Di Marta (del 27/10/2010 @ 23:37:09 in Politica, linkato 2626 volte)
Se vuoi dire NO:
- alla guerra convenzionale e preventiva come strumento di risoluzione dei conflitti tra i popoli (art. 11 della Costituzione Italiana);
- allo scambio guerra / lavoro / occupazione / risorse;
- alla ricerca, alla produzione, al commercio e all’accumulo di armi;
- all’aumento costante delle spese militari e dei bilanci militari, che hanno raggiunto 1.250 miliardi di dollari nel mondo e che in Italia sono in continua crescita;
- al modello di difesa armato che paga militari professionisti, veri e propri mercenari della guerra da impiegare al di fuori dei confini nazionali nelle cosiddette “missioni militari di pace” il cui vero obiettivo è tutelare e rafforzare gli interessi economici dominanti;
- allo scandaloso divario tra Nord e Sud del mondo, che il Nord continua ad alimentare con la sua supremazia culturale, scientifica ed economica e con lo strapotere militare; non lavorando per gli impegni formalmente assunti, tra i quali gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio sottoscritti nel 2000 da tutti i 189 membri ONU (eliminare la povertà, la fame e la disparità tra i sessi, combattere il degrado ambientale, assicurare a tutti l’accesso all’educazione, alle cure sanitarie e all’acqua entro il 2015).
Se vuoi dire SI’:
- al cambiamento del sistema di difesa offensivo attuale in un modello difensivo non armato e nonviolento;
- ad una riduzione progressiva delle spese militari;
- all’approvazione di una legge per l’opzione fiscale con la possibilità di finanziare la pace anziché la guerra;
- ad una Difesa Popolare Nonviolenta.
Scegli la Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) che:
- difende le relazioni umane presenti su un territorio;
- mantiene i diritti umani, sociali ed economici per tutta la popolazione;
- organizza un sistema istituzionale per fare tutto ciò con la nonviolenza.
La DPN ha acquisito le basi giuridiche per la creazione di istituzioni, modelli ed esperienze alternative alla difesa militare.
Esiste in materia un’ampia letteratura internazionale con studi e ricerche di alto valore giuridico.
La DPN cresce e si sperimenta nelle pratiche di lotte territoriali che possono rappresentare esperienze di difesa popolare di base.
La sperimentazione attuale può portare con azioni civili non armate e nonviolente alla nascita dei Corpi Civili di Pace.
Alcuni esempi si possono ritrovare nelle PBI (Peace Brigades International), i Volontari di Pace in Medio Oriente, i Caschi Bianchi, i Berretti Bianchi e le forme di cooperazione decentrata su progetti di difesa dei diritti umani.
Storicamente la DPN ha sperimentazioni autorevoli come quelle di Gandhi in India, dei numerosi casi di resistenza nonviolenta contro l’occupazione nazifascista, delle lotte contro la repressione nei paesi del blocco sovietico senza ricorrere alle armi, dei movimenti di opposizione agli euromissili, delle lotte contro le servitù e le basi militari (alcuni esempi: Larzac in Francia, La Maddalena in Sardegna, le Murge in Puglia).
Aderisci alla campagna 2010 di obiezione di coscienza alle spese militari
Può dichiararsi Obiettore/Obiettrice qualsiasi persona maggiorenne, anche senza reddito, che vuole aderire per proprie convinzioni ad una riduzione delle spese militari in Italia ed impegnarsi per la costruzione di un modello di difesa nonviolento e non armato.
Per saperne di più e scaricare il modulo di adesione visita il sito:
www.osmdpn.it
Ieri c'è stata la serata informativa sulla centrale a biomasse che verrà costruita a Rossana. Quello che è ho capito, non sono riuscito a sintetizzare, è questo: - la centrale è piccola, quindi non necessita della VIA, valutazione impatto ambientale, quindi il comune di Rossana e la Provincia non erano tenuti a coinvolgere i comuni vicini. Da parte nostra avremo dovuto informarci: io e molti miei amici ginnici, leggiamo spesso l'albo pretorio del comune di Piasco, per Rossana, Venasca, Pagno, Verzuolo e Costigliole ci attrezzeremo... Per il momento attiverò un “google alert”, almeno non perderò le notizie più significative - la centrale potrà solo bruciare legna vergine, non trattata che dovrebbe arrivare da qua vicino fino ad un max di 70 km di raggio - le emissioni saranno controllate in tempo reale e pubbliche - non sappiamo quanto facciano male i prodotti delle emissioni, anche se nei limiti di legge - Rossana ha intenzione di fare un'area industriale a Molino Varaita, per giustificare la centrale mi verrebbe da dire. Ero rimasto che il calore e l'elettricità venivano portati dove ce n'era richiesta, questa volta vogliamo portare le attività dove facciamo la centrale. A Molino Varaita non ci sono servizi di alcun tipo oltre l'acqua calda della centrale, ma mancano totalmente fogne, elettricità, acqua, strade...Il Bruido esonda con una notevole frequenza, specie negli ultimi anni; Varaita è a due passi, con un ponte dalle campate piuttosto strette non esente da rischi di intasamento, anche se la zona “industrializzabile sarà a monte io non starei troppo tranquillo. Se si chiama “molino” è una zona dove c'è acqua. - Una zona industriale piccolina e ben disagreggata da tutte le altre ci manca proprio: a Piasco siamo specialisti ad approvare aree puntiformi, ne abbiamo dalla Monatera a via Giolitti, dalla ex Wild (l'unico posto sensato), ai Campassi... Se a Rossana avranno la fortuna di avere un ventennio ricco di cemento come l'ultimo nostro magari piantano una fabbrica in Lemma! - La Benarco sarebbe anche disposta a ripristinare (???) il mulino, o credo più realisticamente a restaurarlo. Peccato non ci abbia pensato prima un agriturismo, pigliava pure dei contributi. - non starei a commentare la cagata delle serre. - la centrale aumenterà la temperatura della zona circostante perché emetterà in atmosfera fumi a 40° C. L'ingegnere Tebaldi ieri sera ha tirato fuori un “delta T” di 8 gradi, parlando di atmosfera a 32° C... Forse nel Periodo caldo medioevale, quando la groelandia era verde e colonizzata de Erik il Rosso, a Molino Varaita ci sono stati 32°. Forse. Sicuramente non ci saranno d'inverno quando il vapore emesso finirà in un atmosfera ben sotto il punto il punto di solidificazione dell'acqua. Magari nevicherà come suceddeva ogni tanto a Moretta quando i vapori della Locatelli congelavano in aria ed anziché venire dispersi dal vento si raggruppavano e cadevano al suolo. - economicamente la centrale sta in piedi solo per via dei certificati verdi, e questo quando si facevano i conti della serva fine serata è stato detto chiaramente. Non c'è nulla di male in questo: il fotovoltaico esiste per i contributi, l'agricoltura di EU ed USA vive di contributi, nessuno metterebbe il grano od il mais se non ci fosse il contributo europeo, e non è un peccato coltivere i cereali. Però è giusto che si sappia che una centrale che emette comunque degli inquinanti non sarebbe economicamente conveniente senza i certificati verdi. Io preferirei che si aumentassero i certificati verdi per le rinnovabili vere, e non dessero a queste. -la centrale potrebbe essere una risorsa per i boscaioli ed i proprietari di boschi. - se il prezzo del legname aumenterà la redditività dell'impianto sarà sempre più in discussione, mi fa paura pensare a questo perchè prima di chiudere un impianto si scende sempre a degli strani compromessi. Chi lavora nelle fabbriche sa di cosa parlo. Il prezzo del legname è destinato ad aumentare, cercate sul web: ieri sera si parlava di economicità fino a 65 euro al quintale. Ho trovato conti economici per il trentino che si basano sui 70 euro, parlano di cogenerazione, ma il prezzo della materia prima non cambia, cambia il fatto che se c'è mercato il prezzo sale. non porterà benifici in termini economici alla collettività, se nonper la creazione di qualche posto di lavoro (pochi) anche se di questi tempi non è male - il fatto che essiccheranno il cippato e dicono che lo venderebbero a prezzo scontato ai residenti è piuttosto ridicolo perchè nessuno ha caldaie a cippato in zona, e Walter l'ha fatto giustamente e fortemente notare. - la qualità dell'aria peggiora perché si accende un caldaia supercontrollata che comunque emette fumi, e non se ne spengono altre. Le caldaie grandi hanno senso nei condomini, dove spegni quelle autonome.
