Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.
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Volevo fare alcune considerazioni sull’articolo di Manuele Barbero e sulla lettera del sindaco di Rossana comparsi rispettivamente sui numeri di Dicembre dei periodici “Nost Pais” e “Informa Rossana”, che allego.
Penso che sia importante rispondere anche per chiarire alcuni punti che stanno alla base della nostra contrarietà come “Comitato Valle Sostenibile” a questo tipo di centrale.
Da più parti siamo stati considerati i soliti ambientalisti, che dicono di no a qualsiasi tipo di impianto e che fanno terrorismo psicologico. Proprio su questo punto vorrei chiarire da subito, che fin dall’inizio della nostra battaglia abbiamo sempre detto che noi ci opponiamo a questo impianto così com’è strutturato al momento attuale, perché a nostro avviso è un impianto con una bassissima efficienza energetica (solo 30% a fronte di un 80% disponibile), in quanto tutta la parte termica (9,4 MegaWatt, la più consistente) non viene praticamente sfruttata. Non si tratta di nessun argomento falso, come afferma il sindaco, ma di criticità sollevate dalla stessa ARPA nel corso dell’ultima conferenza dei servizi. Il sindaco di Rossana parla poi di inquinamento irrilevante; nel parere dell’ARPA leggo però: “i bilanci emissivi dell’impianto risultano pesantemente negativi ed i flussi di massa emessi di grandezza non trascurabile”.
Nel corso delle riunioni tenutesi e soprattutto nella serata del 21 novembre scorso a Frassino, lo stesso costruttore ha ammesso che se fosse sfruttata la parte termica, verrebbe abbassato il rendimento elettrico che guarda caso è il più redditizio. I numeri rendono meglio l’idea: l’energia elettrica derivante da fonte rinnovabile (come la biomassa legnosa), vale 28 centesimi di euro circa al Kw a fronte di un costo medio in bolletta di 10 centesimi, vale a dire 3 volte il costo medio pagato da noi utenti per Kw. Questo rendimento “drogato” deriva dai finanziamenti europei (certificati verdi) che noi utenti paghiamo in bolletta e che durano per 15 anni. Il calore vale invece solo circa 7 centesimi di euro al Kw e quindi i conti sono presto fatti e questo spiega come mai le centrali a biomasse stanno spuntando come funghi.
Sia nell’articolo che nella lettera, si ribadisce l’enorme spreco di legno che ogni anno marcisce nei nostri boschi senza poter essere utilizzato. Sono super d’accordo in merito a tale problema, peccato però che nella centrale di Rossana il 90% del materiale conferito arrivi da 70 Km di distanza (dichiarati e poi chissà da dove arriverà), non giovando quindi al nostro territorio. Il costo medio per l’utilizzo del legno dei nostri boschi è di circa 8 eur (FONTE IPLA) al quintale: lo stesso proponente ha dichiarato che a questi prezzi non è disposto a comprare il legno locale a fronte di un 5 eur al quintale di legno proveniente dai paesi dell’est e poi portato ai famosi 70 km per rimanere nei parametri di legge. Quindi tutto il problema del mancato utilizzo del legno locale non si risolve.
Son d’accordo con Barbero quando dice che abbiamo ritmi di consumo elevati e quindi o ridimensioniamo i nostri stili di vita o la corrente dobbiamo produrla in qualche modo. E su questo punto non ci sono dubbi: perché però non installare un impianto efficiente che produca energia senza peggiorare il bilancio ambientale locale? Questo lo si può fare soltanto sfruttando il calore prodotto e spegnendo i 1100 putagè non controllati delle nostre case, ciò che invece non avviene in questo caso. Quindi oltre alle emissioni dei 1100 putagè abbiamo anche questo bel forno che riversa qualcosa come 41 tonnellate annue circa di polveri sottili, senza contare tutti gli altri prodotti di combustione. E’ inutile minimizzare gli impatti. Sono stra d’accordo sulla sostituzione delle fonti fossili con fonti rinnovabili, ma questo impianto non lo fa perché non permette lo spegnimento di impianti alimentati con fonti fossili; è un impianto che nasce con una tecnologia vecchia. A Dronero invece si costruirà un impianto a pirogassificazione del legno, producendo quindi metano dal legno della Val Maira, senza comprare legna da chissà dove e sfruttando completamente l’impianto anche a livello termico, con l’installazione dello stesso vicino ad una zona industriale e non lontano dal sito industriale come a Rossana.
Il succo di tutto è questo: visto che le tecnologie lo permettono, costruiamo impianti efficienti, che veramente riducano le fonti fossili e non impianti come questo che non è cogenerativo nel vero senso della parola e che è concepito solo per incassare i certificati verdi e smaltire quintali di legno detanizzato proveniente da chissà dove. E non venga a raccontarmela il costruttore che il calore viene sfruttato con il cippatino di qualità che vorrei capire chi compra, visto che le caldaie a cippato sono molto poche e non parliamo poi delle serre in un posto che non vede il sole per 4 mesi all’anno. Sono tutte scuse per giustificare in qualche modo l’impianto.
E’ INUTILE LAMENTARSI POI DOPO QUANDO L’IMPIANTO SARA’ POI COSTRUITO.
FORSE
LA VERA GIUSTIFICAZIONE DELL ’IMPIANTO STA NELLA DISCRETA SOMMA CHE IL COMUNE DI ROSSANA PERCEPIRA’. DIRE CHE “L’AMMINISTRAZIONE DI ROSSANA DEVE RENDER CONTO DEL PROPRIO OPERATO SOLO AI ROSSANESI”, MI STA BENE PER TEMATICHE CHE RIGUARDANO SOLO ROSSANA, MA VISTO CHE IN QUESTO CASO
LA CENTRALE IMPATTA SOPRATTUTTO SUI PAESI LIMITROFI, RITENGO SIA UN DISCORSO MOLTO EGOISTICO.
Articolo sul periodico “NOST PAIS”:
http://blog.piasco.net/public/dblog/Centrale_su_Nost_Pais.pdf
Articolo sul periodico “INFORMA ROSSANA”:
http://blog.piasco.net/public/dblog/Informa_Rossana_su_Centrale.pdf
Parere ARPA dell’ultima Conferenza dei Servizi del 24 giugno 2009:
http://blog.piasco.net/public/dblog/Parere_Arpa_24_06_09.pdf
Sabato scorso, 21 novembre a Frassino, un bel gruppo del Comitato Valle Sostenibile ha partecipato alla serata informativa organizzata dal centro studi della valle Varaita dal tema: “Centrale a biomasse a Rossana? Riparliamone.”
In questa sede c'è stata, finalmente, l'occasione di un confronto con il Sindaco di Rossana Marco Carpani, oltre che con Tebaldi e Pastorino, tecnico e titolare della ditta Benarco, l'azienda che vuole costruire la Centrale a Molino Varaita. Un riassunto sintetico della serata i lettori del nostro blog lo possono leggere nell'articolo del Corriere di Saluzzo pubblicato di seguito. Lo spazio maggiore e l'occasione di dibattito che offre questo strumento magnifico messoci a disposizione da Dottore e Cagio, però, è uno stimolo per fornire a tutti un informazione ancor più dettagliata ed efficace. Rispetto alla serata del 30 settembre scorso, mi è parso, che si sono fatti passi avanti nella conoscenza del problema. Innanzitutto i proponenti, sindaco Carpani in testa, non hanno più minimizzato l'impatto ambientale della Centrale. Ricordate, a Piasco , gli accenni all'inquinamento simile ad uno o due camion che passano? Ebbene, forse dopo le comparazioni esatte che abbiamo pubblicato sul blog nelle settimane scorse, nessuno ha più tirato fuori quella bugia. La linea difensiva adesso è: “anche la Burgo, la Calce Piasco o la centrale di Costigliole inquinano”. Mal comune mezzo gaudio, insomma. L'obiezione è talmente ridicola che non merita un commento. Solo per scrupolo mi sono informato, sommariamente, in merito alla Centrale ad olio vegetale di Costigliole Saluzzo. Lì è successo l'esatto opposto di quanto vorrebbero fare a Rossana. L'impianto è partito come teleriscaldamento, quindi, a fronte di una caldaia grande in più, si sono spente circa 600 utenze private. Contemporaneamente si genera anche energia elettrica, per voi è la stessa cosa? Un altro arcano, in merito al teleriscaldamento che non c'è, ce l'ha svelato, forse inconsapevolmente, Riccardo Tebaldi il progettista dell'impianto. La centrale potrebbe fornire acqua calda gratis ad un temperatura media durante l'anno di circa 52°. Per ogni grado in più di energia termica la centrale dovrebbe rinunciare a qualche punto di resa elettrica. Hai capito perché ci vogliono aggravare l'aria con immissioni supplementari in più? Perché il business lo fanno sui certificati verdi (che gli paghiamo noi), favorire il teleriscaldamento non gli conviene poiché l'energia elettrica gli rende troppo. Già, in fondo realizzano solo un 20% all'anno, dato presentato da qualche tecnico in sala e mai contestato. Un siparietto interessante si è aperto con Carpani quando si è tentato di capire come è nato questo progetto. Il Sindaco di Rossana non ha fatto mistero di aver cercato lui stesso Pastorino per proporgli di fare una centrale a biomasse vicino a casa nostra. I due si conoscevano da tempo per via di un socio - amico comune. Bella storia vero? Il pretesto è sempre quello di valorizzare e dare un mercato al nostro patrimonio boschivo. Se poi si butta addosso ai paesi vicini tonnellate di polveri sottili ed altre porcherie è un dettaglio trascurabile. E pensare che la soluzione ideale, forse, ci sarebbe. Si chiama bio o piro gassificatore, ovvero un impianto che trasforma qualsiasi tipo di biomasse in un gas simile al metano per poi impiegarlo per produrre energia. Questo tipo di centrali sono più versatili, efficienti energeticamente e, soprattutto, ad impatto ambientale minimo, quindi più semplici da insediare sul territorio. Oggi pomeriggio sono stato a Dronero dove l'amministrazione comunale ha indetto una piccola conferenza stampa per presentare un progetto di un impianto di questo tipo nel suo Comune. Si tratterebbe del terzo realizzato in Piemonte. Prossimamente sul blog e sul Corriere di Saluzzo cercherò di dare più informazioni possibili anche su questo progetto. Spero di essere stato esauriente in merito alla serata di Frassino. Invito tutti quelli che hanno qualcosa da dire sull'argomento ad integrare e commentare questo post. Fate correre la voce...
Di Dulce (del 30/05/2008 @ 20:51:35 in Notizie, linkato 2681 volte)
Forse aspettare una serena giornata di sole per domani sarebbe chiedere un po' troppo ma
il peggio sembra essere passato l'immagine si riferisce alla situazione alle 17.30 e si tratta di un radar della pioggia che si aggiorna alla pagina http://www.arpa.piemonte.it/upload/meteo/immagini/mosaico6.png
le previsioni di
LA SITUAZIONE METEOROLOGICA
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ANCORA ROVESCI E TEMPORALI, MA I TORRENTI MONTANI CALANO, LA PIENA DEL PO AL COLMO IN SPOSTAMENTO VERSO L'ALESSANDRINO; IL TEMPO NON MIGLIORA MA PIOGGE MENO PERICOLOSE DA SABATO. La depressione HILAL responsabile delle piogge alluvionali sulle valli occidentali si sta attenuando ma la circolazione di aria umida e instabile provocherà ancora rovesci temporali venerdì e in misura minore sabato. I temporali si presenteranno ancora localmente forti, ma per brevi periodi di tempo. Nei giorni successivi le condizioni del tempo continueranno a essere influenzate dalle depressioni atlantiche con nuovi impulsi piovosi, ma innocui.
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PREVISIONI PER IL PIEMONTE E LA VALLE D'AOSTA
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Cielo:spiccata variabilità con nubi a tratti estese tra valli di Lanzo, Canavese, Valle d'Aosta, Vercellese e alto Piemonte; su restanti zone abbastanza soleggiato ma con variabilità in accentuazione su rilievi alpini e zone adiacenti; schiarite più ampie e durature tra Astigiano e Alessandrino Precipitazioni:in mattinata qualche pioggia e rovesci sparsi tra Valle d'Aosta, Canavese e alto Piemonte, in accentuazione con alcuni temporali; rovesci tenderanno a interessare in giornata Cuneese, Torinese, Valle d'Aosta, Vercellese, alto Piemonte, con temporali e rovesci intensi su zona del Lago Maggiore; quota neve sui 2700-2800 m. Venti:pianura e collina: deboli variabili fondovalle: deboli variabili, brezze diurne moderate media montagna: deboli da sud-ovest con brezze diurne moderate alta montagna: deboli da sud-ovest
Temperature:minime in lieve calo: (12/15 C in pianura e bassa collina; 9/12 C tra 500 e 1000 metri; 6/9 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in aumento: (23/25 C in pianura e bassa collina; 16/23 C tra 500 e 1000 metri; 13/16 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi sui 3300 metri nelle ore centrali.
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Cielo:variamente nuvoloso su zone alpine cuneesi, torinesi e Valle d'Aosta, qualche schiarita in più su pianure ma in contesto irregolarmente nuvoloso; parzialmente nuvoloso altrove ma con nubi in aumento già dalla mattinata su valli tra Biellese, Sesia e Ossola. Precipitazioni:ripresa di qualche pioggia discontinua su zone alpine cuneesi, torinesi e Valle d'Aosta, più frequenti dal pomeriggio con temporanei rovesci; anche su pianure adiacenti temporaneo transito di piovaschi; tra pomeriggio e sera qualche pioggia raggiungerà anche le zone tra Biellese e Ossola; in serata possibile accentuazione e intensificazione dei rovesci sulle valli occidentali; quota neve sui 3000 m Venti:pianura e collina: deboli variabili fondovalle: deboli variabili, brezze diurne moderate media montagna: deboli o moderati tra est e sud-est alta montagna: moderati meridionali Temperature:minime in lieve aumento: (13/16 C in pianura e bassa collina; 9/13 C tra 500 e 1000 metri; 6/9 C tra 1000 e 1500 metri). Massime in calo: (21/25 C in pianura e bassa collina; 15/21 C tra 500 e 1000 metri; 13/16 C tra 1000 e 1500 metri). Zero gradi sui 3100 metri nelle ore centrali.
