EUROPEA
UNHCR
1. di promuovere:
Una commissione di inchiesta internazionale e indipendente sulle modalità di controllo dei flussi migratori in Libia in seguito agli accordi bilaterali con il Governo Italiano.
Inchiesta che sia anche finalizzata a chiarire le responsabilità italiane dirette o indirette, al fine di bloccare eventuali rinnovi degli accordi bilaterali, riconducendo la collaborazione con la Libia ad un quadro europeo ed internazionale.
2. di avviare rapidamente, vista l’emergenza della situazione,
Una missione internazionale umanitaria in Libia per verificare la condizione delle persone detenute nelle carceri e nei centri di detenzione per stranieri.
Il film sta girando le sale cinematografiche in autonomia perchè Rai, Istituto Luce, Lucky Red, Fandango si sono rifiutate di distribuirlo.
Questo succede ai film "scomodi",per fortuna in Italia esistono delle persone sensibili che vogliono confrontarsi con questa realtà.
Per organizzare una presentazione questa è la procedura:
1. Tecnicamente bastano un videoproiettore, uno schermo, un lettore dvd e un impianto audio. Se avete a disposizione una sala più professionale il film è disponibile anche in MiniDv o in BetaSP.
2. Appena avete individuato un luogo e un periodo contattateci a comeunuomosullaterra@zalab.org e fisseremo insieme la data in cui qualcuno degli autori potrà raggiungervi.
3. Economicamente i costi non sono eccessivi e siamo sempre disposti a stabilire insieme le condizioni caso per caso. Tariffe agevolate per proiezioni in luoghi particolari come scuole, università, associazioni, corsi di formazione.
Grazie.
Più il film girerà e più potremo sperare di abbattere il muro di silenzio che copre la realtà degli accordi Italia/Libia per fermare i migranti africani.
Di cagio (del 20/04/2007 @ 14:11:13 in Eventi, linkato 2567 volte)
Dal 20 al 29 aprile ci sono le giornate per la sicurezza stradale: i politicanti fanno delle dichiarazioni, l'aci appende degli striscioni che stimolano la gente a toccarsi i “gioiellini”, in qualche locale si distribuiscono foto scioccanti ed alcoltest portatili con cui i più “feroci” possono sfidarsi a chi regge di più. Non viviamo in una grande città e molti Critical Mass non hanno idea di cosa sia. A me come idea piace un casino: tanta gente insieme che in bicicletta si riappropria della strada, mettendo in crisi chi ha scelto l'automobile! Da noi non si può pretendere di arrivare a tanto, ma una sera si può fare una bella festa tutti assieme: si esce in bici (con le luci, mi raccomando), ci si ritrova da qualche parte e poi semplicemente si va in qualche pub, bar o cosa si preferisce. In pratica una serata normale per uno scandinavo. L'abbiamo già fatto il 4 novembre 2006, in 4 e ci siamo divertiti per 16! Io, che ho una calamita per le “grane”, ce l'ho anche fatta a litigare con primate addetto alla sicurezza di un locale (cioè un buttafuori) perché non mi lasciava parcheggiare la mountan bike dove volevo io, poi per fortuna Daffy mi ha salvato; lo ringrazio ancora adesso. Che ne pensate? Se la cosa vi piace proponete la serata e qualche idea su dove andare nei commenti e fate girare il messaggio!
Qua sotto trovate il testo di quello che potrei chiamare “critical mass zero” visto il numero di partecipanti, o “beta test del CM”. Michele, Sonia e Daffy hanno detto che la “beta girava bene, funzionava, era solo da implementare”... rilasciamo la versione ufficiale?
dedicato a quelli che dicono faccia freddo e stanno fuori dai locali a fumare nel tempo in cui noi facciamo, con calma, ben più di un chilometro
dedicato a quelli che sostengono come unica causa degli incidenti stradali la poca responsabilità dei giovani, e che in sessanta anni non sono riusciti a far altro che creare una società basata sull'auto, creando i miti della velocità e dei grandi consumi come simboli di virilità
dedicato a chi crede che i problemi della Terra si risolvano rottamando alcune carrette non “Euro 4”
dedicato a chi per rilassarsi o per pensare si fa un giro in macchina
dedicato a chi vuole la sua stradina illuminata dal comune ma non pensa alla sicurezza di strade statali e provinciali (che tradotto vuole dire: non sarebbe l'ora di fare della piste ciclabili?)
dedicato a chi sponsorizza le squadre ciclistiche e poi va al lavoro a 1600 metri da casa con l'ammiraglia
dedicato a chi preferisce prendere la sua auto così torna quando vuole ed evita di parlare con chi gli sta antipatico
Di cagio (del 03/03/2007 @ 12:40:44 in generale, linkato 2063 volte)
Pubblico questa email che ho ricevuto da Marta Garnero che attualmente sta trascorrendo un periodo di volontariato in Bangladesh
Ovviamente mi ha dato il permesso di farlo!
Ciao bellissimi tutti!!!!!!!!!!
Finalmente mi faccio viva...
E vergognosamente con una mail comunitaria.
Purtroppo ho la possibilità di navigare in internet circa una volta al mese,...sul Gange è decisamente più facile, meno costoso(sigh) e avventurosamente spettacolare.
Innanzitutto vi ringrazio uno ad uno con un abbraccio per le tante mail che ho ricevuto. È un tuffo al cuore vedere il vostro nome sulla letterina. Leggo ogni lettera due o tre volte , anche se in differita di quasi un mese gli auguri di compleanno hanno lo stesso commovente sapore.
Scrivetemi ogni cazzata che vi possa per la testa, gli scoop, pettegolezzi vari, cosa fate ...
Non posso risp a uno ad uno perchè ogni minuto di navigaz satellitare vale oro , ma vi assicuro che leggo tutto con voracità perchè mi fa sentire un po’ a casa.
Scusate se pretendo di ricevere info senza darle...bella presuntuosa eh!!!