Si sono anche dette, a mio avviso un mucchio di stupidaggini sul teleriscaldamento. Tebaldi ha tentato di dirlo, da come mi è parso di capire, ma non ha potuto farlo. Il teleriscaldamento finalizzato alla produzione di energia elettrica è una cagata pazzesca, perchè chi vuole fare corrente la vuole fare anche nei 9 mesi all'anno in cui il riscaldamento non serve. A Brescia sono molto contenti di usare le loro case e le strade come dissipatori di calore delle centrali, specie in luglio... Poi il teleriscaldamento, se non fatto a livello di isolato ha dei costi enormi di impianti e distribuzione, anche dal punto di vista ecologico ed energetico (si spende energia a metterlo in opera). Avrebbe molto, molto senso progettare delle piccole reti di teleriscaldamento nelle zone ad alta densità abitativa dove installare dei sistemi di microcogenerazione. Esistono in commercio degli impianti a gassificazione con motori a ciclo Otto, sono a buon punto le sperimentazioni con motori Stinger: con questi si riuscirebbe a spegnere diverse caldaie, magari inquinanti o comunque alimentate a fonti fossili, accendendone poche e poco inquinanti. Questi sistemi possono produrre calore quando serve, che è sempre il prodotto principale di qualunque centrale termoelettrica, con una resa del 60 – 70 % e vendere l'elettricità prodotta (15 -20%). Se se ne rompe una o se ci sono dei problemi non sta al freddo tutto il paese, ma solo qualcuno, anche questo non è da sottovalutare. Anche sulla centrale di Costigliole si sono dette delle boiate, ed il sindaco Rinaudo ha fatto più danni che vantaggi per chi è contrario alla centrale di Molino Varaita: se la centrale a biomasse ha una resa bassa non ha titolo di parlare chi in casa ha una centrale ad olio vegetale in casa. Mi spiego: coltivare il pioppo in Short Rotation Forestry costa in termini energetici 12 – 15 Gjoule ad ettaro, contro una resa di 200 – 250 GJ/ha. Ipotizziamo che per le altre legnose i termini siano simili, ma forse sono anche più favorevoli, in quanto la SRF implica molte lavorazioni (costi energetici) che i boschi non hanno e la legna viene raccolta in anticipo, quindi non si è ancora sviluppata tutta la massa legnosa che c'è in un bosco di 15 anni. Per l'olio ad andare bene siamo a 28 di “spesa” e 120 di “ricavi” Questo vuol dire che un ettaro di terreno di bosco che va alla centrale Benarco, solo di energia elettrica produce l'equivalente di 60 GJ, se l'impianto di Costigliole arriva all'85% di resa un ettaro a colza rende 78 GJ. Cosa vuol dire? Che con un impianto di essiccazione del cippato, o una serra, la resa in termini di energia ad ettaro sarebbe favorevole alla Benarco. E questi sfruttano dei boschi, cioè dei terreni marginali. Penso se che se Tebaldi avesse avuto tempo per spiegare questo molti costigliolesi si sarebbero incazzati!
Rimango comunque fortemente contrario a questa centrale, ed invito tutti a firmare contro la sua realizzazione, principalmente per il discorso fumi e CO2, e voglio fare una proposta provocatoria a Presidente Boscaiolo presente ieri sera (spero che il Vas abbia un contato di questo signore, molto preparato). Visto che chi fa il suo mestiere ha tutto l'interesse a vendere legna, noi abbiamo tutto l'interesse ad avere dei boschi puliti ma non vogliamo più fumi di quanti ne abbiamo adesso, perché non formula una bella proposta al Comune ed ai cittadini di Piasco? come cooperativa anziché vendere il legname ad un industriale, che alla fine fa il prezzo che vuole quando assorbe certe quantità di prodotto, perché non lo trasformano in calore ed elettricità attraverso microcentrali di cogenerazione? Installano dei piccoli impianti, vendono calore ai piaschesi che risparmiano e si tolgono le caldaie autonome (ormai semi illegali) ed ammortizzano l'impianto con l'elettricità che vendono. Filiera corta, km 0, dal produttore al consumatore. Ma nel mondo che si scalda sempre di più io una centrale che non recupera il calore non la voglio vedere, le alternative ci sono, anche se Tebaldi inveiva contro Pejo e Walter chiedendo loro come farebbero. (scena degna del peggio Bruno Vespa). Io semplicemente farei qualcosa che funziona meglio. E vorrei che questo lo chiedessero anche i miei amministratori locali, a tutti i livelli. Siccome spesso però non ho un minimo di fiducia in loro, specie in quelli politicizzati voglio spiegare loro una cosa: il buon senso, l'ecologia ed anche due conti sulla convenienza non hanno colore. In USA un nero smilzo “di sinistra” (democratico) ed un bianco muscoloso “di destra” (repubblicano) fanno a gara a chi è più ambientalista. Se un giorno Barak riduce uno sperco il giorno dopo Arnold dice che se i suoi figli stanno più di 5 minuti sotto la doccia spegne il riscaldamento dell'acqua. Per cui se tra una riunione segreta per la doppia comunità montana, un'inaugurazione di una rotonda, una sagra, una telefonata al sottosegretario, una seggiovia con la pista, una xxx col ministro e mille altre cose trovate il tempo per pensare a che mondo lasciare ai figli, magari avrete un futuro. Altrimenti all'inaugurazione della sagra continueranno ad essere presenti solo i vostri parenti e due vecchi dc che hanno bisogno di parlare a Laratore.
Di cagio (del 20/10/2009 @ 19:14:17 in Politica, linkato 4473 volte)
In realtà qualcosa in più, perché non tutti gli abitanti di Verzuolo e Costigliole Saluzzo sono cittadini della ex Comunità Montana Valle Varaita, ma voglio estender anche a loro il diritto ad essere risarciti. Già perchè se la sentenza di primo grado nei confronti di Silvano Dovetta dovesse essere confermata anche nei gradi successivi di giudizio e lo Stato stabilirà un pena per chi ha fregato circa 90k€ alla CMVV, nessuno restituirebbe il “mal tolto”, o i soldi rubati per essere chiari. La possibilità ci sarebbe anche stata ma giunta e consiglio dell'ente decisero di non costituirsi parte civile nel processo. Adesso è il momento di battere cassa, siamo circa 18.500 persone dal Colle dell'Agnello a Falicetto, e ognuno di noi può scegliere da chi farsi restituire i sui 4,50 € abbondanti. Io consiglio di andare a chiedere agli ex componenti della giunta che adesso sono il lizza per la Grande Comunità del Monviso come:
da una parte: - Alberto Anello, ex assessore a commercio, turismo, attività produttive, candidato alla presidenza ed “ex amico” di Dovetta e negli ultimi mesi principale rivale politico;
dall'altra: - Bernardino Matteodo, ex Vice Presidente con delega ad iniziative comunitarie, cultura e istruzione, bilancio e programmazione e da sempre l' “eminenza grigia” della CM, storico braccio destro di Dovetta, nonostante si dice che dovrebbe essere uno di sinistra. Avesse i baffi verrebbe da fare il paragone con un'altra coppia di pelato e baffuto, ma non ha i baffi. - Giuseppe Moi, ex assessore ai lavori pubblici, viabilità, servizi associati ed attualmente sindaco di Valmala. - Alessandro Bianco di Pontechianale, ex assessore a caccia e pesca.