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Un caloroso applauso in modo particolare tutte le persone della Protezione Civile e Vigili del Fuoco che sono state fortemente impegnate in questi difficili momenti e saranno impegnate ancora per alcuni giorni nel ripristino della normalità.
http://www.regione.piemonte.it/protezionecivile/
Ieri c'è stata la serata informativa sulla centrale a biomasse che verrà costruita a Rossana. Quello che è ho capito, non sono riuscito a sintetizzare, è questo: - la centrale è piccola, quindi non necessita della VIA, valutazione impatto ambientale, quindi il comune di Rossana e la Provincia non erano tenuti a coinvolgere i comuni vicini. Da parte nostra avremo dovuto informarci: io e molti miei amici ginnici, leggiamo spesso l'albo pretorio del comune di Piasco, per Rossana, Venasca, Pagno, Verzuolo e Costigliole ci attrezzeremo... Per il momento attiverò un “google alert”, almeno non perderò le notizie più significative - la centrale potrà solo bruciare legna vergine, non trattata che dovrebbe arrivare da qua vicino fino ad un max di 70 km di raggio - le emissioni saranno controllate in tempo reale e pubbliche - non sappiamo quanto facciano male i prodotti delle emissioni, anche se nei limiti di legge - Rossana ha intenzione di fare un'area industriale a Molino Varaita, per giustificare la centrale mi verrebbe da dire. Ero rimasto che il calore e l'elettricità venivano portati dove ce n'era richiesta, questa volta vogliamo portare le attività dove facciamo la centrale. A Molino Varaita non ci sono servizi di alcun tipo oltre l'acqua calda della centrale, ma mancano totalmente fogne, elettricità, acqua, strade...Il Bruido esonda con una notevole frequenza, specie negli ultimi anni; Varaita è a due passi, con un ponte dalle campate piuttosto strette non esente da rischi di intasamento, anche se la zona “industrializzabile sarà a monte io non starei troppo tranquillo. Se si chiama “molino” è una zona dove c'è acqua. - Una zona industriale piccolina e ben disagreggata da tutte le altre ci manca proprio: a Piasco siamo specialisti ad approvare aree puntiformi, ne abbiamo dalla Monatera a via Giolitti, dalla ex Wild (l'unico posto sensato), ai Campassi... Se a Rossana avranno la fortuna di avere un ventennio ricco di cemento come l'ultimo nostro magari piantano una fabbrica in Lemma! - La Benarco sarebbe anche disposta a ripristinare (???) il mulino, o credo più realisticamente a restaurarlo. Peccato non ci abbia pensato prima un agriturismo, pigliava pure dei contributi. - non starei a commentare la cagata delle serre. - la centrale aumenterà la temperatura della zona circostante perché emetterà in atmosfera fumi a 40° C. L'ingegnere Tebaldi ieri sera ha tirato fuori un “delta T” di 8 gradi, parlando di atmosfera a 32° C... Forse nel Periodo caldo medioevale, quando la groelandia era verde e colonizzata de Erik il Rosso, a Molino Varaita ci sono stati 32°. Forse. Sicuramente non ci saranno d'inverno quando il vapore emesso finirà in un atmosfera ben sotto il punto il punto di solidificazione dell'acqua. Magari nevicherà come suceddeva ogni tanto a Moretta quando i vapori della Locatelli congelavano in aria ed anziché venire dispersi dal vento si raggruppavano e cadevano al suolo. - economicamente la centrale sta in piedi solo per via dei certificati verdi, e questo quando si facevano i conti della serva fine serata è stato detto chiaramente. Non c'è nulla di male in questo: il fotovoltaico esiste per i contributi, l'agricoltura di EU ed USA vive di contributi, nessuno metterebbe il grano od il mais se non ci fosse il contributo europeo, e non è un peccato coltivere i cereali. Però è giusto che si sappia che una centrale che emette comunque degli inquinanti non sarebbe economicamente conveniente senza i certificati verdi. Io preferirei che si aumentassero i certificati verdi per le rinnovabili vere, e non dessero a queste. -la centrale potrebbe essere una risorsa per i boscaioli ed i proprietari di boschi. - se il prezzo del legname aumenterà la redditività dell'impianto sarà sempre più in discussione, mi fa paura pensare a questo perchè prima di chiudere un impianto si scende sempre a degli strani compromessi. Chi lavora nelle fabbriche sa di cosa parlo. Il prezzo del legname è destinato ad aumentare, cercate sul web: ieri sera si parlava di economicità fino a 65 euro al quintale. Ho trovato conti economici per il trentino che si basano sui 70 euro, parlano di cogenerazione, ma il prezzo della materia prima non cambia, cambia il fatto che se c'è mercato il prezzo sale. non porterà benifici in termini economici alla collettività, se nonper la creazione di qualche posto di lavoro (pochi) anche se di questi tempi non è male - il fatto che essiccheranno il cippato e dicono che lo venderebbero a prezzo scontato ai residenti è piuttosto ridicolo perchè nessuno ha caldaie a cippato in zona, e Walter l'ha fatto giustamente e fortemente notare. - la qualità dell'aria peggiora perché si accende un caldaia supercontrollata che comunque emette fumi, e non se ne spengono altre. Le caldaie grandi hanno senso nei condomini, dove spegni quelle autonome. Si sono anche dette, a mio avviso un mucchio di stupidaggini sul teleriscaldamento. Tebaldi ha tentato di dirlo, da come mi è parso di capire, ma non ha potuto farlo. Il teleriscaldamento finalizzato alla produzione di energia elettrica è una cagata pazzesca, perchè chi vuole fare corrente la vuole fare anche nei 9 mesi all'anno in cui il riscaldamento non serve. A Brescia sono molto contenti di usare le loro case e le strade come dissipatori di calore delle centrali, specie in luglio... Poi il teleriscaldamento, se non fatto a livello di isolato ha dei costi enormi di impianti e distribuzione, anche dal punto di vista ecologico ed energetico (si spende energia a metterlo in opera). Avrebbe molto, molto senso progettare delle piccole reti di teleriscaldamento nelle zone ad alta densità abitativa dove installare dei sistemi di microcogenerazione. Esistono in commercio degli impianti a gassificazione con motori a ciclo Otto, sono a buon punto le sperimentazioni con motori Stinger: con questi si riuscirebbe a spegnere diverse caldaie, magari inquinanti o comunque alimentate a fonti fossili, accendendone poche e poco inquinanti. Questi sistemi possono produrre calore quando serve, che è sempre il prodotto principale di qualunque centrale termoelettrica, con una resa del 60 – 70 % e vendere l'elettricità prodotta (15 -20%). Se se ne rompe una o se ci sono dei problemi non sta al freddo tutto il paese, ma solo qualcuno, anche questo non è da sottovalutare. Anche sulla centrale di Costigliole si sono dette delle boiate, ed il sindaco Rinaudo ha fatto più danni che vantaggi per chi è contrario alla centrale di Molino Varaita: se la centrale a biomasse ha una resa bassa non ha titolo di parlare chi in casa ha una centrale ad olio vegetale in casa. Mi spiego: coltivare il pioppo in Short Rotation Forestry costa in termini energetici 12 – 15 Gjoule ad ettaro, contro una resa di 200 – 250 GJ/ha. Ipotizziamo che per le altre legnose i termini siano simili, ma forse sono anche più favorevoli, in quanto la SRF implica molte lavorazioni (costi energetici) che i boschi non hanno e la legna viene raccolta in anticipo, quindi non si è ancora sviluppata tutta la massa legnosa che c'è in un bosco di 15 anni. Per l'olio ad andare bene siamo a 28 di “spesa” e 120 di “ricavi” Questo vuol dire che un ettaro di terreno di bosco che va alla centrale Benarco, solo di energia elettrica produce l'equivalente di 60 GJ, se l'impianto di Costigliole arriva all'85% di resa un ettaro a colza rende 78 GJ. Cosa vuol dire? Che con un impianto di essiccazione del cippato, o una serra, la resa in termini di energia ad ettaro sarebbe favorevole alla Benarco. E questi sfruttano dei boschi, cioè dei terreni marginali. Penso se che se Tebaldi avesse avuto tempo per spiegare questo molti costigliolesi si sarebbero incazzati! Rimango comunque fortemente contrario a questa centrale, ed invito tutti a firmare contro la sua realizzazione, principalmente per il discorso fumi e CO 2, e voglio fare una proposta provocatoria a Presidente Boscaiolo presente ieri sera (spero che il Vas abbia un contato di questo signore, molto preparato). Visto che chi fa il suo mestiere ha tutto l'interesse a vendere legna, noi abbiamo tutto l'interesse ad avere dei boschi puliti ma non vogliamo più fumi di quanti ne abbiamo adesso, perché non formula una bella proposta al Comune ed ai cittadini di Piasco? come cooperativa anziché vendere il legname ad un industriale, che alla fine fa il prezzo che vuole quando assorbe certe quantità di prodotto, perché non lo trasformano in calore ed elettricità attraverso micro centrali di cogenerazione? Installano dei piccoli impianti, vendono calore ai piaschesi che risparmiano e si tolgono le caldaie autonome (ormai semi illegali) ed ammortizzano l'impianto con l'elettricità che vendono. Filiera corta, km 0, dal produttore al consumatore. Ma nel mondo che si scalda sempre di più io una centrale che non recupera il calore non la voglio vedere, le alternative ci sono, anche se Tebaldi inveiva contro Pejo e Walter chiedendo loro come farebbero. (scena degna del peggio Bruno Vespa). Io semplicemente farei qualcosa che funziona meglio. E vorrei che questo lo chiedessero anche i miei amministratori locali, a tutti i livelli. Siccome spesso però non ho un minimo di fiducia in loro, specie in quelli politicizzati voglio spiegare loro una cosa: il buon senso, l'ecologia ed anche due conti sulla convenienza non hanno colore. In USA un nero smilzo “di sinistra” (democratico) ed un bianco muscoloso “di destra” (repubblicano) fanno a gara a chi è più ambientalista. Se un giorno Barak riduce uno sperco il giorno dopo Arnold dice che se i suoi figli stanno più di 5 minuti sotto la doccia spegne il riscaldamento dell'acqua. Per cui se tra una riunione segreta per la doppia comunità montana, un'inaugurazione di una rotonda, una sagra, una telefonata al sottosegretario, una seggiovia con la pista, una xxx col ministro e mille altre cose trovate il tempo per pensare a che mondo lasciare ai figli, magari avrete un futuro. Altrimenti all'inaugurazione della sagra continueranno ad essere presenti solo i vostri parenti e due vecchi dc che hanno bisogno di parlare a Laratore.
Di Dulce (del 13/06/2009 @ 20:07:55 in Eventi, linkato 2548 volte)
Quest'estate, salvo imprevisti, i volontari della Guardia Nazionale Italiana (Gni) dovrebbero iniziare a pattugliare le strade delle città italiane in applicazione del disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio, ora all'esame del Senato) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde). Sono ex appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine e normali cittadini "patrioti e nazionalisti" pronti a "servire la nostra terra e il popolo italiano" svolgendo attività di vigilanza "per potenziare la sicurezza nei centri urbani" ma anche di "protezione civile" e di "promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane con particolare riferimento all'Impero Romano". Hanno un Comandante Generale, il colonnello dei carabinieri in congedo Augusto Calzetta, di Massa Carrara, e un Presidente Nazionale, il giovane ex alpino Maurizio Correnti, di Torino (città in cui si trova anche la loro sede nazionale: le sedi operative sono, per ora, a Sarzana, Reggio Calabria e Siracusa). Indossano una divisa: camicia grigia (inizialmente era prevista kaki) con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale nera, basco o kepì grigio con il simbolo della Gni: l'aquila imperiale romana. Il loro equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. Al braccio portano una fascia nera con la "ruota solare", simbolo del Partito Nazionalista Italiano (Pni): la nascente formazione politica che sta dietro alla Gni. Anche i membri del Pni avranno un'uniforme: la stessa della Guardia Nazionale Italiana. Il programma politico del Pni, di stampo statalista e collettivista, prevede tra l'altro la pena di morte per "gli usurai, i profittatori e i politicanti", la lotta "contro il parlamentarismo corruttore" e la creazione di "un forte potere centrale dello Stato" e di "camere sindacali e professionali", il diritto di cittadinanza e l'accesso alle cariche pubbliche "solo per chi sia di sangue italiano", lo stop a "ogni nuova immigrazione di non-italiani" e l'immediata espulsione forzata di "tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977", il divieto di pubblicazione di "giornali che contrastano con l'interesse della comunità" e l'abolizione di tutte le organizzazioni e istituzioni "che esercitano un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale". I paramilitari del colonnello Calzetta e le camicie grigie del Pni debutteranno ufficialmente il 13 giugno mattina (ore 11) a Milano, al numero 5 di via Chiaravalle, angolo via Larga, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale di Gaetano Saya, che nella sua pagina internet personale si dichiara "l'ispiratore politico" della Guardia Nazionale Italiana". Estimatore di Berlusconi e acerrimo nemico di Fini, Saya, che dopo il recente scioglimento di Alleanza Nazionale è rimasto l'unico depositario del simbolo dell'Msi di Almirante, è l'ex agente segreto della Nato ed ex 'gladiatore' legato al Sismi, che già nel 2003 provò a creare un gruppo paramilitare di 'camice grigie' (i Reparti di Protezione Nazionale) e che nel 2005 venne arrestato per l'oscura vicenda dei ‘servizi paralleli' (il Dssa, Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo, diretto da Gaetano Saya e Riccardo Sindoca): una "banda di pataccari" secondo l'allora ministro degli Interni Pisanu, che però risultò avere rapporti con i vertici degli apparati di sicurezza dello Stato, in particolare con i servizi segreti militari. PeaceReporter ha intervistato Gaetano Saya per capire qualcosa di più sulla Guardia Nazionale Italiana e sul Partito Nazionalista Italiano. Ecco cosa ci ha detto.
Saya, una breve digressione prima di cominciare: com'è finita la storia del Dssa?