Notizia bomba....mi hanno miracolosamente rinnovato il visto!!!!!!
Non sapete che avventura nei sudici uffici bengalese prima di strappare a un invisibile (qui son tutti bassi e magri) funzionario dell’ ambasciata il tanto agognato timbretto sul passaporto. Costo del tutto 50 dollari di una tassa non tanto ben identificata e una giornata di contrattazione, ora si aspetta la visita della polizia che si deve accertare se sono una persona come si deve per confermare la validità del suddetto timbrino. Sicuramente una tazza di te più biscottini e una bella mancetta faranno ricordare al capo poliziotto del villaggio che mi ha già controllato a gennaio e febbraio, ed era tutto a posto (sun na brava fia dle noste).
Con la promessa di non andare vestita di sacco e cilicio per la strada a fare conversioni, e controllata a vista da Rudi e c. sull’ integrità della mia condotta morale, potrò restare fino al 6 aprile. Miracoli della contorta burocrazia bengalese...
Poi si spera nella provvidenza.
Qui lavoro tantissimo.
Ogni giorno arrivano nuovi pazienti. Dovremmo moltiplicare le ore del giorno per seguirli tutti. Arriva gente in certi stati che da noi neanche si può sopravvivere così. Non c’è veramente la cultura di andare dal medico.Innanzitutto il male deve passare da solo, poi si contattano i santoni, infine se proprio non si resiste e si è in punto di morte, si bussa alla porta della comunità . perchè andare direttamente in ospedale vuol dire avere i soldi per il viaggio fino in città.
Ieri è arrivata una signora incinta di sette mesi, in coma. Il marito l’ha portata fino al nostro cancello su un carrettino.
Mi sto inventando esercizi e costruendo ausili con tutto ciò che mi viene a tiro (il che non è molto) ma stiamo iniziando a costruire dei girelli con un fabbro. Per ora escono tutti sbilenchi e poco bilanciati, quando ci metti sopra un paziente devi tenere in piedi sia il paziente che il girello...ma non ci arrendiamo. Spero di cavarne qsa di buono da questa foga che mi è presa di costruire ausili.
Rudi mi ha chiesto di riorganizzare un po’ il servizio di riabilitazione , ma per ora mi da che sto disorganizzando e incasinando ancora di più le cose. Ogni tanto i 3 fisioterapisti qui mi guardan9o allibiti. Il mio primo lavoro concluso è stata una semplice cartella clinica per classificare i pazienti, ma ora che la uso mi vien già voglia di rifarla da capo...
Cmq poco per volta qualcosa esce di buono.
Sto dando libero sfogo alla mia creatività comunicativa. Ora parlo banglingleseitalianico di tutto rispetto.
Il bengalese è un delirio e non ho ancora iniziato a studiarlo per cui non lo imparerò mai.
Però sono diventata la maestra di italiano per i pvv , 3 volte a settimana ci ritroviamo per un ora di delirio organizzato. Ridono come pazzi probabilm perchè non capiscono niente. Però abb imparato a cantare sapore di sale che se vieni in Italia è una cosa fondamentale da sapere.
Mattina e pomeriggio lavoro, alle 18,30 tutti i giorno prego i vespri bengalese e poi cucino per gli italiani presenti. Nei ritagli di tempo gioco, leggo poco e vado un po a spasso.
Con i bimbi è un delirio, però mi fanno divertire un sacco.
Presi a piccole dosi di mezz’oretta sono la cura ideale per le piccole tristezze. La domenica gioco con loro per combattere la mia voglia di montagna che inizia a farsi sentire.
Sono abbatsnza tranquilla e serena. Con rudi sto veramente bene, quando lo vedo....conduce una vita sparata ai 100 all’ora. Con l’altra missionaria Sara le cose sono più faticose, è una tipa molto sfuggente di carattere.
Le due volontarie robi e manu arrivate con me sono diventare i miei angeli custodi e mi coccolano . c’e un via vai spaventoso di volontari dall’ italia , son arrivati certi rompicoglioni che non vi dico, ma grazie al cielo i 4 peggiori oggi hanno preso l’aereo del ritorno.
Sono le 23 e sto crollando di sonno.
Scusate la poca fluidità della lettera ma sono stanca. Appena posso vi faccio un quadretto della difficile situazione politica e amministrativa locale e nazionale, che in questa lettera vi ho risparmiato per la poca freschezza mentale mia.
Vi abbraccio tanto stretto
Vi penso
E vi voglio bene.
Balo acio, nee!!!!
Fate girare sta mail perchè di qualcuno tipo pa e ma non ho l’indirizzo giusto.
Di Dulce (del 07/04/2010 @ 11:57:19 in Eventi, linkato 2085 volte)
GIOVEDI’ 8 APRILE 2010 BOVES Teatro BORELLI ore 20.45
DON PAOLO FARINELLA
prete genovese, biblista e scrittore
Chi è Don Paolo Farinella?.......
Il mio nome è Paolo Farinella, di professione faccio il prete e mi piace farlo: lo farò - spero, penso e prego - fino alla fine della mia vita. Ho 62 anni, vengo dal millennio scorso e oggi mi trovo qui: è la prima volta che partecipo a un’assemblea veramente politica e per me è un onore e un orgoglio, perché ritengo che la politica sia l’arte più nobile che una persona possa esercitare nella propria vita, in quanto.. perché è il servizio che si avvicina più a quello che dovrebbe essere il servizio del prete, ossia un servizio disinteressato per gli altri.