Quando poi avremo raggiunto la cifra che la Giustizia stabilirà che manca dalle casse decideremo cosa farne, ci sono un mucchio di possibilità: dalla seggiovia o il chiosco sul lago a Pontechianale, a finanziare i giovani imprenditori della valle, alle proloco, alla Croce Rossa... Sempre che la sentenza di appello non smentisca il Tribunale. Se invece dovesse intervenire la prescrizione io i soldi li voglio indietro lo stesso, anche perché Dovetta a suo tempo dichiarò che voleva dimostrare la propria innocenza, e non allungare i tempi per mandare tutto a monte. Se vi capita chiedete a questi signori, e agli assessori e consiglieri uscenti dalla CM, se la pensano ancora come allora, se sostengono che il giudice si sia sbagliato, o se vogliono metterceli di tasca loro i soldi che non vollero chiedere indietro al loro “capo”. I loro nomi li trovate sul sito della CM Valle Varaita.
Di Dulce (del 05/03/2009 @ 18:18:59 in Agricoltura, linkato 2569 volte)
campagna popolare per una legge che
RICONOSCA L’AGRICOLTURA CONTADINA
E LIBERI IL LAVORO DEI CONTADINI DALLA BUROCRAZIA
ESISTE un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta; un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, fondata su una scelta di vita legata a valori di benessere o ecologia o giustizia o solidarietà più che a fini di arricchimento e profitto; un’agricoltura quasi invisibile per i grandi numeri dell’economia, ma irrinunciabile per mantenere fertile e curata la terra (soprattutto in montagna e nelle zone economicamente marginali), per mantenere ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche e i prodotti locali, per mantenere popolate le campagne e la montagna.
Per quest’agricoltura che rischia di scomparire sotto il peso delle documentazioni imposte per lavorare e di regole tributarie, sanitarie e igieniche gravose,
per ottenere un riconoscimento che la distingua dall’agricoltura imprenditoriale e industriale, per ottenere la rimozione degli ostacoli burocratici e dei pesi fiscali che ostacolano il lavoro dei contadini e la loro permanenza sulla terra,
CHIEDIAMO CHE
punto 1
Chi coltiva un appezzamento di terra, qualunque sia la sua dimensione, per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta e senza intermediari, possa liberamente:
a.trasformare e confezionare i propri prodotti nell’abitazione o nei suoi annessi, attraverso le attrezzature e gli utensili usati nella consueta gestione domestica;
b.vendere i propri prodotti agricoli (comprese le sementi autoriprodotte), alimentari e di artigianato manuale ai consumatori finali, senza che ciò sia considerato atto di commercio.
punto 2
I contadini che, come occupazione prevalente, praticano la coltivazione del fondo e del bosco o l’allevamento o la raccolta di erbe e frutti spontanei, esclusivamente per l’autoconsumo familiare e per la vendita diretta ai consumatori finali e agli esercenti locali di vendita al dettaglio e ristorazione, e che non siano anche lavoratori dipendenti o liberi professionisti né abbiano dipendenti, salvo eventuali avventizi impiegati in attività di raccolta
SIANO ESONERATI DA
a.il regime Iva, la tenuta di registri contabili, l’obbligo di iscrizione alla camera di commercio; ogni imposta o tassa relativa all’occupazione prevalente, alla propria abitazione e al fondo, comprese quelle di registrazione e proprietà relativa all’acquisto di terreni confinanti con i propri e confinanti tra loro;
b.l’applicazione del sistema HACCP e, più in generale, le norme vigenti in materia di igiene e sicurezza degli alimenti;
c.i vincoli progettuali e urbanistici per:
- la costruzione di stalle, serre e altri annessi sui propri terreni e per l’esclusiva occupazione prevalente, purché realizzati con una dimensione massima di 30 mq e a un piano fuori terra, secondo tipologie bene inserite nel contesto ambientale, con strutture solo rimovibili e senza possibilità di cambio della destinazione d’uso;
- la ricostruzione di manufatti preesistenti in terra, in legno o in pietra a secco;
ABBIANO DIRITTO DI
d.macellare direttamente nel proprio fondo il bestiame nato e allevato nel podere, limitatamente a un numero di capi proporzionati ai membri della famiglia e ai propri ospiti, e seppellirne i resti secondo le consuetudini locali, fatti salvi gravi motivi sanitari o la non idoneità dei terreni;
e.esercitare nella propria abitazione e sul proprio fondo attività di ospitalità rurale, fino a un massimo di dieci coperti e posti letto, senza necessità di autorizzazioni e senza essere soggetti a regole fiscali e sanitarie;
f.pagare i minimi contributi assistenziali e previdenziali;
g.ricevere, attraverso le regioni, servizi gratuiti a domicilio di:
- assistenza veterinaria e agronomica;
- assistenza burocratica e ricezione per qualunque domanda, dichiarazione, denuncia o modulistica di altro genere a qualunque titolo richiesta dall’amministrazione pubblica o comunque dovuta per legge.
punto 3
I contadini definiti nel punto 2 siano registrati in uno specifico albo del comune di residenza e possano attestarsi con autocertificazione, vera fino a prova di falso.
punto 4
Il lavoro prestato ai contadini definiti nel punto 2, nel loro fondo, gratuitamente o come apprendistato o come scambio di opere, sia assimilato al volontariato e – salvo l’uso di scale o di macchine e attrezzature elettriche o a motore - non sia assoggettato a obblighi contributivi e previdenziali.
punto 5
Siano abolite le limitazioni sui contratti agrari in natura, purché favorevoli ai conduttori per una misura non inferiore al 70% del raccolto.
In che modo puoi partecipare anche tu alla campagna popolare:
innanzitutto firmando e facendo firmare la petizione web in questa pagina;
puoi raccogliere firme stampando questo modulo e facendolo firmare; se hai un'attività aperta al pubblico potresti organizzare un punto fisso di raccolta dove far trovare i moduli cartacei da firmare; puoi segnalarlo tramite questa pagina;
discuti sulla Campagna Popolare in queste pagine; ogni punto della petizione è stato riportato suddividendoli nelle pagine del sito lasciando aperta la possibilità di commento; puoi commentare anche senza iscriverti al sito e dalla discussione possono emergere i punti di vista che aggiungono maggiore valore alla proposta;
lascia in "Di la tua" la tua proposta per il futuro della campagna: questa campagna non è un punto di arrivo ma di partenza e noi che la stiamo promuovendo sappiamo molto bene che i punti della campagna non sono sufficienti ma da qualche parte occorre cominciare; lancia la tua proposta e sarà vagliata con attenzione;
linkaci al tuo sito: se hai un tuo sito esponi un nostro link per farci arrivare visitatori; vedi i banners disponibili in questa pagina;
se fai parte di una organizzazione proponile di entrare anch'essa fra i promotori di questa campagna per portare questa petizione a diventare legge; per aderire leggi questa pagina
17 gennaio - 11 novembre 2009 da sant'Antonio abate (patrono dei contadini e degli animali rurali) a san Martino (termine dell'annata agraria)
URUBAMBA ONLUS è un’associazione di volontariato senza fini di lucro con sede a Torino, Via Bava 19. Nasce dall’iniziativa di un gruppo di operatori che da molti anni lavorano in campo scolastico, psicologico e socio-assistenziale con lo scopo di promuovere attività di sensibilizzazione ai problemi di bambini ed adolescenti che vivono in condizioni di povertà assoluta sia economica che culturale.
L’Associazione ispirandosi ai principi della solidarietà umana si prefigge come scopo di aiutare bambini e adolescenti in stato di disagio, povertà e abbandono con attività dirette “sul campo” e di operare ai fini della divulgazione e sensibilizzazione anche “a distanza”.