L'inchiesta contro di me fu avviata per gettare fumo negli occhi, per sviare l'attenzione dai veri servizi deviati, quelli che facevano e fanno tuttora capo a Marco Mancini, l'allora dirigente del controspionaggio del Sismi. Proprio nei giorni del mio arresto, nel luglio 2005, Mancini e soci stavano rischiando grosso per la vicenda del rapimento di Abu Omar: erano i giorni in cui il capocentro della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, lasciava precipitosamente il territorio nazionale per sfuggire alla giustizia italiana. Io e la Dssa siamo stati usati come capro espiatorio, sono stato vittima di una trappola, una cospirazione orchestrata dagli agenti deviati di Mancini, come il giornalista Renato Farina, l'agente ‘Betulla', che su Libero scrisse che io e la Dssa eravamo coinvolti nel rapimento di Omar. Dopo che, nel 2006, Mancini, Pollari, Pio Pompa, Tavaroli e Cirpiani sono finiti nei guai per il caso Abu Omar e per lo scandalo Telecom-Sismi, la persecuzione contro di me non serviva più e quindi è finita nel nulla. Salvo scoprire, proprio pochi giorni fa, che la Procura di Genova ha chiesto la riapertura del caso. Stavolta questi magistrati e poliziotti eversori, legati ai servizi deviati di cui sopra e appoggiati dalla sinistra, ma anche da Gianfranco Fini, vogliono colpire me per colpire il governo Berlusconi. Ci ha già provato, senza riuscirci, la Procura di Torino, cercando di criminalizzare la Guardia Nazionale Italiana per far naufragare il decreto sicurezza del governo: pochi giorni prima della sua approvazione alla Camera, la Digos di Cuneo è andata a casa mio figlio Dario accusandolo di far parte della Gni e di detenere illegalmente armi. Speravano di scatenare un putiferio. Ma le armi erano tutte regolarmente detenute, inoltre mio figlio non ha nulla a che fare con la Guardia Nazionale Italiana. Adesso, dopo questo buco nell'acqua della Procura di Torino, torna alla carica quella di Genova con la Dssa...
Saya, veniamo alla Guardia Nazionale Italiana. Sembra tanto un gruppo paramilitare fascista: le divise, i riferimenti al patriottismo, l'aquila imperiale romana...
Queste sono tutte stupidaggini! La Guardia Nazionale Italiana non c'entra niente con il fascismo. Io stesso non sono fascista. Sono di destra, sono un conservatore, un nazionalista: chiamatemi come volete, ma non sono fascista. Se fossi vissuto nel 1943 e avessi visto i fascisti che rastrellavano e fucilavano dei cittadini italiani mi sarei ribellato. Ho appena visto al cinema il film ‘Vincere', che dà una visione molto negativa di Mussolini e del fascismo, e le posso dire che mi è piaciuto molto. Io mi considero un cittadino fedele, un difensore della Costituzione del 1948, sulla quale ogni membro della Guardia Nazionale Italiana dovrà giurare. Io ho sempre avuto ottimi rapporti con il governo d'Israele e i suoi servizi segreti: pensa che se fossi fascista gli israeliani lavorerebbero con me? Sulle divise, sa che le dico? Se devono suscitare tutto ‘sto clamore, vorrà dire che magari le cambieremo (dopo quest'intervista, la camicia kaki ha lasciato il posto alla camicia grigia, n.d.r.). L'aquila imperiale romana? Bisogna essere ignoranti per non sapere che è un simbolo storico della nostra patria, visibile su tanti monumenti di Roma, e che non c'entra nulla con il fascismo. La Guardia Nazionale Italiana è un'associazione apolitica nella quale può entrare chiunque si riconosca in questa iniziativa: si figuri che hanno aderito perfino dei comunisti, persone di Massa Carrara.
Stento a crederlo. La nostra Costituzione repubblicana si fonda sull'antifascismo, ma sul gruppo Facebook della Guardia Nazionale Italiana, il Presidente Nazionale, Maurizio Correnti, scrive ai sostenitori: "Si prega di astenersi con lo scrivere ‘camerati' ecc ecc, comunque frasi e slogan tipici di altri tempi. Con questo - precisa Correnti - non vogliamo assolutamente dichiararci antifascisti, sia ben chiaro". C'è qualcosa che non torna...
Questo lo ha scritto lui, ognuno è libero di scrivere ciò che pensa. Nella Guardia Nazionale Italiana ci sono fascisti e non fascisti.
Questo, però, lo ha scritto lei, sulla sua pagina Internet personale, lo scorso febbraio, alla vigilia della creazione della Guardia Nazionale Italiana. Cito testualmente: "Migliaia di prostitute straniere schedate e non espulse. Migliaia di zingari che commettono furti nella totale impunità. Milioni di clandestini che si aggirano impunemente nelle città. Migliaia di stranieri che spacciano, rubano, stuprano, uccidono. Un aumento dell'80 percento di scioperi e di occupazione di uffici pubblici e privati. Centinaia di assalti armati contro la proprietà privata commessi da stranieri. Attentati contro la proprietà dello Stato. Gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari. Deputati e Senatori della Repubblica che istigano all'insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un ministro dell'Interno dichiaratamente secessionista. Un numero indescrivibile di riviste e programmi televisivi politici che invitano alla rivolta. Giullari e saltimbanchi che oltraggiano e vilipendono i Ministri e il Governo. L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri e le autorità costituite. (...) Il popolo è minorenne, la Nazione malata; ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo. Repressione e Civiltà". E ancora: "Noi vogliamo ripulire l'Italia dal marcio che vi si annida, vogliamo riportare una ferrea disciplina in tutta la Nazione". "La Destra snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio, che irretiscono e intristiscono la vita Italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo Spirito immortale delle migliaia di morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, un solo pensiero ci infiamma: contribuire alla grandezza e alla salvezza della Patria. Uomini della Destra di tutta Italia, tendete gli spiriti e le forze, bisogna vincere e con l'aiuto di Dio vinceremo!!!".
Ma questi sono solo degli slogan, che faccio un po' qua e un po' là! Allora, chiariamo una cosa: gli immigrati sono l'ultimo dei problemi. Non sono loro il nostro obiettivo. Se proprio vuole saperla tutta, per noi il vero pericolo per l'Italia è rappresentato dai secessionisti della Lega Nord. Loro sì che sono contro la Costituzione! Loro che vogliono distruggere la nostra unità nazionale, che offendono continuamente i simboli della nostra patria, che creano impunemente governi provvisori secessionisti e arruolano gente nella formazione anticostituzionale della Guardia Nazionale Padana. E' questa gente che dovrà fare i conti con la nostra Guardia Nazionale Italiana: se vedremo un leghista che brucia un tricolore lo faremo arrestare! Che la Lega stia attenta a dove va. E' per contrastare la Lega Nord che alle prossime elezioni ci presenteremo al nord con il Partito Nazionalista Italiano.
Quello che per simbolo ha lo schwarze sonne, il sole nero utilizzato da tanti gruppi neo-nazisti? Quella specie di svastica a dodici braccia, antico simbolo pagano germanico, che adorna il pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, il quartier generale delle Ss?
Non diciamo sciocchezze! La ruota solare non ha nessun legame provato con il nazismo, tant'è vero che in Germania essa non è vietata, come lo è invece la svastica, e viene liberamente utilizzata come logo commerciale. Questo simbolo, di cui io detengo la proprietà in Italia, è in realtà un simbolo magico dei Maya che evoca il potere...
Scusi se la interrompo, ma come appassionato di cultura Maya e mesoamericana le posso garantire che nel simbolismo di quel popolo non c'è traccia di qualcosa di simile.
Ma come no! Faccia una ricerca su Google con le parole ‘terra cava'!
Torniamo al Partito Nazionalista Italiano: ce ne può parlare? Abbiamo capito, dal simbolo e dalle divise comuni, che è legato alla Guardia Nazionale Italiana. Ma in che relazione sta con lei e con il suo Msi?
Il Partito Nazionalista Italiano, Pni, nascerà ufficialmente a Milano il prossimo 13 giugno, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. Quel giorno, io lascerò la presidenza dell'Msi-Destra Nazionale a mia moglie, Maria Antonietta Cannizzaro, che è in ottimi rapporti con il capo del governo. Il sottoscritto diventerà quindi presidente del nuovo Partito Nazionalista Italiano, che alle prossime elezioni politiche nazionali si presenterà nelle regioni settentrionali, dove la fiamma tricolore non tira molto, per contrapporre al nazionalismo padano il nazionalismo italiano. Nelle regioni centrali e meridionali, invece, si presenterà l'Msi-Destra Nazionale con il suo simbolo storico. Entrambi, spero, come alleati del Pdl di Berlusconi: se poi qualcuno ce lo impedirà, correremo da soli.
Saya, è vero che già duemila persone si sono iscritte alla Guardia Nazionale Italiana?
Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine. La invito al congresso del 13 giugno, al quale abbiamo invitato anche il presidente Berlusconi, così si renderà conto con i suoi occhi: noi non abbiamo nulla da nascondere.
FONTE
http://it.peacereporter.net/homepage.php
http://it.peacereporter.net/articolo/16046/Arrivano+le+ronde+nere
Di Dulce (del 07/05/2009 @ 19:15:54 in Eventi, linkato 1899 volte)
Lunedì 16 novembre ho assistito da spettatore al Consiglio Comunale di Scarnafigi, nel quale la maggioranza del sindaco Mario Lovera rispondeva ad una interrogazione della minoranza in merito alla centrale a biogas che la Siram ha in progetto di costruire nel comune dei fratelli Damilano.
L'ho fatto perché mi interessava approfondire direttamente un caso di cui avevo sentito parlare in modo sommario e per capire fino a che punto le logiche del business a tutti i costi avessero contagiato anche questo progetto.
Devo dire che ne sono uscito ancor più sconfortato e deluso (ed incavolato) di quanto lo sia già dopo aver seguito fin dall'inizio la vicenda della centrale a biomasse di Rossana.
Non c'è niente da fare, il miraggio di un nuovo e succulento business (i certificati verdi pagati, tra l'altro, con le nostre tasse) ci ha privato anche di quel po' di buon senso contadino che era rimasto, per non parlare del rispetto verso il prossimo e per l'ambiente in cui viviamo che qualcuno è sempre pronto a calpestare in ossequio al dio denaro.
Provo a descrivervi quello che ho capito sperando che, altri più preparati di me, possano chiarire i punti più oscuri
A Scarnafigi, dove l'allevamento del bestiame è una componente socio -economica importante del paese, hanno il problema dello smaltimento dei reflui zootecnici. L'amministrazione comunale con un atto di indirizzo programmatico, alla fine dell'anno scorso, si era attivata per favorire l'insediamento di una centrale a biogas nel proprio territorio. In pratica si era dichiarata disponibile ad accogliere l'investimento di qualche società privata che risolvesse l'annoso problema dei reflui zootecnici delle aziende agricole locali.
Fin qui niente di male, anzi, se si può trasformare in risorsa un vecchio problema siamo tutti contenti. Le grane, però, iniziano quando si deve passare dalle buone intenzioni ai fatti.
Pochissimi giorni dopo il pronunciamento dell'amministrazione comunale di Scarnafigi, sul tavolo del Sindaco è già bello che pronto un progetto ad hoc della Siram S.p.a di Milano, una società italiana leader nel settore dell'energia.
Un cittadino normale di un paese normale, cosa si aspetta dai propri amministratori in un caso come questo? Si aspetta che siano almeno in grado di valutare cosa serve veramente al paese.
Invece non è così. Il primo progetto della Siram è per una centrale di quasi 9 MWe. Qualcuno ha fatto i conti evidenziando che i reflui zootecnici necessari si sarebbero dovuti reperire in tutta la Provincia. Successivamente la Siram ridimensiona il progetto dell'impianto a circa 5MWe, una potenza che, secondo chi contesta l'impianto, è almeno 5 volte maggiore all'effettiva necessità del paese e del suo circondario.
E' evidente il tentativo della ditta proponente di “ottimizzare” al meglio l'investimento trasformando Scarnafigi nel paese dove si brucia il “sughet” di tutta la pianura.
E chissenefrega di chi in quei paraggi vive e abita tutto l'anno, che sarà costretto a subire camion carichi di merda che vanno e vengono, operazioni di scarico e stoccaggio consistenti tali da “profumare” l'area per diversi km, emissioni in atmosfera decuplicate rispetto all'effettiva esigenza del paese. Per non parlare, in tema ambientale più generale, dello scarsissimo recupero dell'ingente produzione di energia termica. La cosa che sconcerta più di tutto, però, è la totale sottomissione dell'amministrazione comunale di Scarnafigi alle volontà della Siram. E' il Sindaco il padrone di casa ed è il Sindaco che dovrebbe mettere dei paletti ai privati che vengono ad investire nel suo Comune. Invece Lovera se ne lava le mani come Ponzio Pilato, lasciando la patata bollente al Servizio di Valutazione Impatto Ambientale della Provincia.
Io mi sarei aspettato da Lovera almeno qualche giustificazione politica o economica, invece niente.
Il Servizio di Valutazione Impatto Ambientale è un organo tecnico, non politico. Potrà valutare se l'impianto è conforme alla Legge oppure no, ma non potrà mai dire, a meno che non sia espressamente previsto dalle normative, se è sovradimensionato rispetto al contesto locale.
Così anche un principio giusto come la valorizzazione e lo smaltimento dei liquami zootecnici rischia di trasformarsi in un boomerang a livello ambientale e non solo per chi abita nei paraggi. I Comuni vicini si sono espressi contro la decisione dell'amministrazione di Scarnafigi, soprattutto per l'aggravio del traffico pesante. Il neonato Vas di Scarnafigi sta tentando in tutti i modi di sensibilizzare l'opinione pubblica informando correttamente i cittadini.