Sig. Presidente «pro tempore» del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi, Palazzo Chigi 00100 Roma
Lettera di ripudio
Il mio nome è Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica residente nella diocesi di Genova. Come cittadino della Repubblica Italiana, riconosco la legittimità formale del suo governo, pur pensando che lei abbia manipolato l’adesione della maggioranza dei pensionati e delle casalinghe che si formano un’idea di voto solo attraverso le tv, di cui lei ha fatto un uso spregiudicato e illegittimo. Lei in Italia possiede tre tv e comanda quelle pubbliche nelle quali ha piazzato uomini della sua azienda o a lei devoti e proni. Nel mese di agosto 2009 ha inaugurato una nuova tv africana, Nessma, a cui ha fatto pubblicità sfruttando illecitamente la sua posizione di presidente del consiglio e dove ha detto il contrario di quello che opera in politica e con le leggi varate dal suo governo in materi di immigrazione. Se lei è pronto a smentire, come è suo solito, ecco, si guardi il seguente filmato e giudichi da lei perché potrebbe trattarsi di Veronica Lario travestita da lei: < http://www.youtube.com/watch?v=Se3yqycsMyg&feature=video_response >. Faccia vedere il video ai suoi amici leghisti e nel frattempo ascolti cosa dice il sindaco di Treviso, lo sceriffo Giancarlo Gentilini del partito di Bossi, ad un raduno del suo partito xenofobo dove ha esposto «Il vangelo secondo Gentilini» con chiarezza diabolica: «Voglio la rivoluzione contro gli extracomunitari … Voglio la rivoluzione contro i bambini degli immigrati … Ho distrutto due campi di nomadi e ne vado orgoglioso. Voglio la rivoluzione contro coloro che vogliono le moschee: i musulmani se vogliono pregare devono andare nel deserto, ecc. ecc. Questo è il Vangelo secondo Giancarlo Gentilini (sindaco di Treviso): “Tutto a noi e se avanza qualcosa agli altri, ma non avanzerà niente”». Questo il link con la sua voce in diretta; si prepari ad ascoltare il demonio in persona: < http://www.youtube.com/watch?v=_WCZNQJkV3E&feature=related >.
Legittimità elettorale e dignità etica Riconoscere la legittimità del suo governo, con riserva etico-giuridica, non significa riconoscere anche la sua legittimità morale a governare il Paese perché lei non ha alcuna cultura dello Stato e delle sue Istituzioni, ma solo quella di difendere se stesso dalla Giustizia e i suoi interessi patrimoniali che sotto i suoi governi prosperano alacremente. Il conflitto di interessi pesa come un macigno sulla Nazione e la sua economia, ma lei è bravo ad imbrogliare le carte, facendolo derubricare nella coscienza della maggioranza che ne paga le conseguenze economiche e democratiche. Cornuti e mazziati dicono a Napoli. Quando la sua maggioranza si sveglierà dall’oppio che lei ha diffuso a piene mani sarà troppo tardi e intanto il Paese paga il conto dei suoi avvocati, nominati da lei senatori, cioè stipendiati con soldi pubblici. Allo stesso modo stiamo pagando i condoni fiscali che lei si è fatto su misura sua e della sua azienda, sottraendo denaro al popolo italiano. In morale questo viene definito come doppio furto. Da quando lei «è sceso in campo», l’Italia ha iniziato un degrado inesorabile e costante che perdura ancora oggi, codificato nel termine «berlusconismo» che è la sintesi delle maledizioni che hanno colpito l’Italia sia sul piano economico (mai l’economia è stata così disastrata come sotto i suoi governi), su quello sociale (mai si sono avuti tanti poveri, disoccupati e precari come sotto i suoi governi), e su quello civile (mai come sotto i suoi governi è sorta la categoria del «nemico» da odiare e da abbattere). Lei, infatti, usa la menzogna come verità e la calunnia come metodo, presentandosi come modello di furbizia e di utilizzatore finale di leggi immorali e antidemocratiche come tutte quelle «ad personam». Nei confronti dell’ultima illegalità, che grida giustizia al cospetto di Dio, il decreto 733-B/2009, che segna una pietra miliare nel cammino di inciviltà e di negazione di quelle radici cristiane di cui la sua maggioranza ama fare i gargarismi, sappia che siamo cento, mille, diecimila, milioni che faremo obiezione di coscienza all’ignobile e illegale decreto, pomposamente detto «decreto sicurezza»: diventeremo tutti clandestini e sostenitori dei cittadini di altri Paesi, specialmente africani, in quanto «persone», anche se clandestini, a costo della nostra vita. Dobbiamo ubbidire alla nostra coscienza piuttosto che alle sue leggi razziali e disumane. La legge che definisce l’immigrazione come illegalità è un insulto a tutte le Carte internazioni e nazionali sui «diritti», un vulnus alla dottrina sociale della Chiesa e colloca l’Italia tra le nazioni responsabili delle stragi degli innocenti, perseguitati e titolari del diritto di asilo.
Essere «alto» ed essere »grande» Lei non è e non sarà mai uno «statista» se sente il bisogno di fare vedere alle sue donnine i filmati che lo ritraggono tra i «grandi». Per essere «grande», non basta rialzare le suole delle scarpe, ma occorre avere una visione oltre se stesso, una visione «politica» che a lei è estranea del tutto, incapace come è di vedere oltre i suoi interessi. Per potere emergere dallo squallore in cui lei è maestro, ha profuso a piene mani il virus dell’antipolitica, il qualunquismo populista, trasformando la «polis» da luogo di convergenza di ideali e di interessi a mercato di convenienza e di sopraffazione. Lei, da esperto di vecchio pelo, ha indotto i cittadini ad evadere il fisco che in uno Stato democratico è prevalentemente un dovere civile di solidarietà e per un cristiano un obbligo di coscienza perché strumento di condivisione per servizi essenziali alla corretta e ordinata convivenza civile e sociale. Durante il suo governo le tasse sono aumentate perché incapace di porre un freno alla spesa pubblica che anzi galoppa come non si è mai visto. Non faccia confusione tra «essere alto» e «essere grande», come insegna Napoleone che lei ben volentieri scimmiotta, senza riuscire ad eguagliare l’ombra del dittatore. Lei non può negare di essere stato piduista (tessera n. 1816) e forse di esserlo ancora, se come sembra, con il suo governo cerca di realizzare la strategia descritta nei documenti sequestrati al gran maestro Licio Gelli, a Castiglion Fibocchi (Comunicato Ansa del 17 marzo 1981 ore 12:18, da cui emerge il suo numero di tesserato; cf intervista di Licio Gelli su Repubblica.it del 28-09-2003).