In particolare per la realizzazione dello scopo prefisso e nell’intento di agire a favore di tutta la collettività, l’Associazione si propone di:
- Favorire la sensibilizzazione al tema dell’assistenza a bambini e adolescenti in stato di disagio, povertà e abbandono attraverso seminari, convegni, mostre, realizzazione di documentazione (fotografica, video, ecc.) e di materiale divulgativo, attività editoriali, pagine web e per mezzo di attività e incontri nelle scuole finalizzati a sviluppare un’educazione interculturale.
- Promuovere la nascita di “case famiglia” e “centri diurni di accoglienza” destinati a bambini e adolescenti in stato di disagio, povertà e abbandono.
- Formare e gestire gruppi di volontari e porli in grado di prestare la loro opera nell’assistenza all’interno di “case famiglia”, “centri diurni di accoglienza” o altre strutture analoghe, per assicurare condizioni ambientali e psico-pedagogiche tali da offrire una risposta globale ai bisogni fisici, emozionali, psicologici e pedagogici degli ospiti accolti.
- Istituire programmi di sostegno a distanza per bambini, adolescenti e famiglie in stato di necessità.
- Instaurare rapporti di cooperazione con organizzazioni o associazioni nazionali ed internazionali che perseguano gli stessi scopi.
- Gestire ogni altra attività direttamente o indirettamente funzionale alla realizzazione degli scopi dell’Associazione.
- Raccogliere fondi per le finalità associative.
Il primo impegno dell’Associazione, ispirandosi ai principi per i quali si è costituita, è stato quello di far nascere e sostenere dal 2001 il progetto culturale ed educativo della casa famiglia “Mosoq Runa” attraverso la sensibilizzazione, la promozione e la raccolta fondi destinati unicamente alla realizzazione del Progetto.
La storia Piccola Locanda nasce nel marzo del 2004 come ostello a Cusco in Perù. Si occupa da subito di solidarietà, diventando sede ufficiale per il Perù dell'Associazione Magie delle Ande di Vicenza. Partecipa attivamente al progetto Huaro, una scuola per bambini differentemente abili e dopo un breve periodo instaura un'altra preziosa collaborazione con la Casa Famiglia per bambini in abbandono Mosoq Runa.
L'ostello diventa rapidamente punto d'incontro per le persone che vogliono dare una mano attiva a queste iniziative: volontari ed anche semplici viaggiatori.
Vengono organizzati dei tour dove gli ospiti oltre a visitare i principali luoghi turistici, pranzano nelle Case Famiglia passando alcune ore con i bimbi e con i responsabili dei progetti.
L'iniziativa ha un successo straordinario, grazie alle donazioni dirette ed ai proventi dei tour le cose migliorano a vista d'occhio. Da cosa nasce cosa, qualcuno si ferma come volontario, altri inviano fondi e materiale, si riescono a coprire le necessità basiche dei bambini.
Per questo nel novembre 2004, dall’incontro fra Matteo e Emanuele nasce PeruEtico S.r.l. operatore di viaggi peruviano, regolarmente iscritta al Ministero del Turismo e dotata di tutte le licenze e i permessi necessari per operare ai termini di legge.
Nel 2005 nasce un'altra preziosa collaborazione con Maruja e Daniela del Ceprof (Centro di promozione familiare) di Lima.
Nel 2006 vengono posti parametri etici molto più selettivi nella scelta delle agenzie con cui collaborare sul territorio nazionale e si consolida l'appoggio all' “Hogar de las Estrellas”, Casa Famiglia di Cusco che ospita bambini in abbandono e differentemente abili.
Nello stesso anno Peruetico diventa socia AITR, Associazione Italiana Turismo Responsabile.
Nel 2007 siamo diventati la “Famiglia della Piccola Locanda”, un consorzio etico che comprende oltre all'agenzia, l'ostello Piccola Locanda e il ristorante “Osteria della Locanda”. Le tre strutture agiscono compatte nella raccolta dei fondi destinati ai progetti dedicandogli una chiara percentuale sul guadagno.
E per il 2008 ??? Abbiamo aperto la sezione “Viaggi equo-solidali” in collaborazione con Minka Fair Trade, una rete di organizzazioni di produttori rurali che commerciano con l’Italia attraverso le Botteghe del Mondo; altra novità importante sarà la nascita dell’Associazione Peruetico (tutta italiana), con lo scopo di promuovere il turismo responsabile, il commercio equo-solidale e ovviamente i progetti che ad essa si appoggiano.
Eccoci, questo è Peruetico, una struttura dinamica, con tante idee e tanto entusiasmo e con la ferma convinzione che il turismo in Perù non sia solo il Machu Picchu ma anche una terra fatta di volti, suoni e colori…
Di Marta (del 28/05/2008 @ 17:59:36 in generale, linkato 2383 volte)
Inserisco questo articolo che mi ha passato Luca D.L'autore è il pluricitato pallante e il tema riguarda tutti ........L'ACQUA.
Alla fine dell' Ottocento, quando mia nonna era bambina, la sua famiglia viveva in una casa in cui non c'era l'acqua corrente, come in quasi tutte le case. Cosi ogni giorno dovevano andare a prenderla alla fontana nella piazzetta vicina. La vedo con gli occhi dell'immaginazione scendere le scale insieme a sua madre o sua sorella cariche di brocche e secchi, fare un piccolo tratto di strada, mettersi in coda chiacchierando con le altre donne e le altre bambine in attesa del loro turno, tornare a casa portando a braccia i recipienti pieni. Una vita faticosa e dura. Oggi, dopo più di cento anni di progresso, nei supermercati le persone riempiono i carrelli di bottiglie di plastica piene d'acqua, le scaricano nei portabagagli delle automobili con cui le portano fino alle loro abitazioni, le scaricano dai portabagagli e le portano a braccia in casa. Proprio come faceva mia nonna. Ma con 6 differenze rispetto a lei. 1- Mia nonna era costretta a fare la fatica di portare a braccia l'acqua in casa. La sua non era una scelta. Oggi le persone che fanno questa fatica, non vi sono costrette. La loro è una scelta. E il passaggio dalla costrizione alla libertà di scelta è un progresso, baby! 2- Mia nonna per portare l'acqua a casa doveva soltanto scendere le scale e fare un breve tratto di strada a piedi. Oggi le persone per coprire il tragitto casa-supermercato-casa usano l'automobile. Impiegano più tempo, hanno costi di trasporto e consumano fonti fossili, che emettono CO2, ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (pm10), incrementando l'effetto serra e inquinando l'aria. Ma andare in automobile invece che a piedi è un progresso, baby! 3- L'acqua che portava a casa mia nonna era attinta dalla falda idrica sottostante; l'acqua in bottiglia che si porta a casa oggi dai supermercati viene da centinaia, o migliaia di chilometri di distanza. Ha un costo di trasporto e consuma fonti fossili, che emettono CO2, ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (pm10), incrementando l'effetto serra e inquinando l'aria. Ma l'estensione dei mercati è un progresso, baby! 4- I recipienti di metallo con cui mia nonna trasportava l'acqua erano sempre gli stessi; quelli utilizzati oggi sono di polietilene tereftalato (PET) monouso. Per produrli si è consumato petrolio in un'industria petrolchimica (2 kg di petrolio per kg di plastica); si è consumato gasolio per trasportarli dall'industria petrolchimica allo stabilimento dove è stata imbottigliata l'acqua; altro gasolio si consumerà per portarli dalle abitazioni ai cassonetti della raccolta differenziata e di qui al consorzio obbligatorio Replastic? Alla discarica? All'inceneritore? Ogni trasporto delle bottiglie di plastica ha comportato un costo e un consumo di fonti fossili, che emettono CO2, ossidi di azoto (NOx) e polveri sottili (pm10), incrementando l'effetto serra e inquinando l'aria. Ma l'economia di mercato e l'industria sono un progresso, baby! 5- La produzione di un kg di PET richiede 17,5 kg di acqua e rilascia in atmosfera 40 gr. di idrocarburi, 25 gr. di ossidi di zolfo, 18 gr. di monossido di carbonio e 2,3 kg di anidride carbonica. Poichè una bottiglia in PET da 1,5 litri pesa 35 gr., con un chilo di PET se ne fanno 30. Pertanto per trasportare 45 litri d'acqua se ne consuma quasi la metà. A mia nonna poteva caderne qualche goccia per strada se riempiva troppo i suoi recipienti. Quanto all'emissione di gas, al massimo qualche volta sotto lo sforzo poteva rilasciare qualche scorreggetta. 6- L'acqua che portava in casa mia nonna non costava nulla, l'acqua in bottiglie di plastica costa da 2 a 4,5 euro alla confezione di 6 bottiglie da 1,5 litri (prezzi novembre 2004). In realtà il costo effettivo dell'acqua contenuta nelle bottiglie è solo l'1 % del costo di produzione totale, mentre l'imballaggio ne assorbe il 60 %. Ma si può spendere di più solo se si è più ricchi e la crescita della ricchezza è un progresso, baby!