Il rischio in questi casi è che si accettino le condizioni del primo che arriva perché non si conoscono ( o si fa finta di non conoscere) i termini della questione. In Germania le centrali a biogas sono una realtà consolidata. Ne esistono a migliaia con una potenza che va da 100 KWe a 2,5MWe, la media si aggira attorno al mezzo MWe perché i crucchi non sono scemi e gli impianti li fanno piccoli là dove ce n'è bisogno e non trasportano il liquame per decine di km solo perché fa comodo a qualcuno.
aggiornato con articoli di
Chi è il Stefano Montanari?
http://www.stefanomontanari.net/index.php?option=com_content&task=view&id=1246&Itemid=72
Dal momento che non si tratta della vostra stufa perchè:
brucerà nella migliore delle ipotesi PCI 2500 kcal/kg
778,56 quintali al giorno x 8000 ore 259520 quintali di legna all'anno
producendo
22,80 quintali al giorno x 8000 ore 9600 quintali di ceneri all'anno
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La provincia alle richieste dei Sindaci
risposta della Provincia
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Piasco: la futura centrale a biomasse allarma i cittadini
Se l’intento degli organizzatori della serata era quello di fornire il maggior numero di notizie possibili – pro e contro – all’insediamento della centrale a biomasse in regione Molino Varaita a Rossana e farle pervenire ad un gran numero di persone l’intento è stato raggiunto. Nel salone polivalente 'Serra' di Piasco, ieri sera, davanti ad un pubblico numerosissimo e quasi tutto schierato per il ‘no’ alla centrale è stata sviscerata la questione che da mesi anima i dibattiti dei residenti di Piasco e Rossana. In apertura di serata il piaschese
Giampiero Mattio , del gruppo Vas (Verdi, ambiente e società) ha detto: “Quando siamo venuti a conoscenza del possibile insediamento della centrale ci siamo resi conto che nessuno era al corrente dei rischi che una tale installazione avrebbe comportato. Ci siamo attivati subito contattando il sindaco di Rossana Marco Carpani il quale ci ha indirizzati alla Provincia. Abbiamo quindi ottenuto la documentazione necessaria e ci siamo mossi, perché era nostro preciso dovere farlo, per comunicare ed informare i cittadini”.
Due gli schieramenti presenti: quelli favorevoli all’impianto e quelli contrari. Tra i primi il titolare della ditta Benarco Energy Adolfo Pastorino e il progettista dell’impianto Riccardo Tabaldi, nonché il dirigente della Provincia Marco Fino. Tra i favorevoli è stato inserito anche il nome del sindaco di Rossana Marco Carpani assente alla serata per impegni amministrativi la cui assenza –giustificata dal primo cittadino con una lettera – è stata contestata nemmeno troppo velatamente. Nettamente contrari, invece, gli esperti dell’associazione Magna Charta invitati a Piasco dagli organizzatori. Adolfo Pastorino ha sostenuto che “con un camion al giorno la centrale produrrebbe energia ad un prezzo contenuto e che le piccole dimensioni dell’impianto garantiscono una produzione che è classificata energia rinnovabile. Inoltre non va dimenticato che il legno utilizzato sarebbe per la quasi totalità acquistato in zona con una positiva ricaduta nell’economia locale”.
Il dirigente della Provincia Marco Fino ha invece evidenziato che “ci sono state tre conferenze dei servizi in cui tutti i soggetti intervenuti hanno espresso parere favorevole all’impianto”. Fino ha poi aggiunto: “Su richiesta della ditta il rilascio della concessione è attualmente sospeso in quando la ditta stessa, attraverso campionature su impianti analoghi, sta valutando la possibilità di diminuire ulteriormente i livelli emissivi”. Molto applaudito dai presenti è stato l’intervento dell’urbanista dell’associazione Magna Charta Mino Marchetti il quale ha sostenuto che “nessun intervento può essere realizzato senza la partecipazione della gente. Un impianto – ha sostenuto - va pensato, programmato e pianificato ma sempre attraverso il coinvolgimento della gente. Si vive sul territorio 365 giorni l’anno e il territorio è di tutti, non solo di chi propone impianti. Dire sì all’impianto senza che la gente abbia avuto la possibilità di esprimersi è una palese violazione alla legge”.
Il medico Gianmarco Lege, sempre dell’associazione Magna Charta, ha parlato dell’impatto sulla salute provocato degli impianti a biomasse con particolare riferimento al benzene (cancerogeno nell’uomo e negli animali) e alla diossina e sui diossidi di azoto che provocano piogge acide e diminuiscono le difese polmonari al punto che, se esposti a concentrazioni superiori ai 400 mg/mc, possono provocare la morte per fibrosi polmonare. Ovviamente le circostanziate parole del medico hanno provocato apprensione in sala e fatto aumentare la contrarietà dell’impianto di Rossana tra i presenti, che hanno manifestato tutto il loro disappunto. Una buona conoscenza del ciclo produttivo di una centrale alimentata a cippato e legno di non grandissime dimensioni (quella di Rossana è di 1 MW) sarà fondamentale per capire rischi e pericoli, ma anche gli aspetti positivi, di un insediamento come quello rossanese.
Una cosa è però emersa in modo chiaro ieri sera: con il gruppo Vas è sorto anche il gruppo ‘Comitato valle sostenibile’: entrambi saranno costantemente impegnati non solo ad informare la popolazione ma anche a provare ad impedire con tutti i mezzi democratici che la centrale venga realizzata. “Siamo solo all’inizio – ha ricordato
Giampiero Mattio – e chi vuole sostenerci e stare al nostro fianco può iscriversi al gruppo versando una piccola quota associativa. Soldi che serviranno a proseguire nella nostra lotta contro l’insediamento di Molino Varaita”.
Rosso su centrale: "Sono state dette alcune inesattezze"
Caro Direttore, ero presente ieri sera (mercoledì 30 settembre, ndr) al convegno indetto dal Comitato VAS di Piasco e la descrizione fatta dall’articolo apparso sulla Vostra testata rispecchia solo parzialmente la realtà del dibattito che si è protratto fino a tarda ora. La posizione presa dal comitato relativa alla poca chiarezza delle procedure intervenute in fase autorizzativa e sulla poca pubblicità data alla richiesta autorizzata, sono state ampiamente smentite dai fatti e dalle dichiarazioni fatte durante al dibattito dal Ing. Fino della Provincia e dal Vostro collega giornalista Rossanese. Il primo elencava tutte le date e le procedure previste dagli attuali decreti normativi ampiamente rispettate e notevolmente migliorate sia in fattore di sicurezza che di emissioni e tempi procedurali. Elencava inoltre tutte le competenze implicate in fase decisionale da tute le funzioni pubbliche preposte alla procedura ed i tempi della stessa dilatati in tre conferenze distribuite nell’arco di un anno dalla data di presentazione. Il secondo faceva notare come gia nell’autunno 2007 in una riunione pubblica tenutasi a Rossana e con ampio riscontro giornalistico, era stata presentato il progetto proposto e nel 2008 in una seconda riunione pubblica, anche questa con rilievo sulla stampa,veniva definito il progetto. In ambo i casi erano presenti rappresentanti delle amministrazioni locali vicine ed alcuni degli organizzatori del Comitato VAS.
Inoltre il presidente del Comitato Vas dichiara di essere venuto in possesso di tutta la documentazione presentata già all’inizio del mese di maggio, quindi precedentemente alla conclusione del procedimento autorizzativi conclusosi solo alla fine di giugno 2009, e quindi con tutto il tempo necessario per presentare qualsivoglia osservazione prima del termine del procedimento. Al di fuori dei dati formali inoltre gli interventi dei professionisti invitati dal Comitato non portavano a conoscenza alcun dato specifico sulla centrale in progetto a Rossana ma dati riferiti ad emissioni e impatti inquinanti di impianti di dimensioni decisamente superiori di circa 50 volte a quello in progetto ed inoltre per loro stessa ammissioni non di centrali a legno ma di impianti ti termovalorizzazione che utilizzano rifiuti come combustibile e quindi sicuramente non confrontabili.
Gli interventi inoltre sulla provenienza della materia prima non tenevano in alcuna considerazione il fatto che il potenziale di produzione di Cippato da legna delle foreste locali e di gran lunga superiore alle necessità della centrale, ed il quantitativo della legna che già oggi prende la strada della Liguria e della Toscana di produzione locale è ampiamente sufficiente al fabbisogno. Non bisogna inoltre dimenticare che le emissioni della centrale equivalgono in quantità a quelle emesse da n. 2, dico due, TIR e che quindi il solo evitare il trasporto della legna stessa compensa in valore e quantità le emissioni della centrale. Molti interventi poi hanno evidenziato come la creazione di un mercato locale del cippato non può che agevolare la filiera di produzione del legname , la valorizzazione e la manutenzione dei boschi e che la creazioni di nuove attività e posti di lavoro sicuramente non sono dannosi all’economia locale, specialmente in questi periodi.
L’unico dubbio che mi resta è che tali centrali possano nascere ed esistere solo grazie agli incentivi statali e che quando gli stessi cesseranno con tutta probabilità si spegneranno anche le centrali. Discorso totalmente diverso è quello relativo alle centrali di riscaldamento a cippato che da subito, senza incentivi, permettono un effettivo risparmio economico e tempi di ritorno dell’investimento di soli tre o quattro anni. Se inoltre si tengono in conto le incentivazioni fiscali, sono convenienti da subito. Il taglio dato dagli interventi dei professionisti invitati dal Comitato VAS metteva ingiustamente in cattiva luce una fonte importante come il legno per la produzione dell’energia da fonti rinnovabili evidenziando quindi una posizione preconcetta a qualsivoglia progetto e propensi a dare una cattiva informazione, per non dire disinformazione, al fine unico di creare una posizione di diritto di Veto a qualsivoglia iniziativa al di fuori di qualsivoglia regola di buona convivenza civile e rispetto delle regole e di chi cerca nel modo migliore di applicarle, con impegno e serietà Mario ing. Rosso
Bosco: "Su Rossana alcune affermazioni non del tutto esatte"
Egregio Direttore,
Leggo sulla Sua testata l'intervento (all'indirizzo http://www.targatocn.it/it/internal.php?news_code=72607&cat_code), a firma dell'Ing. Rosso, alcune affermzioni non del tutto esatte, almeno per due motivi principali:
1) sugli impianti 50 volte più grandi: se il collega si riferisce alla potenza termica, 50 volte il progetto di Rossana (9,4 MWt) significano 470 MWt e, né in Italia, né in tutto il mondo esistono centrali a biomasse, né inceneritori, così grandi (A2A di Brescia non arriva a 300). Se invece parla di potenza elettrica (1,67 MWe) superiamo gli 80 MW, troppi anche per gli inceneritori più grandi (tra i 60 e i 62, es. Silla 2, A2A, Milano).
2) sulla quantità di cloro nel legno e su micro e macro inquinanti non è sufficiente affermare, come spesso succede, "il caminetto inquina di più perché non ha filtri" e "l'inceneritore inquina di più perché brucia di tutto". Le centrali a biomasse hanno filtri meno evoluti rispetto agli inceneritori e devono selezionare attentamente i combustibili per poter competere. Il caminetto inquina di più, ma brucia meno combustibile e non 24 ore su 24 e i risultati richiamati nelle presentazioni e negli interventi dei medici provengono da lavori accettati e pubblicati nelle riviste scientifiche internazionali più prestigiose, dove i meccanismi di selezione sono severissimi.
In sintesi le prestazioni ambientali di un impianto a fonti rinnovabili non sono automaticamente migliori, ma devono essere anch'esse dimostrate con calcoli e numeri esatti e verificabili, che purtroppo non leggo nella Sua replica, né ho visto presentare durante la serata da parte degli altri intervenuti.
Noi non abbiamo preconcetti e per questo non ci piacciono quelli altrui, ma per stabilire chi ha ragione occorrono le prove e l'indicazione delle fonti, dimostrando totale indipendenza da eventuali conflitti di interesse che possano far sorgere dubbi sull'imparzialità ed obiettività.
Sono sicuro che tali norme deontologiche sono note al collega. Dunque, invece di dilungarmi, preferisco ricordare che le fonti di quanto presentato nelle nostre relazioni sono a completa disposizione di tutti gli interessati.
Cordiali saluti Ing. Massimiliano Bosco
Marchetti : " Considerazioni ulla serata "
Egregio Direttore,
leggiamo con interesse la cronaca della serata svoltasi nel Salone Polivalente di Piasco il 30 settembre scorso e riteniamo opportuno puntualizzare alcuni aspetti non precisi che si desumono dall’articolo.
Vorremmo iniziare dalla definizione degli schieramenti presenti, in particolare dell’Associazione Magna Charta, che non era presente con il ruolo di opporsi alla Centrale in questione, ma con quello di informare i partecipanti sui pericoli che l’insediamento della stessa costituisce per il territorio, attraverso dati di tipo tecnico e sanitario inconfutabili. La presenza dei nostri esperti era quindi legata ad un momento di informazione ai cittadini e a sollecitarne la partecipazione informata, operazione quest’ultima che avrebbe dovuto avvenire prima delle scelte delle varie amministrazioni, così come stabilito dalla Convenzione di Aarhus. Gli interventi tecnico-scientifici e sanitari dei nostri esperti tendevano proprio a dare nel modo più ampio possibile queste informazioni, unitamente a quelle di tipo urbanistico. Proprio queste ultime hanno tratto le conclusioni sulla compatibilità dell’insediamento di tale impianto con gli indirizzi programmatici di un territorio come quello della Val Varaita che ha grandi valenze i di tipo paesaggistico ed ambientale oltre ad interessi turistico-residenziali da non sottovalutare.
I principi di interesse collettivo sono quelli che devono prevalere per le scelte di programmazione e di pianificazione di un territorio, rispetto a quelli di prevalente interesse privato, evidenziati da alcuni interventi individuati come favorevoli dall’articolo.
Era pertanto necessario chiarire tali concetti prima di indicare gli schieramenti a favore o contro.
Vogliamo quindi ribadire che l’interesse dell’Associazione era ed è assolutamente motivato dall’opportunità di iniziare un processo di partecipazione informata.
Cordiali saluti.
Il Presidente di Magna Charta
Rossana: centrale a biomasse. I Piaschesi non la apprezzano
Da qualche settimana a questa parte è uno degli argomenti più dibattuti a Piasco e dintorni. La costruzione di una centrale a biomasse in regione Molino Varaita, in un’area confinante, ubicata nel Comune di Rossana, sarà pure il tema di un confronto che un gruppo di cittadini piaschesi ha organizzato per mercoledì 30 settembre alle 20 e 45 nella Sala Polivalente Francesco Serra. Ma quali sono le criticità che il gruppo di oppositori o 'scettici' avanza di fronte all’opera? In primo luogo, i promotori dell’incontro lamentano lo scarso coinvolgimento della comunità piaschese nel processo decisionale che, attraverso tre conferenze dei Servizi, ha portato alla concessione del ‘nulla osta’ per la realizzazione dell'opera da parte degli uffici competenti della Provincia di Cuneo alla ditta ligure Benarco Energy. Il gruppo di cittadini piaschesi sostiene poi che la centrale avrà una resa molto inferiore rispetto ad impianti dello stesso tipo, che gran parte dell’energia termica prodotta andrà persa poiché non è previsto un collegamento ad una rete di teleriscaldamento e che, infine, il legname da bruciare nella centrale non proverrà dalla valle Varaita, ma da località molto più distanti.