La maledizione italiana A lei nulla importa dei valori religiosi, etici e sociali, che usa come stracci a suo comodo esclusivo, senza esimere di vantarsi di essere ossequioso degli insegnamenti etici e sociali della Chiesa cattolica, di cui si è sempre servito per averne l’appoggio e il sostegno. Partecipa convinto al «Family-Day» in difesa della famiglia tradizionale, monogamica formata da maschio e femmina e poi ce lo ritroviamo con prostitute a pagamento che registrano la sua voce nel letto di Putin; oppure spogliarelliste che lei ha nominato ministre: è lecito chiedersi, in cambio di cosa? Come concilia questo suo comportamento con le sue dichiarazioni di adesione agli insegnamenti della Chiesa cattolica? La «corrispondenza d’amorosi sensi» tra lei, il Vaticano e la gerarchia cattolica è la maledizione piombata sull’Italia ed una delle cause del progressivo e costante allontanamento dalla Chiesa delle persone migliori. I prelati, come sempre nella storia, fanno gli affari loro e lei che di affari se ne intende si è lasciato usare ed ha usato senza scrupoli offrendo la sua collaborazione e cercando quella della cosiddetta «finanza cattolica» legata a doppia mandata con il Vaticano. Se volesse avere la documentazione di legga il molto istruttivo saggio di Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, «L’unto del Signore», BUR, Rizzoli, Milano 2009. Gli ecclesiastici, da perfetti «uomini di mondo, hanno capito che con lei al governo potevano imporre al parlamento leggi e decreti di loro interesse, utilizzandolo quindi come braccio secolare. Per questo obiettivo, devono però rinunciare alla loro religiosità e adeguarsi alla paganità del potere che esige la contropartita. Lei, infatti, è sostenuto dall’Opus Dei, da Comunione e Liberazione e da tutte le organizzazioni e sètte cattoliche che si lasciano manovrare a piacimento con lo spauracchio dei «comunisti» e con l’odore satanico dei soldi. Il Vaticano e i vescovi, non essendo profeti, ma esercenti gestori di una ditta pagana, non hanno saputo o voluto cogliere le conseguenze nefaste che sarebbero derivate al Paese da questo connubio incestuoso; di fatto sono caduti nella trappola che essi stessi e lei avevate preparato. L’incidente di Vittorio Feltri, da lei, tramite la famiglia, nominato direttore del suo «Il Giornale» con cui uccide sulla pubblica piazza Dino Boffo, direttore di «Avvenire» portavoce della Cei, va oltre le vostre intenzioni e come un granellino si sabbia inceppa il motore. Oppure, secondo l’altra vulgata, tutto sarebbe stato progettato da lei e Bertone per permettere a questi di mettere le mani sulla Cei e a lei di fare tacere un sussurro appena modulato di critica sui suoi comportamenti disgustosi. Senza volersi arrampicare sugli specchi forse si è verificato un combinato disposto, non nei tempi e nelle forme da voi progettato. Il giorno 7 agosto 2009, in un colloquio riservato con il cardinale Angelo Bagnasco, lo misi in guardia: «Stia attento – gli dissi – e si prepari alla guerra d’autunno perché con la nomina di Feltri al Giornale di Berlusconi (20-07-2009), la guerra sarà totale e senza esclusione di colpi. Berlusconi non può rispondere alle domande di la Repubblica e non può andare in tv a dare spiegazioni. Può continuare a negare sulle piazze per gli allocchi, ma nemmeno lui, menzognero di professione potrebbe negare davanti a domande precise e contestazioni puntuali. Per questo non lo farà mai, tanto meno in Parlamento. Non ha che un mezzo: sguazzare nel fango facendolo schizzare su tutti e su tutto, in base al principio che se tutto è infangato, nessuno è infangato». Il cardinale mi guardò come stupito e incredulo, reputando impossibile la mia previsione. Credo che ora si morda le labbra. Eppure credo anche che lei sia finito: per la finanza internazionale e per gli interessi di coloro che lo hanno sostenuto, Vaticano compreso, lei ora è ingombrante e impresentabile e deve essere sostituito, ma lei non cadrà indenne, farà più danni che potrà, un nuovo Sansone in miniatura. Lei sa che deve andarsene, ma sa anche che passerà alla storia non come quel «grande, immenso» presidente che è stato lei, ma come «l’utilizzatore finale di prostitute che altri pagavano per conto suo». Non c’è che dire: lei è un grande in bassezza e amoralità.