Rispetto ai tempi di mia nonna, per fare la stessa fatica e avere la stessa utilità ci vuole più tempo, si inquina molto mentre prima non si inquinava affatto e si paga mentre prima non si pagava. Il contributo alla crescita del prodotto interno lordo dato dalla produzione e dal commercio delle acque in bottiglia ha comportato un peggioramento della qualità della vita individuale e della qualità ambientale. Questo è il progresso, baby? Una famiglia di 4 persone spende ogni anno da 320 a 720 euro e fa bruciare almeno 32 litri di combustibili fossili per bere acque in bottiglie di plastica invece dell'acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa. Evidentemente pensa di ottenere vantaggi superiori ai costi economici che sostiene e ai danni ecologici che genera. Dal punto di vista chimico e batteriologico questi vantaggi non ci sono. Dal punto di visto organolettico possono esserci se l'acqua distribuita dall'acquedotto e troppo clorata. Ma per togliere il sapore del cloro e sufficiente scaraffarla con un po' di anticipo, o utilizzare appositi filtri che con un costo molto minore, senza fatica nè perdita di tempo consentono di eliminarlo. In realtà il costo dell'acqua minerale in bottiglia comprende anche il costo delle frottole che si bevono insieme ad essa. Una di queste acque, secondo la pubblicità fa digerire tutto. Non c'è indigestione o ingordigia che tenga. Più ne bevi e più digerisci. Una fa fare tanta pipì (come tutte le acque; più ne bevi più ne fai, anche con quella del rubinetto). Una ha un effetto collaterale sorprendente: risveglia il desiderio erotico. Una è fatta con energia verde al cento per cento. Ammesso che un'energia senza impatto ambientale esista, anche la plastica della bottiglia è di energia verde? Anche il gasolio necessario a trasportarla? Un'altra è altissima (embè?) e purissima (vorrei vedere!). Una si pubblicizza facendo fare una pernacchia a una particella di sodio che poi se la ride da sola. Una è di qualità trasparente (ci mancherebbe anche che fosse torbida!). Una a volte fornisce l'apporto di calcio necessario a prevenire l'osteoporosi nella terza età, a volte è utile nella prevenzione della calcolosi perchè è povera di calcio. Insomma solo se si beve di tutto si può scegliere di bere l'acqua in bottiglia. Se invece non si beve di tutto e al posto dell'acqua in bottiglia si beve l'acqua del rubinetto, si ottiene un risparmio economico che comporta una diminuzione dell'inquinamento ambientale e un miglioramento della qualità della vita individuale. E una decrescita del prodotto interno lordo in conseguenza della diminuzione non solo della domanda di acqua in bottiglia, ma anche dei prodotti petroliferi utilizzati in tutte le fasi della produzione e del trasporto.
"Prima di trasferirmi in città per trovare lavoro, al paese ho sempre bevuto acqua di sorgente. L'acqua dell'acquedotto non ce la faccio proprio a berla. Ma con i soldi dello stipendio posso comprarmi l'acqua di sorgente imbottigliata. E pagare la benzina necessaria per andare a prenderla e portarla a casa. Si lo so che al paese non la pagavo nulla e che le bottiglie di plastica fanno aumentare i rifiuti, ma io ho una coscienza ecologica e sono convinto che non c'è futuro per l'umanità senza uno sviluppo sostenibile. Per questo faccio una scrupolosa raccolta differenziata. Inoltre comprando l'acqua in bottiglia sostengo l'occupazione nelle aziende che producono bottiglie di plastica, nelle aziende che imbottigliano l'acqua, nelle aziende di trasporto, nelle agenzie pubblicitarie che inventano tanti spot spiritosi, nelle aziende che raccolgono e smaltiscono i rifiuti. Sono un benefattore dell'umanità. Eppure, nonostante i miei comportamenti virtuosi, adesso vogliono costruire un termovalorizzatore nel quartiere in cui abito. Dicono che è un impianto sicuro e non emette inquinanti, come i vecchi inceneritori. Anzi, le ultime analisi dimostrano che ne esce un'aria più pulita di quella che entra. D'altra parte se i rifiuti aumentano occorrerà pure trovare un sistema ecologicamente corretto di smaltirli. Però l'inceneritore, pardon il termovalorizzatore, avrei preferito che lo facessero un po' più lontano da casa mia."
Da inguaribile ottimista e da cittadino italiano che non vuole rassegnarsi al degrado politico e sociale di questi ultimi vent'anni da tempo mi guardavo attorno per vedere se da qualche parte spuntava qualche progetto concreto per cambiare le cose, pronto naturalmente a fare la mia parte.
Il blog di Beppe Grillo con i suoi meetup qualcosa avevano già smosso. Mi chiedevo, però, dov'era finita la parte dell'Italia migliore, quella che ogni giorno si alza al mattino per contribuire ad un mondo più giusto ed umano. Le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, i gruppi e movimenti cattolici, i comitati che sorgono spesso qua e là per rimediare ai disastri della politica.
Realtà diverse e frastagliate che, però, se si unissero diventerebbero una forza importante.
Oggi ho trovato sulla rete una risposta esemplare di Jacopo Fo e Roberta Lombardi che stanno cercando di mettere assieme tutte queste realtà con il Movimento Etico Popolare.
Lo pubblico sul nostro blog per alimentare il dibattito convinto che stiamo vivendo un momento storico importante e delicatissimo dal quale possiamo uscirne solo se sappiamo mettere in campo le energie migliori.
Invito tutti a farlo girare in rete, attraverso i propri contatti.
Nello scenario agonizzante di questo inizio millennio italiano sta succedendo qualche cosa di grosso?
Anche noi avremo a breve un effetto Obama?
Sta per cominciare una rivoluzione politica che ridara' alla gente la gioia di lottare e vincere?
Impossibile?
Se si guardano i telegiornali certamente, ma se si vive nel Movimento dei piccoli gruppi che praticano l’alternativa si assiste a una continua crescita di iniziative e successi. Ovunque fioriscono circoli della Decrescita Felice, del Movimento della Transizione, gruppi d’acquisto, botteghe del commercio equo, feste, concerti, cooperative sociali, imprese ecologiche, filiali di Banca Etica.
Un fenomeno enorme che ha poca visibilita' nel suo complesso ma che a furia di piccoli passi sta modificando casa per casa il panorama politico culturale e sociale. Una realta' che crea lavoro, risparmio energetico, imprese solidali in tutto il mondo.
Migliaia di pasti cucinati ogni giorno per i disperati del pianeta, migliaia di alberi piantati, pannelli fotovoltaici finanziati e costruiti, cibi biologici prodotti, milioni di litri d’acqua e kilowatt risparmiati.