Il Sindaco di Rossana Marco Carpani risponde alle obiezioni facendo presente che il percorso seguito “è quello previsto dalla legge. Ci sono state delle conferenze sei Servizi cui hanno partecipato la Regione, l’ARPA ed il nostro Comune. La verifica dei parametri di emissione ha appurato il rispetto dei valori previsti. Ovviamente – prosegue – nessuno nega che Rossana abbia interesse nei confronti di un impianto che permette ai contadini di valorizzare una risorsa come il legname che marcisce nei boschi. La resa dell’impianto è un problema del privato che investe. Immagino che anche in questa circostanza l'imprenditore abbia interesse a guadagnare.” Il Sindaco di Rossana non ritiene fondata nemmeno l’obiezione riguardante la provenienza del legname da bruciare nella centrale. “Anche qui, penso sia interesse dell’imprenditore reperire delle risorse sul territorio per risparmiare sulle spese di trasporto. So che sono state avviate delle trattative con diverse aziende del posto e che un grosso produttore di legno di Rossana si è già accordato per fornire la materia prima. D'altra parte l'imprenditore coinvolto è uno dei più importanti produttori di legname del Nord Italia ed ha rapporti con molti clienti”
La centrale a biomasse, che produrrà energia elettrica tramite vapore, cedendo acqua calda, verrà costruita in’un area in cui il Comune di Rossana ha deciso di concentrare lo sviluppo produttivo del paese. Tra i progetti, vi è quello quello di utilizzare l’acqua calda ed il vapore per servire le attività industriali ed artigianali che si insedieranno in zona e di scaldare alcune serre in cui verranno coltivati e raccolti primizie e prodotti ortofrutticoli anche in pieno inverno. “ non bisogna dimenticare – prosegue Carpani – che con le sue attività produttive Rossana crea l’80% dell’occupazione della valle Varaita. Indipendentemente dalla centrale, avevamo deciso di spostare l’area industriale dalla zona in cui si trova attualmente. Potendo disporre di acqua calda per i loro cicli produttivi a prezzi più vantaggiosi, è probabile che molti imprenditori siano interessati a trasferirsi.” Il primo cittadino di Rossana non ritiene poi che il progetto della centrale a biomasse sia stato portato avanti all’insaputa delle comunità confinanti. “Ci siamo sempre confrontati con i Comuni vicini e le leggi sono state rispettate rigorosamente. Di fronte a certe obiezioni si fa in modo che l’unica soluzione per produrre energia sia quella di bruciare il petrolio tante sono le contrarietà sorte attorno alle biomasse, all’idroelettrico o all’eolico.” Carpani parteciperà all’incontro del 30 settembre a Piasco? “Perchè no? Non abbiamo nulla da nascondere. Tutto è stato fatto alla luce del sole e siamo pronti al confronto.”
Piero Lunati
Di Marta (del 07/06/2008 @ 16:57:03 in Notizie, linkato 2433 volte)
Oggi su Repubblica è comparsa questa intervista a Jeremy Rifkin, attivista del movimento pacifista ed ambientalista spesso impegnato negli Stati Uniti, anche politicamente, a sostegno dell'adozione di politiche governative "responsabili" in diversi ambiti sia relativi all'ambiente ma anche alla scienza ed alla tecnologia. Ho copiato e incollato spudoratamente l’articolo, ma penso sia per una buona causa. Per non credere ciecamente a tutto ciò che ci viene propinato dai nostri politici, o per lo meno farlo dopo esserci opportunamente informati e aver formulato criticamente una nostra opinione personale. Le centrali sono una "soluzione di retroguardia" e non risolveranno il problema Dopo l'incidente di Krsko il guru dell'economia all'idrogeno spiega perché l'Italia sbaglia Rifkin, l'energia fai-da-te così ci salveremo dal nucleare di RICCARDO STAGLIAN UNA fatica inutile. Perché se anche rimpiazzassimo nei prossimi anni tutte le centrali nucleari esistenti nel mondo, il risparmio di emissioni sarebbe comunque un'inezia. Un quarto di quel che serve per cominciare a rimettere le briglie a un clima impazzito. Jeremy Rifkin non ha dubbi: quella atomica è una strada sbagliata, di retroguardia. Come curare malattie nuovissime con la penicillina. E non c'è neppure bisogno dei campanelli di allarme tipo Krsko per capirlo. Basta guardare i numeri senza le lenti dell'ideologia. Proprio l'attitudine che, in Italia, scarseggia di più per il guru dell'economia all'idrogeno. Si vedrebbe così che l'uranio, come il petrolio, presto imboccherà la sua parabola discendente: ce ne sarà di meno e costerà di più. E che il problema dello smaltimento delle scorie è drammaticamente aperto anche negli Stati Uniti dove lo studiano da anni. "Vi immaginate uno scenario tipo Napoli, ma dove i rifiuti fossero radioattivi?" è il suo inquietante memento. Meglio puntare su quella che lui chiama la "terza rivoluzione industriale". L'incidente all'impianto sloveno arroventa il dibattito italiano, a pochi giorni dall'annuncio del ritorno al nucleare. Cosa ne pensa? "Ho parlato con persone che hanno conoscenza di prima mano dell'incidente, e mi hanno tranquillizzato. Non ci sono state fughe radioattive e il governo ha gestito bene tutta la vicenda. Ho lavorato con l'amministrazione Jan%u0161a e posso dire che hanno sempre dimostrato una leadership illuminata nel traghettare la Slovenia verso le energie rinnovabili. Non posso dire lo stesso di tutti i paesi europei, ma posso lodare le politiche energetiche di Ljubljana. Superata questa crisi, in generale possiamo sentirci sicuri? "Il problema col nucleare è che si tratta di un'energia con basse probabilità di incidente, ma ad alto rischio. Ovvero: non succede quasi mai niente di brutto, ma se qualcosa va storto può essere una catastrofe. Come Chernobyl". Il governo italiano ha confermato l'inizio della costruzione delle nuove centrali entro il 2013. Coerenza o azzardo? "Non capisco i termini della discussione in corso in Italia. Amo il vostro paese, lo seguo da anni ma questa volta mi sento davvero perso. I sostenitori dicono: il nucleare è pulito, non produce diossido di carbonio, quindi contribuirà a risolvere il cambiamento climatico. Un ragionamento che non torna se solo si guarda allo scenario globale. Oggi sono in funzione nel mondo 439 centrali nucleari e producono circa il 5% dell'energia totale. Nei prossimi 20 anni molte di queste centrali andranno rimpiazzate. E nessuno dei top manager del settore energetico crede che lo saranno in una misura maggiore della metà. Ma anche se lo fossero tutte si tratterebbe di un risparmio del 5%. Ora, per avere un qualche impatto nel ridurre il riscaldamento del pianeta, si dovrebbe ridurre del 20% il Co2, un risultato che certo non può venire da qui". Un finto argomento quindi quello del nucleare "verde"? "Non in assoluto, ma relativamente alla realtà, sì. Perché il passaggio al nucleare avesse un impatto sull'ambiente bisognerebbe costruire 3 centrali ogni 30 giorni per i prossimi 60 anni. Così facendo fornirebbe il 20% di energia totale, la soglia critica che comincia a fare una differenza. C'è qualcuno sano di mente che pensa che si potrebbe procedere a questo ritmo? La Cina ha ordinato 44 nuove centrali nei prossimi 40 anni per raddoppiare la sua potenza produttiva. Ma si avvia ad essere il principale consumatore di energia...". Ci sono altri ostacoli lungo questa strada? "Io ne conto cinque, e adesso vi dico il secondo. Non sappiamo ancora come trasportare e stoccare le scorie. Gli Stati Uniti hanno straordinari scienziati e hanno investito 8 miliardi di dollari in 18 anni per stoccare i residui all'interno delle montagne Yucca dove avrebbero dovuto restare al sicuro per quasi 10 mila anni. Bene, hanno già cominciato a contaminare l'area nonostante i calcoli, i fondi e i super-ingegneri. Davvero l'Italia crede di poter far meglio di noi? L'esperienza di Napoli non autorizza troppo ottimismo. E questa volta i rifiuti sarebbero nucleari, con conseguenze inimmaginabili". Ecoballe all'uranio, un pensiero da brividi. E il terzo ostacolo? "Stando agli studi dell'agenzia internazionale per l'energia atomica l'uranio comincerà a scarseggiare dal 2025-2035. Come il petrolio sta per raggiungere il suo peak. I prezzi, quindi, andranno presto su. Ciò si ripercuoterà sui costi per produrre energia togliendo ulteriori argomenti a questo malpensato progetto. Aggiungo il quarto punto. Si potrebbe puntare sul plutonio. Ma con quello è più facile costruire bombe. La Casa Bianca e molti altri governi fanno un gran parlare dei rischi dell'atomica in mani nemiche. Ma i governi buoni di oggi diventano le canaglie di domani". Siamo arrivati così all'ultima considerazione. Qual è? "Che non c'è abbastanza acqua nel mondo per gestire impianti nucleari. Temo che non sia noto a tutti che circa il 40% dell'acqua potabile francese serve a raffreddare i reattori. L'estate di cinque anni fa, quando molti anziani morirono per il caldo, uno dei danni collaterali che passarono sotto silenzio fu che scarseggiò l'acqua per raffreddare gli impianti. Come conseguenza fu ridotta l'erogazione di energia elettrica. E morirono ancora più anziani per mancanza di aria condizionata". Se questi sono i dati che uso ne fa la politica? "Posso sostenere un dibattito con qualsiasi statista sulla base di questi numeri e dimostrargli che sono giusti, inoppugnabili. Ma la politica a volte segue altre strade rispetto alla razionalità. E questo discorso, anche in Italia, è inquinato da considerazioni ideologiche". In che senso? C'è un'energia di destra e una di sinistra? "Direi modelli energetici élitari e altri democratici. Il nucleare è centralizzato, dall'alto in basso, appartiene al XX secolo, all'epoca del carbone. Servono grossi investimenti iniziali e altrettanti di tipo geopolitico per difenderlo". E il modello democratico, invece? "È quello che io chiamo la "terza rivoluzione industriale". Un sistema distribuito, dal basso verso l'alto, in cui ognuno si produce la propria energia rinnovabile e la scambia con gli altri attraverso "reti intelligenti" come oggi produce e condivide l'informazione, tramite internet". Immagina che sia possibile applicarlo anche in Italia? "Sta scherzando? Voi siete messi meglio di tutti: avete il sole dappertutto, il vento in molte località, in Toscana c'è anche il geotermico, in Trentino si possono sfruttare le biomasse. Eppure, con tutto questo ben di dio, siete indietro rispetto a Germania, Scandinavia e Spagna per quel che riguarda le rinnovabili". Ci dica come si affronta questa transizione. "Bisogna cominciare a costruire abitazioni che abbiano al loro interno le tecnologie per produrre energie rinnovabili, come il fotovoltaico. Non è un'opzione, ma un obbligo comunitario quello di arrivare al 20%: voi da dove avete cominciato? Oggi il settore delle costruzioni è il primo fattore di riscaldamento del pianeta, domani potrebbe diventare parte della soluzione. Poi serviranno batterie a idrogeno per immagazzinare questa energia. E una rete intelligente per distribuirla". Oltre che motivi etici, sembrano essercene anche di economici molto convincenti. È così? "In Spagna, che sta procedendo molto rapidamente verso le rinnovabili, alcune nuove compagnie hanno fatto un sacco di soldi proprio realizzando soluzioni "verdi". Il nucleare, invece, è una tecnologia matura e non creerà nessun posto di lavoro. Le energie alternative potrebbero produrne migliaia". A questo punto solo un pazzo potrebbe scegliere un'altra strada. Eppure non è solo Roma ad aver riconsiderato il nucleare. Perché? "Credo che abbia molto a che fare con un gap generazionale. E ve lo dice uno che ha 63 anni. I vecchi politici, cresciuti con la sindrome del controllo, si sentono più a loro agio in un mondo in cui anche l'energia è somministrata da un'entità superiore".