Spergiuro Nella trappola non è caduto il popolo di Dio, formato da «cristiani adulti» che tanto dispiacciano al papa «pro tempore» Benedetto XVI: lei non potrà mai manipolarli come non potrà mai possedere le coscienze dei non credenti austeri, cultori della laicità dello Stato che lei vilipende e svende, sempre e comunque, per suo inverecondo interesse. Lei ha la presunzione ossessiva di definirsi liberale, ma non sa cosa sia il liberismo, mentre è l’ultima caricatura di promettente e decadente comunista sovietico di stampo breshnieviano, capace di usare il popolo per affermare la propria ingordigia patologica di potere. D’altronde il suo amico per la pelle non è l’ex «kgb» Vladimir Vladimiroviè Putin, nella cui dacia è ospitato secondo la migliore tradizione comunista italiana? Dal punto di vista della morale cattolica, lei è uno spergiuro perché ha giurato sulla testa dei suoi figli, senza pudore e alcuni giorni dopo il «ratto di Noemi», ha dato dello stesso fatto diverse versioni differenti, condannando se stesso e la testa dei suoi figli alla pena dello spergiuro che già Cicerone condannava con la «rovina» e l’esposizione all’umana infamia: «Periurii poena divina exitium, humana dedecus – La pena divina dello spergiuro è la rovina e l’infamia/il disprezzo degli uomini» (De legibus, II, 10, 23; cf anche De officis, III, 29, 104;in CICERONE, Opere politiche e filosofiche, a c. di Leonardo Ferrero e Nevio Zorzetti, vol. I, UTET, Torino, 1974, risp. p. 489 e p. 823). Anche il Diritto Canonico, per sua informazione, riserva allo spergiuro «una giusta pena» (CJC, can. 1368), demandata all’Autorità, in questo caso il papa, che avrebbe dovuto comminarle la pena canonica, invece di indirizzarle una lettera diplomatica per il g8 e i suoi «deferenti saluti». Non ci può essere deferenza, tanto meno papale, per un uomo che ha toccato il fondo della dignità politica e morale. Gli ultimi fatti di Villa Certosa e Palazzo Grazioli hanno sprofondato lei (non era difficile), ma anche l’Istituto Presidenza del Consiglio in un letamaio senza precedenti. Mai l’Italia è stata derisa nel mondo intero (ormai da quattro mesi continui) a causa di un suo presidente del consiglio che, su denuncia della moglie, frequenta le minorenni e sempre per ammissione della moglie che lo frequenta da oltre trent’anni, per cui si presume lo conosca bene, è malato e come un dio d’altri tempi esige per la sua perversione, sacrifici di giovani vergini per nascondere a se stesso i problemi del tempo che inesorabilmente passa, nonostante il trucco abbondante.
Affari privati o deriva di Stato? Lei dice di volere difendere la sua privacy, ma non c’è privacy per uno che ha portato i suoi fatti «privati» in tv attaccando indecorosamente la sua stessa moglie che ha intrapreso la strada del divorzio. Forse lei ha dimenticato che sull’immagine della sua «felice famiglia italiana» lei ha costruito se stesso e la sua fortuna politica ed economica. Lei si comporta per quello che è: uno spaccone che in piazza si vanta di tutto ciò che non ha mai fatto e poi pretende che nessuno ne parli. Se lei mette il segreto di Stato sulle sue ville, queste diventano ipso facto «affare politico» perché lei le usa anche per incontri istituzionali e quindi fanno parte dell’Istituzione della presidenza del consiglio. Lei non ha diritto alla vita privata, quando si comporta da uomo pubblico e promette carriere tv o posti in parlamento a donnine compiacenti che la sollazzano nel suo «privato». Non è lei che ha detto in una intercettazione, parlando con Saccà che «le donne più son cattoliche più son troie»? Può spiegare, di grazia, il significato di queste parole altamente religiose e rispettose delle donne e indicarci a chi si riferiva? C’entrano le due donne che siedono nel suo governo e che si vantano di essere cattoliche: la Carfagna e la Gelmini? Lei e suoi paraninfi continuate a dire che si tratta di questioni private senza rilevanza pubblica, sapendo di mentire ancora e senza pudore. Sarebbero affari privati se Silvio Berlusconi non fosse presidente del consiglio che alle donnine che gli accompagnano anche a pagamento, non promettesse incarichi in aziende pubbliche (tv) o posti in parlamento se non addirittura al governo. Vorrei chiederle per curiosità: quali sono i meriti e le benemerenze delle ministre Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini per essere assurte, non ancora quarantenni, a posti di rilievo nel suo governo? Perché Mara Carfagna posava nuda o la Gelmini prendeva l’abilitazione in Calabria? Le sue ville sono ancora sotto la tutela del segreto di Stato e quindi guardate a vista da polizia, carabinieri, esercito? A spese di chi? Può ancora dire che sono residenze private? Fu lei in persona ad andare dal suo devoto suddito Bruno Vespa a rispondere pubblicamente a suo moglie, Veroni Lario, rendendo pubblici i fatti che la riguardavano e attaccando sua moglie senza alcuna pietà, facendo pubblicare dal suo «killer mediatico» le foto di sua moglie a seno nudo di quando faceva l’attrice. Non credo che lei possa dire che le sue vicende sono private perché ci riguardano tutti, come cittadini e come suoi «sovrani» costituzionali perché una cosa è certa: noi non abdicheremo mai alla nostra dignità di cittadini sovrani figli orgogliosi della nostra insuperabile Costituzione. Noi non permetteremo mai che lei diventi il «padrone» della nostra dignità. Per lei è cominciato l’inizio della fine perché il suo declino è iniziato nel momento stesso in cui è andato nella tv di Stato compiacente e, senza contraddittorio, alla presenza del solo cerimoniere e maggiordomo fidato, ha cominciato a farfugliare bugie, contraddizioni, falsità che non hanno retto l’urto dei fatti crudi. Se lei fosse onesto, anche solo per una parte infinitesimale, dovrebbe rassegnare le dimissioni, come aveva promesso nel suddetto, compiacente recital.
Strategie convergenti Lei può fare affari col Vaticano e chiudere nel cassetto morale e dignità, ma sappia che il Vaticano non è la Chiesa, per nostra fortuna e per sua e vostra disgrazia. Noi, uomini e donne semplici, vogliamo onorare e difendere la nostra dignità e la nostra fede, contro ogni tentativo di manipolazione e di incesto tra altare e politica. Purtroppo lei, supportato da parte della gerarchia, ha fatto scadere la «politica» da arte a servizio del bene comune a mercimonio di malaffare e a sentina maleodorante. Le istituzioni cattoliche che lo hanno appoggiato ne portano, con lei, la responsabilità morale, in base al principio giuridico della complicità. Strana accoppiata: i difensori della moralità ufficiale, costretti a tacere per mesi di fronte a comportamenti indegni e a leggi inique, perché lautamente ricompensati o in vista della mancia promessa. Trattasi solo di un baratto di cui i responsabili dovranno rendere conto. I vescovi hanno ritrovato la parola quando si sono visti attaccare, inaspettatamente, da lei con avvertimenti di stampo mafioso (per interposta persona). La gerarchia, in genere felpata e compassata, in questo frangette è risorta come un sol uomo, arruolando anche il papa alla bisogna, ma cogliendo anche l’occasione per dare corpo alle vendette interne e regolare i conti tra ruiniani e bertoniani. Come insegna l’amabile Andreotti «la vendetta è un piatto che si gusta freddo». Strategie convergenti che hanno sprigionato il disgusto del popolo cattolico e dei cittadini che ancora pensano con la propria testa.