E una cultura diversa che cresce non sui discorsi di chi e' bravo a parlare in pubblico ma grazie all’abilita' delle mani, alla fantasia e al sudore (quello della fronte non quello della lingua). In Italia, nonostante i Veltroni, i D’Alema, i Rutelli, il Presidente e tutte le sue vallette ucraine vestite da babbo natale in bikini, migliaia di persone si alzano ogni mattina e si chiedono: “Come posso far avanzare di un centimetro il mondo migliore?” e si mettono giu' a spremersi il cervello per creare un nuovo conto corrente ribelle, isolare un tetto, vendere un chilo di caffe' che ha dentro la speranza di un contadino peruviano, far arrivare un piccolo mulino a vento nel Kalahari.
E ci riescono!
Questa gente meravigliosa, questi che non sono crollati psicologicamente neanche di fronte all’ultimo disastro elettorale, se si mettono assieme cosa potrebbero combinare?
Pensa per un attimo se questo Movimento del fare si saldasse con i circoli degli amici di Beppe Grillo, con i comitati di lotta contro gli inceneritori e le industrie inquinanti, con componenti di base dei verdi e della sinistra. Pensa se fosse capace di parlare anche alla gente di buon senso che oggi vota a destra perche' non vede alternative.
Siamo tanti, anche se siamo divisi e incapaci di far nascere una strategia comune.
Ma in questi anni abbiamo imparato a usare mezzi nuovi come il web, a organizzarci a rete, a fare impresa e costruire concretamente nuovi mestieri, attivita' commerciali, installare pannelli solari, lampioni ad alta efficienza e caldaie ecologiche, andando oltre la denuncia del marcio nel sistema.
Bello ma impossibile?
E se ti dicessi che qualcuno ci sta pensando?
Sono stato cinque ore con Fabio Salviato, presidente di Banca Etica, Alfredo Giacon che ha fatto il giro del mondo in barca a vela come ambasciatore del movimento solidale italiano e Piera Marsilio, scrittrice e musicista. Abbiamo parlato del neonato Movimento Etico Solidale. Parlare oggi di un nuovo movimento politico puo' sembrare una follia. Ma la cosa non spaventa i fondatori di questo gruppo che credono che sia proprio questo il momento per chiamare all’unita' su obiettivi concreti il popolo che sta opponendosi con i fatti allo sfascio nazionale.
Salviato mi racconta che in Francia le associazioni delle signore che amano i cani, gli ecologisti della prima ora, gli amanti dell’ambiente bucolico, i terrorizzati dalla catastrofe ambientale, i gruppi etici e solidali e i comitati spontanei di difesa del territorio sono riusciti a fare un patto che e' partito dal basso e che ha permesso al movimento ecologista-etico di ottenere un risultato formidabile: oggi sono il terzo “partito” con il 16% dei voti, solo un pelo al di sotto del Partito socialista.
Perche' non facciamo lo stesso?
Uniamo il Movimento del fare, dei piccoli passi, dei piccoli circoli locali, la gente concreta che non ama le chiacchiere e ha a cuore i risultati!
Mentre scrivo stanno arrivando i dati sulle elezioni regionali in Germania. Anche li' una nuova sinistra ha ottenuto risultati notevoli, un segnale che qualche cosa si sta muovendo a livello internazionale.
Quello che mi affascina del Movimento Etico Solidale e' il rifiuto per le divisioni ideologiche, la partenza cercando di portare idee semplici, proposte concrete. Salviato inizia dicendo che sogna un movimento che misuri l’impegno dei propri militanti con il numero di pannelli solari installati, con la quantita' di combustibile fossile risparmiato.
Oggi sarebbe possibile trasformare in fatti le nostre proposte.
Abbiamo decenni di esperienza e le tecnologie sono mature.
Possiamo immaginare di proporre finalmente nuovi strumenti di risparmio, permettendo alle famiglie italiane di investire in modo sicuro e vantaggioso nelle fonti di energia rinnovabile, estendere la logica dei gruppi di acquisto a servizi complessi come la telefonia o le assicurazioni, far risparmiare le famiglie e valorizzare le imprese etiche.
E possiamo perfino dimostrare che un comune che ha bisogno di 3 milioni di euro per costruire una scuola puo' ottenerli dando vita a un progetto globale di razionalizzazione delle risorse energetiche.
Cambi le lampadine e i regolatori di flusso della corrente e tagli l’80% dei costi dell’illuminazione stradale, produci biogas dai rifiuti urbani organici, tagli del 50% i costi del riscaldamento isolando gli immobili, copri i tetti e i parcheggi con pannelli fotovoltaici, dove puoi installi generatori di elettricita' eolici, idrici, a scarti di legno. Con una semplice operazione di prefinanziamento e grazie ai finanziamenti dello Stato puoi realizzare gli investimenti senza sborsare un euro e ottenere contemporaneamente i 3 milioni di euro per la scuola, facendoti anticipare i risparmi ottenuti e gli utili provenienti dalla produzione diretta di elettricita'.
Oggi possiamo non limitarci a dirlo, il Movimento contiene le professionalita' e l’esperienza per trasformare questa possibilita' in un’azione politica diretta. In campagne di riconversione dell’economia dei Comuni. Far vivere la nostra propaganda politica sulle esperienze.
Quando avremo realizzato simili interventi in 10 Comuni avremo dimostrato di avere un progetto vero per la rinascita economica, ecologica e culturale dell’Italia. Non chiacchiere.
Il fatto di trovarmi per la prima volta di fronte a un’organizzazione politica che si muove su questa linea di pensiero mi ha entusiasmato.
E credo che sia importante in questo momento aprire una discussione su questi temi.
Ben sapendo che non sara' facile, non sara' comodo ma potrebbe essere un’esperienza straordinaria di cambiamento.
Vogliamo farlo?
Possiamo farlo?
Come?
abbiamo molto parlato in questi giorni ed il sogno europe ecologique da costruire qui in italia è una sfida che ci piacerebbe vincere.
un primo incontro c'è stato ad alcatraz da jacopo a metà ottobre ed hanno iniziato ad aderire tutta una serie di associazione e realtà che lavorano quotidianamente nella solidarietà, nella filiera corta, nelle energie rinnovabili.
per ora hanno aderito al progetto
Lifegate Planet
Associazione Alcatraz
El Tamiso
Brio
Ecor NaturaSì
Cooperativa Immigrazionisti
Associazione Mairi e Soliles
Unaretedamore
Coscienza in Rete
Associazione Impronta Leggera
e noi che facciamo?
sì lo so, c'è il movimento a 5 stelle e le regionali, ma una cosa non esclude l'altra... ANZI l'amplifica enormemente!
beppe e jacopo hanno parlato di questa cosa più volte e jacopo si è messo in contatto con i ragazzi di campania ed emilia che stanno lavorando al progetto liste civiche regionali. penso sia in contatto anche con voi.
noi nel lazio stiamo anche lavorando con i ragazzi di PBC...
ma voi non li sentite i passi di una MOLTITUDINE INARRESTABILE che inizia a camminare insieme verso la stessa direzione????? vogliamo fare rete con chi abbiamo vicino ogni giorno: chi fa la raccolta differenziata perchè vuole rifiuti zero, chi compra dalla filiera corta ed in modo critico, chi ha un conto in banca etica, chi si fa da solo la sua energia rinnovabile, chi vuole che l'acqua rimanga pubblica, chi coltiva l'orto di quartiere...?
perchè dall'incontro di cue persone che quotidiamente tentano di migliorare il mondo si crea un legame saldo ed insieme siamo una moltitudine inarrestabile!
Di Dulce (del 05/12/2012 @ 12:27:40 in Associazioni, linkato 3188 volte)
Prefinanziamento 2013
Adesione entro il 15 dicembre 2012
Cari/e amici, amiche e sostenitori del Progetto Tatawelo,
sulle montagne del Chiapas stanno nuovamente maturando i frutti rossi del caffè.
I soci della cooperativa Ssit Lequil Lum in Chiapas (come anche gli amici del Guatemala) si apprestano a raccoglierli e noi invitiamo nuovamente tutti voi a sostenere questa raccolta, partecipando al prefinanziamento.