Di cagio (del 30/03/2007 @ 16:54:38 in generale, linkato 2922 volte)
Diego Botta è uno di parola, ed è anche piuttosto efficente, infatti appena ha avuto un attimo di tempo mi ha inviato una sua relazione sul Consiglio Comunale.Visto che è uno che no si offende gli ho anche messo questa bellisima foto, così non si corre il rischio di pensare che sia una persona seria
Ciao a tutti questa volta il consiglio ve lo devo raccontare io. Ammetto di sentirmi molto il sancho panza della situazione e so che non potrò mai essere all'altezza del nostro Don Chisciotte Cagio... Comunque Di cosa si è discusso? Vi chiederete... Bè solite cose amministrative: bilanci, previsioni, attivi, passivie chi più ne ha più ne metta, anche se devo dire questa volta la seduta si è aperta con un tanto insolito quanto valido e meritato ringraziamento (con tanto di gadget ricordo) a tal signor Marino che per 3 anni ha fatto il volontario in comune e a cui và tutta la riconoscenza dei piaschesi. Terminati i convenevoli bisogna dire che già l'inizio della seduta è stato piuttosto sofferto con il capogruppo della minoranza astenutosi all'approvazione dell'ordine del giorno del consiglio precedente chiedendo maggior chiarezza in merito al contributo di 120.000 (ricevuto dal comune grazie all'alto indice di fecondità delle mamme piaschesi che si meritano un bel ringraziamento)e all'aumento dell'addizionale irpef votata nell'ultima seduta. Si è poi proceduto con l'approvazione del consuntivo 2006 (votato all'unanimità nonostante alcuni punti abbiamo generato dei dissapori) e del previsionale 2007 introdotti dall'assessore con la delega al Bilancio Degiovanni e poi ampiamente spiegati (anche se a mio modesto avviso con alcuni lati oscuri che non sto ad elencare anche perchè sono opinioni personali ma su cui si potrebbe accendere un bel dibattito) dal ragioniere Claudio Mattio. Anche nel caso del bilancio previsionale sono sorti alcuni scontri relativi all'addizionale irpef e a come verrà utilzzato il famoso contributo "per i bambini" (anche se sembra che a conti fatti ai bambini vada ben poco--> anche questa è una mia opinione/interpretazionenaturalmente). Diciamo che alla fine quello che è stato fatto emergere è che nel 2006 il Comune di Piasco ha avanzato la bellezza di 75.000 € ma che si sta preparando a contrarre un mutuo da circa 1.000.000€ per la realizzazzione della scuola media che non si sa ancora se verrà realizzata in un unico lotto o in due a seconda dei finanziamenti che arriveranno forse dalla nostra Compagna ed amica Bresso. Sorpassata la parte Saliente relativa ai Bilanci ed ai punti all'ordine del giorno da votare he non sto a spiegare perchè sono cose di poco conto come il fatto che il gettone dei consiglieri non aumenta così come l'ici (almeno quella, anche se io più che i redditi sarei andato a colpire un pò di più le proprietà e soprattutto chi ne ha parecchie aumentando magari l'ici per la seconda casa piuttosto che l'addizionale IRPEF, ma i rappresentanti da me votati hanno approvato all'unanimità quindi sto zitto e pago), si è passati alle varie comunicazioni e qui viene il bello. Il capogruppo di minoranza unico astenuto durante l'approvazione di alcuni dei vari punti all'ordine del giorno legge una lettera che fa infuriare parecchio il capogruppo della maggioranza (che si era già infuriato in precedenza essendosi "sentito" catalogato come "evasore" in tema IRPEF) ed uno dei suoi assessori (in particolare quello con la delega all'agricoltura) che vengono "dipinti" all'interno della missiva come "quelli che danno poca importanza ai più deboli tanto i più forti vincono sempre". Comunque, risolta anche l'ultima piccola incomprensione, pure questa volta il consiglio si è concluso in amicizia e con rispetto di tutti verso entrambe le parti. Per concludere direi che è stato un incontro interessante e "Civile", unico rammarico a mio avviso è stato quello di aver visto da spettatore una minoranza ancora poco compatta e unanime nelle decisioni con quasi sempre 1 astensione manifestata (il capogruppo) e 2 voti favorevoli il che purtoppo mi fa riflettere su una dubbia compatezza dello schieramento (quindi fatti non pugnette sù!!).
Che dirvi, vi dò l'appuntamento (impegni permettendo) al prossimo consiglio tutti presenti (capofila Cagio mi raccomando). Ciao Belli
Diegun
A dimetnicavo per la centralina idroelettrica ancora nessuna novità
Ciau
Di Dulce (del 13/01/2009 @ 13:36:42 in Notizie, linkato 5533 volte)
COMUNE DI PIASCO
Martedì 13 gennaio 2009 - Ore 21:00 Piasco - Sala Polivalente
Presentazione alla Popolazione del progetto della
NUOVA SCUOLA MEDIA
Progetto realizzato da:
- Ing. Gaudenzi di Bologna - Arch. Bachiorrini di Saluzzo
Costo Stimato dell'opera: 1.700.000,00 €
Contributi già erogati: - Governo Italiano 150.000,00 € - Regione Piemonte 693.000,00 €
Mutuo di 825.000,00 € già accordato dalla Cassa Depositi e Prestiti
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il progetto completo lo potete scaricare qui
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Sicuramente lo sapevate ma ho deciso di postarlo nel blog
con la speranza che questa sera il progetto sia almeno simile
a questi che riporto qui sotto.
Edifici scolastici |
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- La scuola Gebhard-Müller di Biberach (Germania)Il centro scolastico di Biberach (Germania) è stato costruito negli anni Settanta come progetto di modello scolastico con tre differenti scuole sotto lo stesso tetto. Uno dei principali requisiti richiesti è stato quello che il nuovo fabbricato a tre piani doveva soddisfare è stato quello di offrire una struttura spaziale delle aule facilmente variabile. Nel nuovo edificio sono inoltre combinate diverse tecnologie innovative, una delle quali è lo sfruttamento geotermico del suolo. Una pompa di calore estrae energia dalla falda idrica allo scopo di riscaldamento e raffreddamento dell’edificio. Il riscaldamento e il raffreddamento degli locali avviene per mezzo di solai termoattivi alimentati con acqua a bassa temperatura.....more
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- Una scuola elementare a Francoforte s.M.
- Nel quartiere Riedberg di Francoforte sul Meno, si sta attualmente svolgendo il più grande intervento di urbanizzazione della Regione Assia. Secondo le previsioni, entro il 2012, vi dovranno abitare fino a 15.000 persone. Sono previste dodici scuole d’infanzia e quattro nuove scuole. Una di queste è stata costruita come edificio passivo....more
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- Scuola „passiva“ di Waldshut (Germania)
- A Waldshut, non lontano dal Lago di Costanza, è stata realizzata una delle prime scuole secondo il concetto dell’edificio passivo. Tramite lo sfruttamento di masse inerti, l’uso di un sistema di ventilazione controllato con recupero di calore e un forte isolamento termico dell’involucro edilizio, il fabbisogno termico dell’edificio risulta inferiore a 15 kWh/m²a. Lo standard energetico è stato certificato dal Passivhaus-Institut di Darmstadt.....more
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- Prima scuola “passiva” certificata
- Il terzo corpo di ampliamento della scuola Waldorf di Brema è il primo edificio scolastico tedesco certificato secondo lo standard di edificio passivo. Il fabbisogno termico è di 14,7 kWh/(m²a) e quello di energia primaria ammonta a 103,5 kWh/(m²a). Gli impianti alimentati con energia geotermica ed energia solare sono osservabili da docenti e studenti in quanto fanno parte dell’attrezzatura didattica della scuola. Gli studenti controllano e misurano i consumi energetici e, nell’ambito delle lezioni di fisica, si assumono anche parte della manutenzione.....more
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- Ristrutturazione energetica della biblioteca universitaria di Brema
- Riduzione del 70% del consumo di energia primaria; miglioramenti energetici, architettonici, impiantistici ed ergonomici; impianti indipendenti di riscaldamento, ventilazione e di raffreddamento.....more
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- Centro di Informatica della TU Braunschweig (D) L’edificio del Centro di Informatica ha sei piani ed è contiguo all’edificio a torre dell’Università Tecnica (TU) di Braunschweig. Il fabbisogno termico specifico dell’edificio ammonta a 39 kWh/m2 anno (calcolato secondo la legge del 95). Attualmente è in esecuzione un ampio programma pluriennale di monitoraggio.....more
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- Zentrum für Umweltbewusstes Bauen - Kassel
- Il Zentrum für Umweltbewusstes Bauen e.V. - ZUB - è l'istituto interdisciplinare di edilizia ecologica dell’Università di Kassel (Germania).....more
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- Solar-Campus-Jülich (Germania)
- Il Solar-Campus Jülich ospita l’Istituto per l’Energia Solare (SIJ), un reparto dell’Istituto Tecnico (Fachhochschule) di Aachen (Aquisgrana). Con il progetto si è voluto dimostrare che un complesso architettonico a basso consumo energetico, adeguatamente progettato, non comporta costi supplementari o quasi.....more
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!!PARTECIPATE NUMEROSI !! PARTECIPATE NUMEROSI !!
Dopo tutti questi esempi dalla Germania volevo inserire anche questo nostro gioiello italiano
che si trova a LAION in val Gardena un paese di 2410 abitanti
http://www.4shared.com/file/80450799/7c3f41ce/ScuolaPassiva.html
- Commitente: Comune di Laion
- Progettista: arch.TV
- D.L.: Dr.Arch. Johann Vonmetz
- CasaClima ® Gold+
- Consumo energetico 9kWh/m2a
- Impianto solare: 18,00 m2a
- Luglio 2004 - Luglio 2006
- Costi totali: 1.500.000,00 €
- Superf. utlie: 624,90 m2 su due piani
- Cubatura tot.: 2.823,53 m3
Ringrazio Alessio per averci messo a conoscenza del progetto di Mussotto d’Alba e ho deciso di renderVi partecipi postando l’articolo foto e prezzo di questa realizzazione.
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Costruzione di un fabbricato ad un solo piano fuori terra di circa 1200 mq, con i seguenti locali scolastici: • n. 9 aule con antistanti zone filtro e guardaroba (di cui 3 con finitura al rustico); • n.2 laboratori multifunzionali ed accorpabili, segreteria; • sala insegnanti; • servizi igienici per normodotati e per disabili; • segreteria; • ripostiglio- magazzino; • bidelleria; • ampio spazio ricreativo comune centrale.
Il fabbricato, alla luce del sempre maggiore interesse sociale per il rispetto dell’ambiente, è pensato con l’utilizzo di materiali ecocompatibili e riciclabili, nel pieno rispetto della natura, quali pietra, legno, acciaio e vetro. Inoltre l’acqua calda, il riscaldamento e l’energia elettrica potranno essere prodotte in gran parte da energie alternative.
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Ripartizione Opere Pubbliche - Settore Programmazione e Progetti strategici e Settore Lavori Pubblici ed Edilizia Scolastica Responsabile Unico del Procedimento: Arch. Daniela ALBANO Progettisti: Arch. Daniela ALBANO e Geom. Maurizio CAUDA Collaboratori esterni: ing. Francesco Gobino (per la parte impiantistica) e arch. Giorgio Sordo (per la parte strutturale e coordinazione sicurezza)
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€1.300.000,00
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http://www.comune.alba.cn.it/COMUNE/Servizi_Uffici/Opere_Pubbliche/LavoriPubblici/da%20Ripartizione%20Opere%20Pubbliche/Scuole%20ed%20edifici%20comunali/Nuova%20Media%20Mussotto/Media%20Mussotto.htm
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Alba: una scuola con i muri di lana, edificio ecocompatibile
Nel 2006, la scuola Media 'Macrino' di Frazione Mussotto ad Alba, subì un maldestro tentativo di furto, che causò una dispersione delle fibre di amianto contenute nei pannelli dell’edificio. La scuola venne tempestivamente chiusa e le lezioni trasferite in una sede provvisoria. Mentre la struttura prefabbricata veniva demolita ed il luogo completamente bonificato, partì l’idea di costruire un nuovo edificio, che tenesse conto dei dettami dell’architettura bio-compatibile ed eco-sostenibile. A distanza di un anno dall’inizio dei lavori i traguardi sono stati raggiunti e la Città di Alba è pronta ad inaugurare la nuova scuola 'ecologica'. Martedì 27 gennaio alle 11, in Via Cesare Delpiano 5, verrà tagliato il nastro e benedetta la struttura, mentre il Sindaco, Giuseppe Rossetto, l’Assessore all’Ambiente ed ai Lavori pubblici, Alessandro Pelisseri, e l’Assessore all’Istruzione, Ivana Brignolo Miroglio, illustreranno al Direttore didattico Michele Cauda ed agli studenti, le caratteristiche che rendono speciale la loro scuola.
La progettazione ha seguito i principi dell’architettura naturale: pannelli fotovoltaici, terrazzini pensili verdi, riscaldamento a pavimento, materiali ecocompatibili e riciclabili, nel pieno rispetto della natura, quali pietra, legno, acciaio e vetro ecc. I muri perimetrali sono stati realizzati con mattoni ottenuti esclusivamente da miscele di argilla, evitando di utilizzare tecniche artificiali di alleggerimento, quali l’inserimento nell’impasto di polistirolo, fanghi o atri rifiuti di lavorazioni industriali. Come isolante termico è stato invece scelto un materiale tanto singolare, quando naturale: la lana di pecora. La lana è un materiale completamente bio-compatibile in quanto non si polverizza, non provoca reazioni allergiche, non genera polveri irritanti ed è la fibra più igroscopica che esista, cioè assorbe l’umidità per restituirla molto lentamente equilibrando l’aria. Indispensabile il potere mitigante dei 'ponti termici' dei fogli di sughero naturale. Il tetto, in legno lamellare di abete, è invece coibentato con pannellature in fibra di legno, non trattate chimicamente, per evitare di immettere nella produzione e nell’ambiente sostanze nocive per la salute. Le fibre impiegate derivano dagli scarti della lavorazione delle conifere delle segherie che, riciclati, ritornano ed essere un indispensabile ed ecologico materiale edile. E’ in fase di realizzazione una centrale termica a biomasse, un’esperienza pilota per la realtà cittadina, segnale della crescente sensibilità verso il risparmio energetico. L’impianto verrà alimentato a biomasse legnose e riscalderà tre plessi scolastici e l’impianto sportivo della frazione, consentendo l’eliminazione delle vetuste centrali esistenti. A breve verrà completato un sistema di raccolta delle acque piovane che, convogliate in appositi serbatoi, saranno utilizzate per l’irrigazione del verde. La Regione Piemonte ha lodato questa iniziativa, ammettendola ad un finanziamento. Il nuovo fabbricato, di circa 1.200 metri quadrati, ospita nove aule, due laboratori multifunzionali con annessa segreteria, la sala insegnanti, i servizi igienici, la segreteria didattica, un magazzino-ripostiglio, la bidelleria ed un ampio spazio ricreativo comune centrale.
Alessandro Pelisseri – Assessore ai Lavori Pubblici e all’Ambiente commenta: “I criteri di ecosostenibilità, costituiscono uno degli elementi fondanti di una serie di progetti che la città di Alba vuole portare avanti. In questi anni si è fatta molta campagna a favore delle energie alternative e dell’utilizzo di materiali ecologici. Le Amministrazioni comunali devono dare il buon esempio ai cittadini, progettando edifici che rispondano alle nuove esigenze di risparmio energetico e di tutela dell’ambiente". Ivana Brignolo Miroglio – Assessore all’Istruzione commenta: “La scuola del Mussotto rappresenta un progetto pilota che ha aperto le porte ad nuovo modo di concepire le strutture pubbliche. Una struttura luminosa, ariosa, confortevole ed ecologica, non solo sostiene nel miglior modo i ragazzi nello studio, ma insegna loro a rispettare l’ambiente".