Ripudio Io, Paolo Farinella, prete mi vergogno della sua presidenza, per me e la mia Nazione e, mi creda, in Italia siamo la maggioranza che non è quella elettorale, ottenuta da una «legge porcata» che ben esprime l’identità della sua maggioranza e del governo e di lei che lo presiede (o lo possiede?). Lei potrà avere il sostegno del Vaticano (uno Stato estero) e della Cei che con il loro silenzio e le loro arti diplomatiche condannano se stessi come complici di ingiustizia e di immoralità. Per questi motivi, per quanto mi concerne in forza del mio diritto di cittadino sovrano, non voglio più essere rappresentato da lei in Italia e all’Estero, io la ripudio come politico e come presidente del consiglio: lei non può rappresentarmi né in Italia e tanto meno all’estero perché lei è la negazione evidente di tutto quello in cui credo e spero di vedere realizzato per il mio Paese. sia perché non mi rappresenta sia perché è indegno di rappresentare il buon nome dell’Italia seria, laboriosa e civile e legale che amo e per la quale lotto e impegno la mia vita. Non importa che lei abbia la maggioranza parlamentare, a me interessa molto di più che non abbia la mia coscienza Io, Paolo Farinella, prete ripudio lei, Silvio Berlusconi, presidente pro tempore del consiglio dei ministri e tutto quello che rappresenta insieme a coloro che l’adulano, lo ingannano, lo manipolano e lo sorreggono: li/vi ripudio dal profondo del cuore. in nome della politica, dell’etica e della fede cattolica. La ripudio e prego Dio che liberi l’Italia dal flagello nefasto della sua presenza.
Ricevo e pubblico dal Comitato di Poirino questa inchiesta che è stata pubblicata sul quotidiano La Stampa ringraziandoli per l'informazione davvero illuminante. In questo momento la corsa alle biomasse come fonte di energia o calore sembra essere la soluzione ottimale e tutti i giornali e i media si adoperano per la pubblicità e diffusione in tal senso.
Sarà davvero tutto oro verde?
Roberto Travan propone una verifica di quello che è successo in provincia di Torino.
In provincia maxirisorse per impianti mai decollati
roberto travan
torino
Doveva essere la rivoluzione verde della provincia di Torino: sei centrali termiche a biomassa (il combustibile ricavato dal legno) per riscaldare scuole, palestre, edifici pubblici, abitazioni private, abbattendo inquinamento e costi di gestione. E con un obiettivo ambizioso: tentare il rilancio dell’economia rurale con la «filiera del legno», cioè il taglio programmato dei boschi, la trasformazione del legname in combustibile (di cui almeno il 35% da destinarsi alle centrali) e la piantumazione di nuovi alberi. Ma qualcosa è andato storto perché gli impianti costruiti nel 2007 ad Almese, Chianocco, Cuorgnè, Mattie, Rubiana e San Giorio hanno fino ad ora funzionato poco o male, e in alcuni casi non sono mai stati accesi. Ma non è finita lì: hanno consumato pochissimo cippato (il combustibile ecologico ricavato dalla frantumazione del legno) ma in compenso, si fa per dire, hanno bruciato una gran quantità di denaro pubblico: oltre due milioni di euro. E le spese non sono finite. Il motivo? Errori di progettazione, di installazione e anche, sembra, qualche distrazione politica e amministrativa. Insomma, più che una rivoluzione un flop. Che al verde sembra aver lasciato soprattutto i conti pubblici.
Valsusa maglia nera Dei dodici interventi finanziati nel 2006 dalla Regione, cinque se li è aggiudicati la provincia di Torino. Alla Comunità montana bassa Val di Susa è stato dato un contributo di 500 mila euro per costruire le centrali termiche di Almese, Chianocco, Mattie, Rubiana e San Giorio.
Almese, impianto ko A Milanere, piccola frazione di Almese, è stata costruita la caldaia per la scuola elementare, il refettorio e il centro sociale: 196 mila euro in tutto, spartiti fra Regione, Comunità montana e Comune. «L'impianto è stato consegnato nel 2007: ha funzionato un mese o poco più, poi si è bloccato», dice il sindaco di Almese Bruno Gonella. Nel 2008 la centrale non viene nemmeno accesa: «L’impianto ha evidenziato subito alcune grosse lacune tanto che ad oggi non è ancora in grado di riscaldare il refettorio», dice il primo cittadino. Ma almeno il combustibile lo producete voi? «No, perché l’attrezzatura che abbiamo acquistato non ci consente di produrre cippato della giusta dimensione. Lo compriamo al 70% nel Cuneese e solo il restante 30% viene prodotto qui in valle, ma non da noi». Insomma, non è esattamente
la filiera Km-zero che qualcuno aveva immaginato, anzi. Il Comune spera di poter risolvere al più presto i problemi dell’impianto. «Confidiamo nel nuovo gestore, l’Acsel», dice Gonella. Ma per farlo ci vorranno altri soldi. «Ovviamente. Li recupereremo risparmiando sui costi di gestione, praticamente dimezzati rispetto a prima», conclude il sindaco. Un affare, insomma, peccato averci pensato solo ora.