C’è tempo fino al 15 Dicembre per ordinare il caffè che i produttori raccoglieranno nei prossimi mesi.
I termini, le condizioni e il modulo d’ordine per partecipare al prefinanziamento sono compilabili a questo indirizzo:
Aderire alla Campagna diPrefinanziamento significa sostenere i produttori durante i mesi della raccolta e permettere all’Associazione Tatawelo di inviare l’anticipo ai produttori nel momento della definizione del contratto d’acquisto.
Il prefinanziamento è uno dei cardini del commercio equo solidale. Significa costruire una filiera trasparente che collega produttori del Sud e consumatori del Nord in una rete di solidarietà e significa rompere i classici meccanismi di indebitamento, di prestiti e interessi bancari, nel Sud e nel Nord del Mondo.
Attraverso il prefinanziamento del Cafè Tatawelo è possibile prenotare entro il 15 dicembre 2012 una certa quantità di caffè, acquistandolo ad uno sconto del 25%, mettendo così a disposizione dei produttori di caffè e dell'Associazione Tatawelo le risorse per sostenere il raccolto e sviluppare il progetto.
Il caffè, prenotato e pagato al momento dell’ordine, sarà consegnato ai prefinanzianti nell’estate 2013, dopo essere stato raccolto, lavato, asciugato, ammassato e selezionato dai produttori, spedito in Italia e qui macinato, tostato e impacchettato.
Referenze ordinabili attraverso il prefinanziamento
E' possibile prefinanziare le seguenti referenze di caffè:
ØTatawelo Café Excelente (pacchetto giallo)
Prodotto dall’Associazione Tatawelo, unisce due arabiche provenienti rispettivamente dai Municipi Autonomi Zapatisti del Caracol 5 Roberto Barrios, in Chiapas (Messico) e dal Guatemala. Pregi e caratteristiche delle due varietà si uniscono armoniosamente, donando alla miscela “Excelente” gusto e aroma particolarmente equilibrati.
Il pacchetto, invece di essere sottovuoto, ha una valvola unidirezionale "intelligente" che consente il parziale sfogo dei gas naturalmente prodotti dal caffè, assicurandone la conservazione ottimale. Il caffè appena tostato e macinato viene confezionato nel sacchetto con valvola "salvaroma", che impedisce all'aria di entrare e ossidare la miscela. Il pacchetto resta morbido, mentre il caffè prosegue così la maturazione nei propri aromi, salvaguardando la purezza originaria del gusto.
Oltre al "pacchetto giallo" è possibile ordinare le referenze della linea "Café Progetto Tatawelo", prodotte dalla Cooperativa Libero Mondo in collaborazione con l'Associazione Tatawelo:
ØCialde (e cialde decaffeinate)
Le cialde vengono prodotte a partire dall'arabica del Messico (Ssit Lequil Lum) e dal Guatemala (El Bosque), e dalla robusta, proveniente dalla Tanzania (coltivata dalla coop. Kagera).
ØCafé espresso
Caffè proveniente dal 100% arabica Chiapas, appositamente macinato per la macchinaespresso.
ØCafé decaffeinato
Proveniente dall'arabica messicana, viene decaffeinato con un metodo naturale: il processo di estrazione della caffeina avviene mediante l'utilizzo di vapore acqueo e acetato di etile, sostanza organica presente già in origine nel chicco di caffè. Il contenuto residuo di caffeina è inferiore allo 0,10%.
ØCafé miscela
Miscela arabica-robusta che unisce il profumo dell’arabica messicana alla corposità della robusta africana (caffè prodotto dalla Coop Kagera in Tanzania), correttamente dosati per ottenere un gusto forte, pieno e armonioso.
ØCafé Chiapas arabica monorigine
Caffè monorigine coltivata nelle Comunità Zapatiste del Chiapas (Messico). Il caffè del Chiapas è riconosciuto come una delle migliori arabiche al mondo. Il suo gusto delicato mantiene la peculiarità aromatica dell’area di provenienza, con un equilibrio nei toni di acidità e dolcezza e un aroma fruttato e floreale.
ØGrani (500 gr.)
Caffé miscela in grani 70% arabica, proveniente dal Messico, 30% robusta proveniente dalla Tanzania.
Come si partecipa al prefinanziamento
Per aderire al prefinanziamento:
Come lo scorso anno abbiamo formato un gruppo di sostenitori Tatawelo
il caffè lo ordiniamo insieme e il prossimo anno condivideremo un momento di festa dove avverrà la distribuzione del raccolto.
il modulo di ordine si compila online a questo indirizzo
Black Gold analizza l’itinerario che segue il mercato del caffè, portandoci sulle tracce di un bene la cui presenza nel nostro quotidiano è data per scontata. Già acclamato in numerosi festival, il film denuncia la drammatica situazione dei coltivatori di caffè in Etiopia. Sono gli effetti della globalizzazione: mentre le multinazionali dell’alimentazione continuano ad aumentare i loro profitti, le raccolte di caffè vengono pagate sempremeno e i coltivatori etiopi sono costretti ad abbandonare le loro coltivazioni un tempo floride.
L'analisi dei costi componenti il Prezzo Trasparente per le varie referenze prefinanziabili, di cui alcune soltanto ipotizzabili in questo momento, ha determinato una "ridefinizione" del prezzo di vendita. Il Tatawelo Café Excelente passerà dagli attuali 3,80 a 3,90 (variazione di poco meno del 3%), i Grani arriveranno a 7,95 dagli attuali 7,50 (variazione del 6%), mentre per le altre 6 referenze verranno mantenuti i prezzi attualmente in vigore.
Queste "contenute" variazioni di prezzo sono dovute alle condizioni specifiche di produzione che ogni referenza ha, principalmente per l'aumento dei costi vivi di lavorazione, materiali di confezionamento e trasporto.
Sul sito www.tatawelo.it potete trovare la scheda del Prezzo Trasparente del Tatawelo Café Excelente.
Novità dal Chiapas:
caffè autocertificato dalle Giunte di Buon Governo zapatiste
La grande novità di quest’anno è l’autocertificazione del caffè prodotto dalla Cooperativa Ssit Lequil Lum.
Le autorità zapatiste hanno riconosciuto che si tratta di un caffè organico e di alta qualità, rilasciando alla cooperativa una certificazione.
I produttori chiapanechi non riconoscono l’efficacia dei sistemi di certificazione internazionale, che trovano eccessivamente cari e poco seri. Hanno scelto quindi, nell’ambito del loro percorso di autonomia, di dotarsi di una serie di criteri nella raccolta e lavorazione del caffè, che tutti i soci devono rispettare.
Una commissione di soci della cooperativa (cosiddetti tecnici locali e municipali), che ricevono una formazione costante dalla Ong messicana Desmi, si fanno carico della formazione degli altri soci e della verifica del loro lavoro.
Visitano annualmente le piantagioni di tutti i soci, valutano il rispetto dei criteri adottati dalla cooperativa, e danno indicazioni correttive sulle tecniche di coltivazione organica del caffè (semina, potatura, tecniche di concimatura, utilizzo di alberi per ombra, ecc..), nonché sulla coltivazione degli altri alimenti destinati al consumo quotidiano.
L’autocertificazione rilasciata dalle autorità zapatiste è il risultato di un lavoro iniziato quasi 10 anni fa (dal momento stesso della costituzione della cooperativa), e che premia la cura e l’amore per la Madre Terra dimostrata quotidianamente dai nostri produttori.
Novità dal Guatemala:
I soci della Cooperativa Nueva Esperanza del Bosque continuano il processo di conversione alla coltivazione organica, anche grazie alla sensibilizzazione dei volontari italiani, con l'ente certificatore Mayacert; il loro percorso punta alla salvaguardia, al mantenimento della biodiversità e alla tutela del territorio, duramente colpito dai ripetuti uragani degli ultimi anni, che hanno causato la distruzione di intere coltivazioni.
