In queste ultime settimane in campagna hanno preso il via le potature delle piante, anche gli alberi del viale hanno subito la doverosa "spuntatina" ) .
Fin qui tutto normale.
Ma ora si iniziano a vedere i fumi salire da più parti, perchè la maggior parte degli agricoltori, giardinieri, e addetti ai lavori, preferiscono bruciare le sterpaglie e i rami secchi.
Ora, io mi chiedo: nel 2009 dobbiamo ancora sempre bruciare questi scarti della natura con conseguente emissioni nocive e male odoranti?
A me piacerebbe tanto che il Comune riuscisse ad acquistare una macchina cippatrice, in grado di trasformare i resti delle potature e dei rami del sottobosco (quanto ce n'è in tutta la Valle Varaita vicino a noi...!) in utilissimo cippato .
Si potrebbe incentivare gli agricoltori, giardinieri e addetti ai lavori a conferire il materiale garantendo un "tot" al Kg (fosse anche 0,10 Euro al Kg, tanto loro li brucerebbero) e poi il cippato potrebbe essere distribuito alla futura scuola media che sta per essere costruita.
Insomma, mi sembra che sarebbe una spesa di pubblica utilità e che consentirebbe una minore emissione disostanze inquinanti nell'ambiente.
So che le casse comunali languono (soprattutto perchè ciò che si riesce a risparmiare si metterà nella futura scuola media, come è giusto che sia), ma l'idea mi frullava già da un po' e la butto lì, magari qualcuno legge e ... L'IMPORTANTE E' CHE CI SI CONFRONTI!
Voi cosa ne pensate?
è un'idea che era venuta pure a me, tempo fa. Poi l'ho considerata da un lato un po' fantascientifica (non riusciamo a spiegare che le bottiglie di plastica vanno schiacciate prima di essere buttate nel cassonetto) e poi mi sono venuti alcuni dubbi sull'effettiva convenienza dell'operazione, sia in termini energetici che economici. Mi piacerebbe sapere, magari ci sono degli studi in proposito se la cosa potrebbe funzionare o se la qualità e la quantità di cippato prodotto non giustifica l'acquisto della macchina e o viene consumata più energia (cippare, produrre la cippatrice, riciclarla quando sarà da buttare, conferire i sarmenti) di quanta se ne ricava.
Se solo i bilanci economico ed energetico fossero a pareggio (il primo anche meno) sarebbe sicuramente una cosa buona e giusta, nell'ottica sia della nobile causa della riduzione della CO2 immessa in atmosfera, sia per essere più al riparo dalle isterie del mercato dei combustibili.
Di
-Cagio
(inviato il 02/03/2009 @ 17:35:14)
L'idea di Anna è già venuta anche a me e penso che con la superficie investita a frutteto del comune di Piasco si possaalimentare le caldaie delle scuole e forse anche dell'asilo.L'azienda vinicola Lungarotti di Torgiano in provincia di Perugia con i sarmenti di potatura della vite dei suoi 250 ettari soddisfa il 40% del suo fabbisogno in caldo e freddo di tutti gli edifici e della cantina più un agriturismo. Tenendo conto che kiwi e pesche producono più sarmenti della vite e che i consumi delle nostre scuole dovrebbero essere molto inferiori di quelle di una cantina credo che ce la potremo fare.
Penso che quella di riutilizzare le sterpaglie sia davvero una buona idea. La futura amministrazione è importante che ne tenga conto
Di
Polin
(inviato il 17/03/2009 @ 16:21:59)