Di Dulce (del 08/02/2010 @ 11:40:31 in Eventi, linkato 1967 volte)
DECOLONIZZARE L’IMMAGINARIO
Il mito della crescita economica ha caratterizzato i paesi industrializzati a partire dalla fine della 2°guerra mondiale. Dalla metà degli anni ’80, l’assunzione delle ideologie di libero mercato, deregulation e globalizzazione, ha impresso un’accelerazione sfrenata allo sviluppo che, drogato dalla finanza speculativa e da un eccesso sovraproduttivo, è entrato nella più profonda crisi economica della sua storia. Le soluzioni messe in campo dai governi statali, supportate da vaghe promesse di regole certe e controlli rigorosi, svelano la cecità e la malafede dei politici, marionette manovrate dal vero Potere che domina le nostre esistenze: IL PENSIERO ECONOMICO DEL PROFITTO!
Per la sua perpetuazione, oltre alle ben note devastazioni ambientali, sociali e politico-economiche, anche il nostro immaginario è stato colonizzato: un processo inesorabile e pervasivo, che informa per non far conoscere, allieta per non far pensare, democratizza per non far scegliere e persuade al sovraconsumo dell’inutile.
“In quale misura ciascuno di noi è pronto a resistere, nella propria vita quotidiana, alla colonizzazione dei bisogni socialmente costruiti?” La domanda dello scrittore iraniano Majid Rahnema, ci invita a mettere in discussione il domino dell’economia sulla vita, nella teoria e nella pratica, ma soprattutto nelle nostre coscienze.Si tratta di svincolarci dall’ossessione del PIL che considera positive tutte le produzioni, anche inutili e nocive come il Nucleare; di mettere in discussione il volume esagerato degli spostamenti di persone e merci sul pianeta, come
la TAV , e il relativo impatto negativo sull’ambiente; la pubblicità ossessiva che sottilmente induce al consumo; l’obsolescenza accelerata dei prodotti, concepiti col metodo usa e getta, e le conseguenti montagne di rifiuti e i termovalorizzatori inquinanti. Uscire da questo modello di sviluppo, e le sue nefaste conseguenze, non è impresa semplice, perché la gigantesca megamacchina capitalistica ha invaso ormai tutto l’esistente. La presa di coscienza, però, non è rimandabile.Occorre liberarci dall’indifferenza bulimica in cui trascorre la nostra quotidianità e cominciare a capire cosa sta succedendo intorno a noi, dal locale al globale.
TAV, centrali Nucleari e a Biomasse, sono progetti che non hanno nessun ritorno di benessere sulla popolazione, né in termini economici, né sociali, né tantomeno di salute: sono esclusivamente investimenti di capitale con alti valori di profitto per coloro che realmente detengono il Potere economico. E’ indispensabile mettere in discussione i valori su cui si basa l’attuale modello di crescita economica per arrivare alla decolonizzazione dell’immaginario, necessaria per concepire e volere una società in cui l’economia riassume il suo ruolo come semplice mezzo della vita umana e non come fine ultimo ed unico. L’iniziativa organizzata dal gruppo Ciastralet (nome di una borgata della resistenza partigiana in Val Varaita) si propone di andare in questa direzione: informare sulla nuova avventura nucleare e i suoi aspetti speculativi; recuperare quel gusto della convivialità a basso consumo energetico, che i rapporti socio-economici attuali, con la loro frenesia mercantilistica, hanno dimenticato. Buona convivialità a tutti
Ciastralet
http://www.myspace.com/fabrizioscolletta
Ricevo e pubblico dal Comitato di Poirino questa inchiesta che è stata pubblicata sul quotidiano La Stampa ringraziandoli per l'informazione davvero illuminante. In questo momento la corsa alle biomasse come fonte di energia o calore sembra essere la soluzione ottimale e tutti i giornali e i media si adoperano per la pubblicità e diffusione in tal senso.
Sarà davvero tutto oro verde?
Roberto Travan propone una verifica di quello che è successo in provincia di Torino.
In provincia maxirisorse per impianti mai decollati
roberto travan
torino
Doveva essere la rivoluzione verde della provincia di Torino: sei centrali termiche a biomassa (il combustibile ricavato dal legno) per riscaldare scuole, palestre, edifici pubblici, abitazioni private, abbattendo inquinamento e costi di gestione. E con un obiettivo ambizioso: tentare il rilancio dell’economia rurale con la «filiera del legno», cioè il taglio programmato dei boschi, la trasformazione del legname in combustibile (di cui almeno il 35% da destinarsi alle centrali) e la piantumazione di nuovi alberi. Ma qualcosa è andato storto perché gli impianti costruiti nel 2007 ad Almese, Chianocco, Cuorgnè, Mattie, Rubiana e San Giorio hanno fino ad ora funzionato poco o male, e in alcuni casi non sono mai stati accesi. Ma non è finita lì: hanno consumato pochissimo cippato (il combustibile ecologico ricavato dalla frantumazione del legno) ma in compenso, si fa per dire, hanno bruciato una gran quantità di denaro pubblico: oltre due milioni di euro. E le spese non sono finite. Il motivo? Errori di progettazione, di installazione e anche, sembra, qualche distrazione politica e amministrativa. Insomma, più che una rivoluzione un flop. Che al verde sembra aver lasciato soprattutto i conti pubblici.
Valsusa maglia nera Dei dodici interventi finanziati nel 2006 dalla Regione, cinque se li è aggiudicati la provincia di Torino. Alla Comunità montana bassa Val di Susa è stato dato un contributo di 500 mila euro per costruire le centrali termiche di Almese, Chianocco, Mattie, Rubiana e San Giorio.
Almese, impianto ko A Milanere, piccola frazione di Almese, è stata costruita la caldaia per la scuola elementare, il refettorio e il centro sociale: 196 mila euro in tutto, spartiti fra Regione, Comunità montana e Comune. «L'impianto è stato consegnato nel 2007: ha funzionato un mese o poco più, poi si è bloccato», dice il sindaco di Almese Bruno Gonella. Nel 2008 la centrale non viene nemmeno accesa: «L’impianto ha evidenziato subito alcune grosse lacune tanto che ad oggi non è ancora in grado di riscaldare il refettorio», dice il primo cittadino. Ma almeno il combustibile lo producete voi? «No, perché l’attrezzatura che abbiamo acquistato non ci consente di produrre cippato della giusta dimensione. Lo compriamo al 70% nel Cuneese e solo il restante 30% viene prodotto qui in valle, ma non da noi». Insomma, non è esattamente
la filiera Km-zero che qualcuno aveva immaginato, anzi. Il Comune spera di poter risolvere al più presto i problemi dell’impianto. «Confidiamo nel nuovo gestore, l’Acsel», dice Gonella. Ma per farlo ci vorranno altri soldi. «Ovviamente. Li recupereremo risparmiando sui costi di gestione, praticamente dimezzati rispetto a prima», conclude il sindaco. Un affare, insomma, peccato averci pensato solo ora.
Chianocco, meglio l’Enel La centrale avrebbe dovuto scaldare la scuola elementare e qualche abitazione privata di Chianocco. L'impianto è costato oltre 90 mila euro, ma sono riusciti ad accenderlo solo qualche mese fa. «Purtroppo il cippato utilizzato - spiega il vicesindaco Fabrizio Ivol - è difficile da reperire e lo si può ottenere solo dalla lavorazione dei tronchi e non dalla trasformazione degli sfalci e dei rami, come ci era stato raccontato». Un’incomprensione che non è di poco conto. Ma è soprattutto il grande consumo di energia elettrica necessario a far funzionare la centrale ad aver sorpreso l'amministrazione comunale. «Basterebbe a scaldare la scuola con le stufette elettriche - conclude - e la bolletta, probabilmente, sarebbe la stessa». Sconcertante.
Mattie: «Chi paga?» L’impianto per riscaldare il municipio, la scuola elementare, l'asilo, l'ufficio postale, il centro polivalente e la biblioteca di Mattie, è costato oltre 275 mila euro. «In realtà - dice Paolo Catalano, sindaco dallo scorso giugno - la centrale è stata avviata solo due mesi fa e funziona in modo continuativo da non più di 20 giorni» . I problemi? «Senza dubbio di realizzazione: ora è però necessario individuare velocemente i difetti e soprattutto capire chi deve pagare».
Rubiana: flop annunciato Il cerino acceso della centrale non funzionante di Rubiana alla fine è rimasto nelle mani di Gianluca Blandino, eletto primo cittadino lo scorso anno. Dice: «Il problema era noto e lo avevo già denunciato quando sedevo tra le file della minoranza in Comune e in Comunità montana». L'impianto nato per riscaldare la palestra, l'asilo, la scuola elementare e il municipio, è costato oltre 260 mila euro ma fino ad ora ha scaldato a malapena solo le prime due strutture. E solo da quest'anno, tra l'altro. «Carenze di progetto - afferma -, ma anche di esecuzione e soprattutto di controllo da parte della Comunità montana che non ha vigilato come avrebbe dovuto: peggio di così non poteva andare». Insomma, un cerino che il sindaco restituisce volentieri a chi lo ha preceduto, buono per accenderci, più che la caldaia, una polemica politica
mai sopita.
San Giorio , zero assistenza Sono stati spesi 200 mila euro per l'impianto di riscaldamento dell'asilo, la scuola elementare e il municipio di San Giorio. È fermo dal 2007. «Purtroppo sono stati fatti molti errori, a partire dal tipo di cippato scelto per alimentare la caldaia», dice il sindaco Danilo Bar. «Anche l'assistenza prestata il primo anno dalla ditta costruttrice (
la Scotta Impianti , ndr) è stata fallimentare: figurarsi che tutte le volte che l’impianto andava in blocco il loro addetto era costretto a partire da Cavallermaggiore in provincia di Cuneo: oltre 140 chilometri di strada tra andata e ritorno, una follia». «Alla fine - conclude - abbiamo preferito lasciar perdere: con la centrale sempre ferma, si inquinava di più a farlo correre fin qui tutti i giorni». Almeno dal punto di visto ecologico l’affermazione non fa una grinza.
Garanzie scadute Nel frattempo, fra indecisioni, incomprensioni e false partenze, gli impianti non sono più in garanzia. «Lo scorso settembre - racconta Mauro Parisio, responsabile dell’Area tecnica della Comunità montana, l’ente che ha coordinato tutti gli interventi realizzati in bassa Val Susa - le fidejussioni depositate a garanzia degli impianti sono state restituite». Peccato che le centrali non siano mai entrate in funzione.
Cuorgnè, impianti fermi Simile anche il caso di Cuorgnè che ha speso oltre un milione e 200 mila euro per la centrale a biomassa e la rete per teleriscaldare una decina di edifici pubblici. «Tutto a posto, i lavori sono terminati tre anni fa», dice la responsabile dell’Ufficio tecnico comunale, Teresa Noto. Peccato che la centrale non sia mai entrata in funzione. «È vero - dice - sfortunatamente l’Asa, la società pubblica che ha affiancato il Comune nella costruzione dell’impianto (aggiungendo 400 mila euro ai 720 mila stanziati dalla Regione) a causa di problemi societari non è stata in grado di mettere in esercizio l’impianto». Come mai? «Stiamo concludendo i lavori - afferma Emilio Filipponi, direttore generale dell’Asa -, abbiamo avuto qualche piccolo intoppo ma siamo convinti di riuscire a farcela per fine mese». Forse in tempo per scaldare uno degli inverni più rigidi degli ultimi venticinque anni.
In occasione della 22^ sagra d'Autunno il Vas ed il Comitato Valle Sostenibile di Piasco continuano ad informare e sensibilizzare la popolazione in merito alla Centrale a biomasse di Molino Varaita.
Il fatto che, la Centrale in questione, abbia ottenuto regolarmente tutte le autorizzazioni necessarie, infatti, non giustifica per niente un tipo di impianto che produce grossi danni al territorio senza dare nulla in cambio. E' evidente il puro intento speculativo dei proponenti i quali, approfittando di una normativa generale che incentiva giustamente le fonti rinnovabili di energia, in assenza di disposizioni più severe, lascia spazio ai soliti furbetti.
L'assenza di spazi legali per impugnare il provvedimento autorizzativo per il Vas ed per il Comitato Valle Sostenibile ( e ci auguriamo per gran parte della popolazione di Piasco) non significa rassegnarsi ad un progetto scellerato.
La nostra lotta ed il nostro impegno continuano perché ci sono ancora diversi presupposti per intervenire a livello politico.
Chi segue le vicende pubbliche di questi ultimi mesi sa che la crisi economica ha spinto il governo a rivedere il meccanismo degli incentivi pubblici sulle fonti rinnovabili.
Eliminare i certificati verdi sugli impianti non sostenibili che avvelenano gratuitamente l'aria crediamo sia la prima cosa da fare e lo vogliamo affermare con grande forza.
Sempre in questi ultimi tempi lo Stato ha delegato alle Regioni il compito di disciplinare e mettere ordine in materia di fonti rinnovabili di energia. Il Veneto del leghista Luca Zaia sembra stia varando una riforma che, se non farà abortire immediatamente centrali a biomasse come quella di Rossana, le costringerà ad una alta efficienza energetica ed all'approvvigionamento in loco delle biomasse : guarda caso proprio i due punti più critici dell'impianto di Rossana che abbiamo più volte sottolineato.
Partendo dalla considerazione, ormai chiara ed inequivocabile (alla faccia della “stufetta” con cui i proponenti cercavano di minimizzare l'impatto ambientale della Centrale) che anche gli impianti a biomasse legnose inquinano parecchio e, quindi, devono nascere soltanto in sostituzione di impianti a fonti fossili e sfruttare in primo luogo tutta l'energia termica, ecco qualche buon motivo per esporre le bandiere No Centrale che troverete presso lo stand del Comitato Valle Sostenibile durante la Sagra.
1)Alla Regione Piemonte chiediamo di mettere ordine in questa materia affinché ai piemontesi sia risparmiata la beffa di “incentivare” economicamente chi gli avvelena in modo sensibile l'aria che respirano con progetti che, tra l'altro, non sono sostenibili nel tempo senza il meccanismo “drogato” degli incentivi pubblici.
2) Al Sindaco di Rossana Marco Carpani vogliamo far sentire tutta la responsabilità di una scelta politica sbagliata per indurlo a porre dei correttivi al Progetto, affinché si incrementi in modo serio il recupero energetico dell'impianto magari con interventi che favoriscano veramente l'occupazione locale.
3) Agli organi preposti al controllo dell'impatto ambientale dell'impianto chiediamo di analizzare in modo approfondito la situazione precedente alla messa in funzione della Centrale per valutare con precisione e tempestività l'aggravio delle condizioni in particolare nelle immissioni che, per legge, non vengono nemmeno prese in considerazione come nel caso della diossina prodotta dalle centrali che non funzionano a dovere.