In Guatemala non esistono autorità o enti autonomi che possano certificare o seguire un processo di autocertificazione, pertanto da quest'anno il nostro partner italiano per l'importazione del caffè da commercio equo, la nuova cooperativa Shadhilly (nata dalla cooperativa Mondo Solidale per dedicarsi esclusivamente al caffè ed ai progetti a questo collegati) ha deciso di iniziare la collaborazione con Adisque, un'associazione di Quetzaltepeque, che intende promuovere lo sviluppo delle popolazioni locali sostenendo principalmente l'istruzione degli adulti con i proventi del caffè di qualità certificato organico, prodotto ed elaborato nella zona, contrastando inoltre il riciclaggio di denaro proveniente dal narcotraffico per la compravendita del caffè attraverso i coyotes.
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Per maggiori informazioni sul Progetto e l'Associazione Tatawelo visita il sito: www.tatawelo.it
Di cagio (del 27/10/2010 @ 00:42:57 in Ambiente, linkato 3261 volte)
Polemiche ed entusiasmo, questo ha sempre portato la modernità, si tratti del primo treno a vapore o di aggeggio hi-tech o della raccolta porta a porta. Già, la prossima settimana si inizia! Spaventati? Preoccupati? Incazzati? Avete ragione! Ma non dovete prendervela col Comune o con chi ritira i rifiuti, loro non ne possono niente se siete un po' ”turulu” “'nter” “ndaré èd calota”... Comunque anche i più “gnoc” riescono a distinguere la carta dalla plastica, dal vetro e dalla roba che marcisce, altrimenti ci insegna Darwin, che non potrebbero esistere in quanto non saprebbero nemmeno cosa mangiare e morirebbero avvelenati in pochi giorni. Quindi non è difficile, ok che uno può avere dei dubbi, ma il più grosso del lavoro è di una banalità imbarazzante. E quindi pensavo: se il porta a porta è così facile ed a Piasco coi cassonetti facevamo il 50% di differenziata, se in media con questo sistema la quota di differenziata aumenta del 40 – 60% … 50 + 40 = 90 50 + 60 = 110!!! Vuol dire che come minimo se non siamo inferiori alla media, e non vedo perché dovremo visto che prima eravamo molto al di sopra, perché non porci direttamente l'obiettivo di essere il Comune con la più alta percentuale di raccolta differenziata in Italia? Si può fare, custa niente e fa bela figura!
Tutti hanno da guadagnarci, ma non per motivi ambientalistici che ormai sappiamo a memoria, guadagni molto più concreti! Ne elenco qualcuno:
Chi fa commercio a Piasco: un paese primo in classifica fa parlare di se, vuol dire che è vivo, attivo, sano, moderno. Ti vien voglia di farci un giro, ti fidi di più a comprare qualcosa e magari pensi che sia un buon posto dove abitare
Chi paga la tassa sui rifiuti: con una differenziata al 95% le spese di smaltimento sarano più basse, magari la tassa non scenderà ma il Comune avrà più soldi da investire
L'amministrazione comunale: con un successo del genere potrà dire realizzato uno dei punti che aveva in programma
La minoranza: che era maggioranza prima potrà dire che hanno dato il via loro al circolo virtuoso
il VAS di cui fanno parte esponenti della minoranza della passate amministrazione che potranno provare che tutto è partito grazie alla loro opera di sensibilizzazione
il sindaco ed il suo partito: un successo di un'amministrazione guidata da un leghista in ambito ecologista, territorio storicamente in mano alla sinistra, sarebbe un beneficio innegabile per l'immagine di un partito dove un giorno si e l'altro anche qualche rappresentante fa delle esternazioni da troglodita
i cristiani: fa molto più peccato lasciare un mondo schifoso alle generazioni future che tradire il coniuge. Nel primo caso si fa male a molte persone; nel secondo, non sempre, ad una o due o tre se proprio ci si fa beccare. (no differenziata = inferno, girone dei sudici)
i non cristiani ma di altre religioni: il vostro Dio è contento se lasciate un cesso di mondo? Non credo, quindi occhio! (no differenziata = castigo brutto o inferno zozzo, o reincarnazione in qualche animale da discarica o Gisa se ti va bene)
Atei ed agnostici: ci siamo evoluti diversamente da altre specie sviluppando una profonda coscienza che ci impesce di commettere dei soprusi sulle altre specie presenti sul pianeta, ed anche al seguito della nostra specie (no differenziata = morte col tormento di aver sprecato l'unica occasone di contribuire al miglioramento della tua specie e dell'universo, quindi essere stato un inutile ammasso di acqua, proteine e minerali semoventi.)
pastafariani: la facevamo già, al massimo ci scappava il tappo della birra col vetro. (no differenziata = inferno pastafariano, accettabile ma tremendo rispetto al paradiso)
Quindi non ci resta che tirare al record. Io ci sono.
Di cagio (del 21/09/2007 @ 00:12:58 in generale, linkato 2229 volte)
Non è stato uno di quei consigli comunali entusiasmanti e coinvolgenti: pochi i punti all'ordine del giorno, pochi gli spettatori, consiglio breve. Conseguenza: poche smorfie, nessuno assonnato, pochi interventi e dei soliti 3 o 4 più avvezzi ad argomentare (Bergiotti, Battisti, Rosso, Olivero in primis)
Due i punti che mi hanno interessato: L'ipotesi di una piazzetta tra via Umberto e Via M. Del Pozzo, circa di fronte alla piazza Poste - Farmacia (dove abita Frenkiu, per quelli della mia leva ). Si è parlato di come realizzarla, arco, non arco, buco, e se la Regione approverà mai il progetto. L'idea dell'arco proposta dalla minoranza mi piace già di più che la creazione di un “dente”, cioè di un buco tra case contigue che sconvolgerebbe un po' troppo l'aspetto del centro storico, ma io farei diversamente (prevedibile come l'equinozio, ma che Bastian Contrari sarei altrimenti?). L'iniziativa di dotare il centro di Piasco di parcheggi è lodevole, agevola il commercio (che tiene in vita il paese) e chi ha problemi di mobilità con mezzi diversi dall'auto (anche anziani, disabili, e mamme con bambini piccoli fanno la spesa, ricordiamocelo) ma pone un altro problema: il traffico in via Umberto. Visto che via M. Del Pozzo è poco trafficata e sopporta meglio il passaggio di due veicoli in contemporanea non sarebbe opportuno limitare l'accesso al parcheggio solo da questa parte del centro e rendere il passaggio per Via Umberto agibile solo a pedoni e biciclette? Questo limiterebbe il problema di dei veicoli che devono immettersi sulla via centrale (e chi pedala sa che paura fanno i musi delle macchine che sbucano) e consentirebbe di non modificare l'aspetto esteriore dell'edificio, mantenendo i volumi abitativi dove sono (questo deve essere un traguardo da perseguire onde evitare di cementificare altre aree). Boh... magari tecnicamente non sarà realizzabile o come al solito sarò arrivato in ritardo, ma una mia proposta l'ho fatta.
L'altro punto che mi ha interessato è stata la controdeduzione all'osservazione che aveva presentato Alessio Rosso sulla variante al piano regolatore. Infatti per la variante non era prevista nel centro storico l'installazione di panelli solari (termici e fotovoltaici). L'osservazione di Alessio è stata accolta quasi all'unanimità, col solo voto contrario di un consigliere* di maggioranza che si è dichiarato contrario ai pannelli. Adesso guardo se ha la parabola e se la vedo gliela smonto, io sono contrario a questi dischi bianchi che deturpano il paese hi hi hi!
*non dirò mai chi è, ma ai consigli occupa un posto molto citato nella Bibbia ed il diminutivo del suo cognome ricorda una bambola bionda che di recente ha avuto problemi di tossicità
Poi si è parlato di altre modifiche (a Sant'Antonio) ma non ho capito bene riguardo a cosa e dove e tutto è filato liscio.
L'appuntamento è per il 26 settembre
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