Chianocco, meglio l’Enel La centrale avrebbe dovuto scaldare la scuola elementare e qualche abitazione privata di Chianocco. L'impianto è costato oltre 90 mila euro, ma sono riusciti ad accenderlo solo qualche mese fa. «Purtroppo il cippato utilizzato - spiega il vicesindaco Fabrizio Ivol - è difficile da reperire e lo si può ottenere solo dalla lavorazione dei tronchi e non dalla trasformazione degli sfalci e dei rami, come ci era stato raccontato». Un’incomprensione che non è di poco conto. Ma è soprattutto il grande consumo di energia elettrica necessario a far funzionare la centrale ad aver sorpreso l'amministrazione comunale. «Basterebbe a scaldare la scuola con le stufette elettriche - conclude - e la bolletta, probabilmente, sarebbe la stessa». Sconcertante.
Mattie: «Chi paga?» L’impianto per riscaldare il municipio, la scuola elementare, l'asilo, l'ufficio postale, il centro polivalente e la biblioteca di Mattie, è costato oltre 275 mila euro. «In realtà - dice Paolo Catalano, sindaco dallo scorso giugno - la centrale è stata avviata solo due mesi fa e funziona in modo continuativo da non più di 20 giorni» . I problemi? «Senza dubbio di realizzazione: ora è però necessario individuare velocemente i difetti e soprattutto capire chi deve pagare».
Rubiana: flop annunciato Il cerino acceso della centrale non funzionante di Rubiana alla fine è rimasto nelle mani di Gianluca Blandino, eletto primo cittadino lo scorso anno. Dice: «Il problema era noto e lo avevo già denunciato quando sedevo tra le file della minoranza in Comune e in Comunità montana». L'impianto nato per riscaldare la palestra, l'asilo, la scuola elementare e il municipio, è costato oltre 260 mila euro ma fino ad ora ha scaldato a malapena solo le prime due strutture. E solo da quest'anno, tra l'altro. «Carenze di progetto - afferma -, ma anche di esecuzione e soprattutto di controllo da parte della Comunità montana che non ha vigilato come avrebbe dovuto: peggio di così non poteva andare». Insomma, un cerino che il sindaco restituisce volentieri a chi lo ha preceduto, buono per accenderci, più che la caldaia, una polemica politica
mai sopita.
San Giorio, zero assistenza Sono stati spesi 200 mila euro per l'impianto di riscaldamento dell'asilo, la scuola elementare e il municipio di San Giorio. È fermo dal 2007. «Purtroppo sono stati fatti molti errori, a partire dal tipo di cippato scelto per alimentare la caldaia», dice il sindaco Danilo Bar. «Anche l'assistenza prestata il primo anno dalla ditta costruttrice (
la Scotta Impianti , ndr) è stata fallimentare: figurarsi che tutte le volte che l’impianto andava in blocco il loro addetto era costretto a partire da Cavallermaggiore in provincia di Cuneo: oltre 140 chilometri di strada tra andata e ritorno, una follia». «Alla fine - conclude - abbiamo preferito lasciar perdere: con la centrale sempre ferma, si inquinava di più a farlo correre fin qui tutti i giorni». Almeno dal punto di visto ecologico l’affermazione non fa una grinza.
Garanzie scadute Nel frattempo, fra indecisioni, incomprensioni e false partenze, gli impianti non sono più in garanzia. «Lo scorso settembre - racconta Mauro Parisio, responsabile dell’Area tecnica della Comunità montana, l’ente che ha coordinato tutti gli interventi realizzati in bassa Val Susa - le fidejussioni depositate a garanzia degli impianti sono state restituite». Peccato che le centrali non siano mai entrate in funzione.
Cuorgnè, impianti fermi Simile anche il caso di Cuorgnè che ha speso oltre un milione e 200 mila euro per la centrale a biomassa e la rete per teleriscaldare una decina di edifici pubblici. «Tutto a posto, i lavori sono terminati tre anni fa», dice la responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Teresa Noto. Peccato che la centrale non sia mai entrata in funzione. «È vero - dice - sfortunatamente l’Asa, la società pubblica che ha affiancato il Comune nella costruzione dell’impianto (aggiungendo 400 mila euro ai 720 mila stanziati dalla Regione) a causa di problemi societari non è stata in grado di mettere in esercizio l’impianto». Come mai? «Stiamo concludendo i lavori - afferma Emilio Filipponi, direttore generale dell’Asa -, abbiamo avuto qualche piccolo intoppo ma siamo convinti di riuscire a farcela per fine mese». Forse in tempo per scaldare uno degli inverni più rigidi degli ultimi venticinque anni.
In occasione della 22^ sagra d'Autunno il Vas ed il Comitato Valle Sostenibile di Piasco continuano ad informare e sensibilizzare la popolazione in merito alla Centrale a biomasse di Molino Varaita.
Il fatto che, la Centrale in questione, abbia ottenuto regolarmente tutte le autorizzazioni necessarie, infatti, non giustifica per niente un tipo di impianto che produce grossi danni al territorio senza dare nulla in cambio. E' evidente il puro intento speculativo dei proponenti i quali, approfittando di una normativa generale che incentiva giustamente le fonti rinnovabili di energia, in assenza di disposizioni più severe, lascia spazio ai soliti furbetti.
L'assenza di spazi legali per impugnare il provvedimento autorizzativo per il Vas ed per il Comitato Valle Sostenibile ( e ci auguriamo per gran parte della popolazione di Piasco) non significa rassegnarsi ad un progetto scellerato.
La nostra lotta ed il nostro impegno continuano perché ci sono ancora diversi presupposti per intervenire a livello politico.
Chi segue le vicende pubbliche di questi ultimi mesi sa che la crisi economica ha spinto il governo a rivedere il meccanismo degli incentivi pubblici sulle fonti rinnovabili.