4) A tutti gli amministratori locali sino alla giunta regionale segnaliamo in contrapposizione ad un progetto scellerato come quello di Rossana un progetto serio e sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che socio economico, come il Progetto Gestalp realizzato dalla Fondazione Universitaria Cerigefas per conto del Comune di Sampeyre.
Di Dulce (del 05/07/2012 @ 09:50:13 in Ambiente, linkato 5758 volte)
Al sindaco del comune di Piasco sig. Roberto Ponte e p.c. all’amministrazione comunale di Piasco
Oggetto: Richiesta installazione “Casetta dell’acqua” a Piasco
Il gruppo VAS Circolo di Piasco
torna a chiedere
all’amministrazione comunale di Piasco (vedi precedente richiesta del novembre 2010) di installare una “Casetta dell’acqua” sul territorio comunale sulla base del notevole successo che questi impianti stanno avendo nei comuni limitrofi (vedi Costigliole Saluzzo) , al fine di fornire alla popolazione acqua dell’acquedotto “affinata” cioè depurata con eliminazione di sostanze in sospensione e di eventuali inquinanti chimici, odori e sapori sgradevoli garantendo un’ottima qualità della stessa, quindi acqua più buona, più controllata, più economica, più ecologica e indirettamente minor utilizzo di bottiglie in plastica da dover riciclare, con la possibilità di fornire uno splendido servizio alla popolazione a costo zero per le casse comunali ,tutto ciò anche in considerazione del fatto che la centralissima “fontana Barale” di Piasco spesso risulta inquinata.
Il gruppo VAS si rende pertanto disponibile ad un confronto per trovare insieme all’amministrazione comunale e ad eventuali cittadini interessati la strada migliore da intraprendere.
Fiducioso che la presente richiesta venga accolta favorevolmente, resto in attesa di un gradito riscontro.
Distinti saluti.
Piasco, 05 luglio 2012
costigliole saluzzo la casetta dell'acqua un successo a costo zero per l'amministrazione
Sulla Variante Strutturale al Piano Regolatore, che la nostra amministrazione comunale sta discutendo ed approvando in queste settimane, il Gruppo Vas ha espresso (e scritto) la sua posizione “neutra” di cittadini piaschesi che si propongono di tutelare gli interessi di tutta la collettività. Lungi dall'essere una posizione definitiva e “chiusa” a nuove idee e proposte, il gruppo vuole sperimentare sul nostro blog un po' di democrazia partecipativa “dal basso” invitando tutti i piaschesi ad esprimere spontaneamente ed in forma palese (quindi non saranno presi in considerazione gli interventi anonimi) la propria opinione in proposito. Stiamo valutando anche la possibilità di effettuare un sondaggio serio online riducendo a 4-5 quesiti fondamentali la proposta della Variante che sarà discussa fra qualche settimana nella conferenza dei servizi con tutte le parti in causa. Il Vas ha chiesto di partecipare per contribuire a portare le istanze di tutta la popolazione. Pubblichiamo qui di seguito copia delle osservazioni e proposte inviate dal Vas all'amministrazione comunale e, per chi se lo fosse perso, l'articolo pubblicato sul Corriere con l'intervista al portavoce del gruppo Giampiero Mattio. Leggete, commentate e passate parola, quindi, in particolare giovani e famiglie giovani direttamente interessate dallo sviluppo futuro di Piasco.
All’attenzione del signor Sindaco del comune di Piasco Roberto Ponte a seguito del Consiglio comunale tenutosi mercoledì 30 marzo 2011 in cui è stata approvata la “Variante strutturale al piano regolatore – Documento programmatico art.31 TER L.R. 56/77 e art. 2 L.R. 1/2007 e documento tecnico di verifica V.A.S., desideriamo esprimere nuovamente il nostro punto di vista sugli interventi riguardanti: - la nuova piazza Biandrate ed il nuovo insediamento da 8000mc posto sull’attuale proprietà Isaia a pochi metri dalla proprietà della Casa di riposo; - destinazione d’uso/vendita delle attuali scuole medie e del relativo campo da calcio e la nuova area servizi da destinarsi sui terreni che fiancheggiano la strada provinciale nel tratto che va dalla rotonda per Costigliole fino al semaforo nelle vicinanze delle scuole elementari attualmente ad uso agricolo; Riflessioni: in merito alla nuova piazza Biandrate e al nuovo insediamento adiacente il VAS intende rimarcare il consenso a lavori che permettono di migliorare la vivibilità del nostro comune utilizzando spazi peraltro già urbanizzati (area Isaia), ci chiediamo se questo nuovo insediamento edilizio potrebbe essere sostituito da un’area verde adiacente alla piazza considerando che attualmente nel nostro comune sono già approvati almeno un centinaio di nuovi alloggi che non corrispondono alla crescita demografica del paese (vedi relazione arch. Rudella). In particolare per quanto concerne questo nuovo cantiere riteniamo sia opportuno pensare però all’avvenire garantendo più spazio possibile alla struttura della Casa di riposo in vista di futuri anche se attualmente impensabili nuovi ampliamenti. Area di servizi: considerato che già oggi abbiamo in centro un campetto che i nostri ragazzi possono usare liberamente e gratuitamente al pomeriggio, le chiediamo se un nuovo campo (qualora questo venisse smantellato)sarà un servizio per tutta la gioventù di Piasco o se sarà un’area riservata esclusivamente alle società calcistiche in quanto impianto sportivo da doversi mantenere in perfetta efficienza. Siamo del parere che si debba riflettere insieme se ne vale veramente la pena privare di un bene storico l’intera popolazione per favorirne una minima parte; resta certo il fatto che se il terreno dell’attuale scuola media con annesso campetto verrà venduto, si potrebbe valutare la possibilità di scambiare scuola e campo con l’ultimo lotto da costruire di via Mario del Pozzo confinante con il viale al fine di ricavarci un parco cittadino . Vantaggi che deriverebbero dall’usufruire dell’attuale area COESP: - si creerebbe un “polmone verde” in una zona fortemente urbanizzata migliorandone la qualità estetica; - facile accesso alla popolazione vista la centralità del sito (non si attraverserebbe la provinciale); - vicinanza con il polo scolastico /palestra; - si creerebbe uno spazio di cui gli alunni delle scuole (in primis le medie) potrebbero usufruire. Per quanto riguarda il nuovo campo da calcio riteniamo sensato che questo sia collocato nelle vicinanze del polo scolastico/sportivo quindi condividiamo la scelta di vincolare il terreno che fiancheggia la strada provinciale ad area servizi, siamo però convinti che vada posta sotto vincolo l’intera area di circa 40000mq (prima proposta) in quanto questo è l’unico strumento per salvarla dalla cementificazione futura che, come spiegato durante il Consiglio comunale dall’arch. Rudella proseguirà allineandosi al perimetro dell’attuale terreno vincolato. Siamo certi che quest’area dalle pregiate caratteristiche agricole vada tutelata con un vincolo che ne mantenga tale vocazione. Infine per quanto concerne la necessità di una sala festeggiamenti proponiamo di ricercare la soluzione fra i vari locali di cui il Comune dispone evitando di consumare nuovo territorio e risparmiando spese di realizzazione e gestione. In questo senso possono essere utili anche le esperienze e le scelte di buon senso adottate in Comuni vicini a noi (Busca ,Roccabruna). In conclusione , il VAS Circolo di Piasco ritiene prioritario che al più presto vengano definiti i limiti entro cui contenere il consumo di territorio fertile del nostro Comune anche per salvaguardare alle generazioni future un’area prossima al polo scolastico-sportivo da destinarsi alla creazione di un grande parco cittadino. L’idea che la crisi economica fermerà la corsa alla cementificazione, riteniamo non sia una garanzia sufficiente a tutelare il territorio di Piasco che non è illimitato, anzi, ben delimitato dalla morfologia del fondovalle. Se non modifichiamo l’attuale concezione di sviluppo, cosa lasceremo ai nostri figli e nipoti? Distinti saluti. Piasco, 7 maggio 2011 IL PRESIDENTE
http://blog.piasco.net/public/dblog/articolo%20variante0001.pdf
Di Dulce (del 26/06/2010 @ 06:19:16 in Eventi, linkato 2534 volte)
ISOLA DI MONDO 2010
26-27 GIUGNO A CUNEO
Cuneo: 45 nazioni per Isola di Mondo 2010 Musica, danze, cibi e cultura di chi ha lasciato il proprio paese per il nostro con la voglia di condividere la propria storia Metti due giorni in cui, nella centralissima via Roma ed in piazza Galimberti, cuore di Cuneo, i protagonisti sono gli ‘stranieri’ con la loro cultura, stili di vita e cibi. Una ricchezza da presentare e far conoscere ai nuovi concittadini ed amici. Sabato 26 e domenica 27 giugno nel capoluogo torna Isola di Mondo, la manifestazione giunta alla sua 12esima edizione che nel 1999 il Centro Migranti promosse con l’obiettivo di creare uno spazio di espressione dove gli stranieri potessero raccontare la loro cultura, dimostrando ai propri figli di non aver nulla di cui vergognarsi. Sono 45 le nazioni e gli stand che daranno vita all’edizione 2010. Paesi lontani che in alcuni casi hanno in città e comuni limitrofi un numero di rappresentanti che si conta sulle dita di una mano, ma tanto entusiasmo e voglia di esserci comunque. Ben rappresentate l’Africa con i cittadini di 16 Stati e l’America latina con 10 bandierine. A loro si aggiungono asiatici ed europei provenienti da paesi lontanissimi e di cui sappiamo molto poco come Bangladesh, lo Sri Lanka o le Filippine. Molti i momenti di incontro e festa in un programma che è deciso in prima battuta proprio dai partecipanti. Si parte alle 15 di sabato 26 con il Laboratorio artistico/creativo interculturale per bambini in largo Audifreddi. 'Momenti clou' saranno la sfilata delle nazioni in via Roma, sempre di sabato, ma alle 18, gli assaggi di cibi multietnici dalle 19 alla e 24. La domenica pomeriggio in piazza Galimberti avrà luogo invece l’evento più simbolico della manifestazione con bolle di sapone giganti, spray, collage e pittura, sempre nel segno della multiculturalità. Novità di quest’anno è il lancio dei palloncini cui sarà legato un biglietto con nome e cognome di uno dei partecipanti. Un premio sarà assegnato al proprietario del palloncino che verrà trovato nella località più lontana dal luogo di partenza. Alle 18 e 30 di domenica scoccherà un altro momento molto atteso dai cuneesi con l’apertura della pista da ballo interculturale e la musica di artisti provenienti da tutto il mondo: violinisti e pianisti albanesi, un gruppo folkloristico rumeno, la scuola di tango argentino Nuevo Ritmo, danze tipiche indiane ed un coro proveniente da Odessa. La parte gastronomica sarà quest’anno ancora più abbondante rispetto agli anni precedenti con l’allestimento di tre invece che due cucine mobili.
Grazie all’entusiasmo degli immigrati che si procurano la materia prima necessaria a preparare i piatti tipici dei loro paesi e danno vita ai vari concerti e spettacoli, Isola di Mondo è una delle manifestazioni con il futuro più solido, meno a rischio rispetto ad altri eventi se i pesanti tagli ai budget del Comune per le manifestazioni saranno confermati. “E’ una di quelle manifestazioni partite con un costo di 0 euro e meno legate al dato economico - ha spiegato il Sindaco Alberto Valmaggia -. Isola di Mondo è ormai molto radicata, che si fonda sull’entusiasmo dei partecipanti, la voglia di condividere con noi le loro origini e le usanze dei loro paesi. Chi è qui per lavorare non può sparire, spegnendosi come una lampadina una volta finito il turno. Queste persone hanno una storia, cultura e tradizioni da trasmettere.”
Sabato 26 giugno Ore 15 - Largo Audifreddi - Laboratorio artistico/creativo interculturale per bambini a cura degli insegnanti del I° Circolo di Cuneo Ore 16 - Via Roma - Apertura degli stand -Musica, folklore, tradizioni e artigianato dei vari Paesi Ore 18 - Largo Audifreddi - Via Roma - Piazza Galimberti - Sfilata delle nazioni con la partecipazione della "Banda Musicale Duccio Galimberti Città di Cuneo" diretta dal M° Gabriella Martini Ore 18.30 - Piazza Galimberti - "Cuneo dipinta dal Mondo" Inaugurazione ufficiale della XII edizione di IsoladiMondo Composizione del maxi puzzle - Esposizione delle bandiere - Saluto del Sindaco Ore 19-24 - Via Roma - Distribuzione assaggi cucina multietnica negli stand Ore 20.30-24 - Largo Audifreddi - Spettacoli dei gruppi musicali da tutto il mondo
Domenica 27 giugno Ore 15.30-18 - Piazza Galimberti - "Il Paese dei Colori" - Spettacoli di colore Veli, palloncini, bolle di sapone giganti, girandole, spray, collage e pittura Distribuzione dei palloncini e registrazione dei partecipanti al lancio Ore 16.30 - Largo Audifreddi - Incontro interreligioso "I colori dell'anima" Ore 17.30 - Largo Audifreddi - Via Roma - Piazza Galimberti - Sfilata dei gruppi di ballo e dei figuranti in costume con la partecipazione del Gruppo Sbandieratori e Musici Città di Alba Ore 18 - Piazza Galimberti - Grande lancio dei palloncini colorati Ore 18.30 - Piazza Galimberti - Premiazioni pubbliche dei concorsi di IsoladiMondo 2010 (esposizione degli elaborati nei giorni di IsoladiMondo in Piazza Galimberti)' Il Paese dei Colori': concorso artistico-letterario aperto a classi elementari e medie 'Cuneo dipinta dal Mondo': concorso fotografico aperto a tutti Ore 18.30-22.30 - Via Roma - Apertura degli stand - Artigianato, musica, folklore, cibo multietnico Ore 18.30-23 - Piazza Galimberti - Apertura della pista da ballo interculturale
fonte targatocn
il depliant que annuncia l'evento qui
http://blog.piasco.net/public/dblog/isoladimondo.pdf
la mappa
http://blog.piasco.net/public/dblog/isoladimondo2.pdf
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21/11/2024 @ 13:37:25
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