Eliminare i certificati verdi sugli impianti non sostenibili che avvelenano gratuitamente l'aria crediamo sia la prima cosa da fare e lo vogliamo affermare con grande forza.
Sempre in questi ultimi tempi lo Stato ha delegato alle Regioni il compito di disciplinare e mettere ordine in materia di fonti rinnovabili di energia. Il Veneto del leghista Luca Zaia sembra stia varando una riforma che, se non farà abortire immediatamente centrali a biomasse come quella di Rossana, le costringerà ad una alta efficienza energetica ed all'approvvigionamento in loco delle biomasse : guarda caso proprio i due punti più critici dell'impianto di Rossana che abbiamo più volte sottolineato.
Partendo dalla considerazione, ormai chiara ed inequivocabile (alla faccia della “stufetta” con cui i proponenti cercavano di minimizzare l'impatto ambientale della Centrale) che anche gli impianti a biomasse legnose inquinano parecchio e, quindi, devono nascere soltanto in sostituzione di impianti a fonti fossili e sfruttare in primo luogo tutta l'energia termica, ecco qualche buon motivo per esporre le bandiere No Centrale che troverete presso lo stand del Comitato Valle Sostenibile durante la Sagra.
1)Alla Regione Piemonte chiediamo di mettere ordine in questa materia affinché ai piemontesi sia risparmiata la beffa di “incentivare” economicamente chi gli avvelena in modo sensibile l'aria che respirano con progetti che, tra l'altro, non sono sostenibili nel tempo senza il meccanismo “drogato” degli incentivi pubblici.
2) Al Sindaco di Rossana Marco Carpani vogliamo far sentire tutta la responsabilità di una scelta politica sbagliata per indurlo a porre dei correttivi al Progetto, affinché si incrementi in modo serio il recupero energetico dell'impianto magari con interventi che favoriscano veramente l'occupazione locale.
3) Agli organi preposti al controllo dell'impatto ambientale dell'impianto chiediamo di analizzare in modo approfondito la situazione precedente alla messa in funzione della Centrale per valutare con precisione e tempestività l'aggravio delle condizioni in particolare nelle immissioni che, per legge, non vengono nemmeno prese in considerazione come nel caso della diossina prodotta dalle centrali che non funzionano a dovere.
4) A tutti gli amministratori locali sino alla giunta regionale segnaliamo in contrapposizione ad un progetto scellerato come quello di Rossana un progetto serio e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che socio economico, come il Progetto Gestalp realizzato dalla Fondazione Universitaria Cerigefas per conto del Comune di Sampeyre.
Di Dulce (del 13/01/2011 @ 09:59:13 in Eventi, linkato 1712 volte)
COMUNICATO STAMPA
Sì della Consulta, adesso la parola ai cittadini
La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l'acqua. A primavera gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei “sì” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.
Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell'acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum.
Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull'abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull'acqua siano davvero gli italiani.
Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Da oggi inizia l'ultima tappa, siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro.
Di cagio (del 17/05/2007 @ 00:18:17 in Eventi, linkato 2491 volte)
Caro piaschese ti scrivo così
ti coinvolgo un po' e siccome sei spesso freddino caldamente ti scriverò
Da quando c'è la Proloco ogni
tre anni la si rinnova il direttivo vecchio è in scadenza
già e uno nuovo s'ha da votar...
Vi risparmio il resto della
storpiatura, anche perché i fans di Dalla potrebbero aversene
a male, ma il concetto rimane.
Da un bel po' di anni faccio parte del
direttivo della Proloco e spesso sento che altri membri* ricevono
lamentele e, più raramente proposte , sull'operato
dell'associazione. Ben vengano le critiche ma adesso è il
momento per tutti di poter dare un'impronta al futuro della Proloco:
martedì 22 maggio alle 21 ci sarà l'assemblea
dell'associazione e tutti i tesserati potranno partecipare, sarà
possibile anche fare la tessera sul momento, e votare i
rappresentanti per il consiglio direttivo che “governerà”
la Proloco per i prossimi tre anni.
E' importante che tutti i tesserati
esprimano la loro scelta in quanto il direttivo che uscirà dal
voto sarà molto più stimolato a lavorare bene se
legittimato da un buon numero di elettori. Inoltre ritengo che sia
molto importante che volti nuovi diano la loro disponibilità a
lavorare in proloco; il gruppo uscente infatti, pur avendo dalla sua
la compattezza e l'amicizia dei componenti, ha il limete di essere
essenzialmente composto da maschi tra i 20 e i 40 anni. Ci vorrebbero
le quote rosa anche in proloco! E poi, caso più unico che raro
in Italia, ci vorrebbero le quote
anziano-pensionato-con_tanto_tempo_libero. Per cui signore,
signorine, pensionati e tutti coloro che si vogliono dare da fare par
far si che a Piasco non si muoia di noia: FATEVI AVANTI!
Un unico avvertimento: la Proloco
Piasco in questi 20 anni è andata avanti abbastanza bene,
IMHO, per due ragioni: 1) non è stata usata come strumento di
questa o di quella corrente politica, ne come rampa di lancio per
aspiranti politicanti; 2) è stata molte volte un po' anarchica
e casinista, ma questo è il grande pregio della democrazia
totale. Quindi, aspiranti futuri sindaci e primedonne varie, se
avrete l'onere di essere nominati nel direttivo 2007 – 2010 della
Proloco, prendevi la responsabilità di non calpestare per i
vostri fini ciò che di buono è stato fatto in questi
anni, e magari date anche un'occhiata al cosa è successo alle
proloco dei leader o dei politici nei paesi del circondario.
*non so perché ma a me nessuno
viene mai a dire niente, e pensare che sono il segretario, si vede
che non godo di sufficiente stima!
Sei di Piasco o quasi?
Hai un tuo blog e vuoi che i tuoi amici e concittadini lo vedano?
Chiedi a
Cagio e Dottore e pubblicheranno il link al tuo blog qua sotto!